C'è una solitudine che
fa bene. Se presa a piccole
dosi, come una medicina,
se cercata e non imposta,
può essere una condizione
utile e persino piacevole,
che favorisce la concentrazione,
l'attenzione, la creatività
e indica la via per ritrovare
se stessi. La capacità di
stare bene da soli è una
risorsa, ci permette di
crescere psicologicamente
e affrontare con serenità
una condizione che può
toccare a tutti. Non
dobbiamo aver paura di
stare da soli: ci sono
circostanze in cui la solitudine
va ricercata e va rispettato
il bisogno di stare da solo
da chi ci sta vicino.
Ecco a cosa serve.
Recuperare energia
Tutti avvertiamo la necessità
di stare da soli, talvolta
anche solo per la necessità
di riposarci, di calmare la mente,
attenzione, ricaricare le pile.
In giornate più o meno
concitate, una pausa in solitudine,
anche solo di un quarto d'ora,
può essere rigenerante e quindi
necessaria ad affrontare
meglio gli impegni.
Ritrovare se stessi
Soltanto nella solitudine
abbiamo la facoltà di entrare
in contatto con i nostri
sentimenti più intimi,
con i nostri bisogni, con
i nostri valori. Ecco che la
ricerca della solitudine
non è fuga dal mondo, non
è presunzione di autosufficienza,
ma un bisogno autentico
di ritrovare se stessi e di
adattarsi ad una dimensione
nuova, quando nella nostra
vita intervengono grandi
cambiamenti, siano essi
positivi o negativi. Che sia
un periodo che succede ad
un lieto evento o un lutto,
il bisogno di solitudine
va compreso e rispettato.
Pensare e concentrarsi
Anche i più estroversi hanno
bisogno di solitudine per
pensare, mettere a fuoco le
idee, riorganizzare i pensieri,
farsi un'opinione, attivare
il dialogo interiore. E anche
per ritrovare concentrazione:
capita di distrarci se qualcuno
ci sta guardando perché
la presenza altrui ci fa
preoccupare di dare un'immagine
di noi stessi accettabile agli altri,
e quindi ci distoglie dalla nostra
occupazione principale.
Ripulire la mente
Per molti la solitudine è
equiparata alla noia, due
condizioni che non godono
di buona letteratura, ma
sono entrambe pratiche di
igiene mentale in quanto
aiutano a fare pulizia nel
magazzino della mente dove,
fatto ordine, possono nascere
nuove idee e progetti. Noia e
solitudine sono i terreni fertili
della creatività, come i grandi
creativi ci ripetono spesso.
Chiudere le relazioni malsane
Vale sempre il vecchio detto:
meglio soli che… impelagati
in relazioni tormentate,
che ci fanno male, appese
solo al filo della paura di
stare da soli. La solitudine
diventa un passaggio obbligato
per riuscire a fare chiarezza
dentro noi stessi e ritrovare la
forza per rompere e ricominciare.
In molti casi dobbiamo diventare
consapevoli che la solitudine
è il male minore.
Dare valore all'amicizia
Bastano queste parole dello
psichiatra e psicoanalista
Carl Gustav Jung: «la solitudine non è
necessariamente nemica dell'amicizia,
perché nessuno è più sensibile alle
relazioni che ilsolitario, e
l'amicizia fiorisce soltanto quando
ogni individuo è memore della propria
individualità e non si identifica con gli altri».
Sfuggire allo stress
La ricerca della solitudine
può essere anche un legittimo
tentativo di fuga dalla tensione
e dallo stress del quotidiano,
un meccanismo di difesa
della mente da situazioni che
non riusciamo a gestire.
Un rifugio in cui ritemprarsi,
dove bisogna stare attenti a
non cadere nella ruminazione
mentale, quel pensa e ripensa
che non aiuta a risolvere i problemi.
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