Ogni anno è sempre la stessa storia, si confonde questa giornata di commemorazione con una festa luculliana e non solo, addirittura si organizzano spogliarelli maschili, pensando forse di esorcizzare in parte quella inferiorita ' sociale, che per secoli il maschio ha sottolineato con una particolare liberta', non solo sessuale; quindi si pensa che assumendo questi comportamenti si possa in parte riconquistare una pseudo-affrancatura. Il ritornello di una canzone molto nota dice "SIAMO DONNE OLTRE LE GAMBE C'E' DI PIU'" ma con questi atteggiamenti superficiali dimostriamo il contrario. La donna, in primis ha un ruolo fondamentale; biologicamente (insieme al maschio) contribuisce al perpetrarsi della specie, cosa non da poco, lei infatti per nove mesi porta in grembo il frutto dell'evoluzione; e poi come Mamma, riveste nella società la figura di dominatrice e nello stesso tempo di dea della dolcezza e pazienza; è fragile e forte nello stesso tempo. Allora donne facciamoci valutare in positivo, non ridicolizziamoci, va bene l'ascesa carrieristica, ma non scaldiamo i letti di vegliardi imbottiti di pillole blu pur di rubare uno spazio lavorativo, che non meritiamo.
Quindi, l'8 marzo riuniamoci, in convegni, congressi, riunioni, parliamo delle problematiche che oggi, davvero affliggono la donna e ricordiamoci delle vere tragedie: Sara, Yara e le gemelline, Angeli del 2011, che con la loro storia evidenziano quanto oggi la donna, purtroppo, sia ancora l'anello debole della catena sociale.
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