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domenica 22 aprile 2012

LA RIVOLUZIONE FRANCESE E L'ITALIA DI OGGI.


Non c'è bisogno di aggiungere altre bal-bla-bla, ma i corsi e ricorsi storici, sono sempre esistiti, e il periodo storico che stiamo vivendo oggi in Italia è simile a quello che fu la 
causa scatenante della Rivoluzione Francese.Noi non siamo un popolo di quella portata, 
ma leggere un  pò di ottima storia fa bene alla salute mentale, e fà capire tante cose.

  Cause  della RivoluzioneFrancese. (tratto da Wikipedia)
Nella Francia del XVIII secolo il potere era riposto nella monarchia assoluta di diritto divino rappresentata da Luigi XVI. La società era suddivisa in tre ceti o classi sociali: nobiltà, clero e terzo stato. Il terzo stato costituiva il 98% della popolazione ed era la classe maggiormente tassata, in quanto la tradizione monarchica francese prevedeva dei consistenti privilegi per la nobiltà e il clero. I raccolti andati a male, le carestie ed il clima avverso portarono in quegli anni ad una forte inflazione, mentre le tasse elevate non bastavano allo Stato per soddisfare le proprie esigenze. Il prezzo del pane aumentò a dismisura, costringendo la gente comune alla miseria. La situazione economica era aggravata anche dagli sprechi e dai costi delle guerre fin qui sostenute.

La necessità di risolvere la gravissima crisi in cui la Francia era precipitata non trovò soluzione nell'operato dei successori di Luigi XIV (Luigi XV e Luigi XVI). Eguale fallimento ebbero i tentativi di riforma al sistema giudiziario e fiscale. All'inizio del secolo la principale imposta diretta, la taglia, pesava soltanto sui non privilegiati. Per aumentare le entrate fiscali Luigi XVI impose tasse ad ogni ceto sociale, ma nobiltà e clero ne risentirono solo in minima parte. Le nuove imposte (tra cui la capitazione e il ventesimo) continuarono a gravare solamente sul terzo stato e non furono quindi in grado di contrastare il deficit del Paese, facendo aumentare il debito pubblico per tutto il XVIII secolo. L'avversione dei cittadini francesi nei confronti della monarchia aumentò grazie anche alla presenza impopolare di Maria Antonietta (moglie di Luigi XVI) che, troppo legata alla sua patria austriaca, veniva chiamata con disprezzo dal popolo francese l'Autrichienne (Austriaca).

A complicare ulteriormente la situazione vi fu la nobiltà che, privata del potere sotto Luigi XIV, desiderava ritornare al più presto alla grandezza di un tempo. I nobili non avevano il diritto di esercitare numerose attività economiche, pena la perdita del loro titolo. In un secolo dove dalla proprietà di terreno si otteneva poco guadagno e i costi per mantenere un tenore di vita nobile salivano sempre più, il potere di acquisto della nobiltà diminuiva. Il ceto nobiliare, di conseguenza, concentrò le sue attenzioni sui suoi vecchi privilegi, principalmente i diritti feudali, esigendo il pagamento di alcune tasse ormai in disuso. Si arrogò anche lo sfruttamento esclusivo di alcune proprietà comunali e di terre in cui tradizionalmente i contadini poveri potevano far pascolare i loro animali. Questa situazione era malvista dai contadini, i quali reclamavano l'abolizione dei diritti feudali per risollevare la loro situazione sociale ormai misera.

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