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domenica 23 marzo 2014

IL DIGIUNO COME TERAPIA......SI', MA DILUITO.

ARTICOLO TRATTO DA "MARIE CLAIRE".





Gli scienziati la definiscono
caloric restriction.
Un bestseller anglosassone
 parlava di fasting (digiunare),
 o meglio di un regime 2 su 5:
due giorni leggeri su cinque
normali. Il naturopata Marc Mességué
suggerisce la regola
del one day light ogni settimana.
 Il ricercatore/gourmet
Marco Bianchipreferisce
 invece parlare di “digiuno
diluito”, dettando le regole con
 un manuale che gioca
con il paradosso già dal titolo:
 Le ricette della dieta del digiuno
 (scritto con MariaGiovanna Luini
 e pubblicato da Mondadori).
 L’idea alla base è sempre la stessa:
 saltare qualche pasto
 conviene. Se poi il digiuno si
 prolunga per un giorno o
due alla settimana, meglio
ancora.
Obiettivo? «Non solo uno»,
 racconta Marco Bianchi
 (ospite di Geo, su Raitre,
ogni venerdì). «Il più semplice
 è stare in linea. Il più ambizioso
 è quello di vivere più
 a lungo in salute: ricercatori,
come l’italiano Luigi Fontana,
 hanno dimostrato che ridurre le
 calorie favorisce l’allungamento
 della vita. Un gruppo di volontari
che per sette anni ha
 seguito con lui una restrizione
 calorica del 20-30%,
nutrendosi in modo ottimale una
 volta a tavola, ha
 mostrato riduzioni significative
 di problemi
 cardiovascolari e di alcuni
fattori di crescita
 tumorali».
Occidente bulimico. «Ma molti
 partono da
 motivazioni etiche: un
digiunatore convinto
comeUmberto Veronesi -
l’oncologo che del
libro firma la prefazione, ndr -
lo fa soprattutto
pensando alla micidiale
contraddizione tra un
 terzo mondo affamato e un
 occidente bulimico,
 ammalato di troppo cibo».
 E poi risparmiarsi un
 panino in piedi in qualche
 bar affollato o un pasto
 in mensa nei giorni di
superlavoro per molti è
anche una soluzione pratica,
 specie se si è a
 dieta: aiuta a stare in linea
senza lo sforzo di pesare
 cibi e nutrienti anche in pausa
 pranzo. E a fine
 settimana il conto delle calorie
 vira decisamente
al basso. «Per la salute femminile
 c’è un motivo in più»,
spiega MariaGiovanna Luini,
 senologa
dell’Istituto Europeo di Oncologia
 e scrittrice
(ha appena pubblicato per
Cairo Il male dentro).
«Il digiuno periodico contribuisce
 al riequilibrio di
alcuni ormoni, tra i quali l’insulina,
grazie a una
 diversa produzione del suo
fattore di stimolazione:
 il che si traduce in un minor
rischio di tumori
ormonodipendenti, soprattutto
quelli del seno.
Ma anche nella riduzione del
 grasso addominale
 e di tutte le condizioni che
 favoriscono il diabete».
 Perfetto, non resta che prenderne
 atto. Anche
la scienza (oltre che il girovita)
 lo conferma:
 digiunare di tanto in tanto
conviene. Ma allora
il mantra “se salti un pasto poi
assorbi il doppio
nel successivo” è da archiviare?
 «Chiaro che se
rinunciamo al pranzo e poi a cena
 ci abbuffiamo
 non ne trarremo alcun beneficio»,
 continua
MariaGiovanna Luini. «Però
bisognerebbe avere
 il coraggio di dire basta
all’ossessione magrezza
 e avere uno sguardo più
 globale sull’alimentazione,
 che deve essere prima di tutto
 sana ed equilibrata.
 Quindi tranquilli: i “tragici danni
 del pasto successivo
” non ci sono proprio se teniamo
 in frigo cibi “puliti”.
 La formula del digiuno diluito
 non crea problemi
 di assorbimento al pasto dopo.
Anzi, con le ricette
 di Marco Bianchi si può
digiunare e poi riprendere
a mangiare di gusto senza
 ingrassare».
In pratica. Marco Bianchi
assicura che in un mese
anche il più incallito mangiatore
 può diventare
 ungourmet-digiunatore.
 «Prima di tutto, cercarsi
degli alleati per fare cose
 interessanti mentre si
salta il pasto. Io lo faccio più
 facilmente nel fine
 settimana: rinuncio al pranzo
 del sabato e della
 domenica, limitandomi a un
po’ di frutta fresca e
 a un litro di tisana o un infuso.
Poi la sera mi concedo
 una buona cena in famiglia o
 con amici: mi piace
 cucinare per gli altri. Per chi
inizia, consiglio questo
 schema: un pasto normale,
uno di digiuno e un altro
normale, ovviamente senza
ingozzarsi di cibi ad alto
 indice glicemico subito dopo
(vedi dolci, pizze, focacce,
 pane e pasta non integrali).
 Dopo circa tre ore da un
 pasto ad alto indice glicemico
 infatti la glicemia
scende e torna la fame,

 insieme a un appetito vorace
 (e all’ansia!)».
Quali cibi consiglia? «È il mondo
green che ci
viene in soccorso ogni volta
che desideriamo
 nutrirci insalute e senza
appesantirci. Dunque
verdure di stagione, cucinate
con olio extravergine
 d’oliva. E poi cereali e legumi,
 pesce, frutta. Ecco
 un esempio: 400 grammi di
 fagiolini verdi scottati
 in acqua e ripassati in padella
 con pomodori secchi,
 un filo d’olio e sesamo tostato.
 Sono buonissimi e
ricchi di potassio, calcio e folati.
Se poi aggiungete
 tonno o sgombro al naturale,
 vi arricchite di proteine
 e grassi insaturi essenziali.
 Dopo il digiuno, una delizia».

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