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martedì 26 marzo 2024
BIOGRAFIE:Ettore Majorana
TRATTO DA BIOGRAFIE
Ettore Majorana, nato il 5 agosto 1905
e laureatosi in fisica nel 1928, fu
tra i più promettenti allievi di Enrico Fermi.
Il suo nome divenne un caso internazionale
a causa della sua improvvisa scomparsa, che avvenne
il 27 marzo 1938. Della sua scomparsa ebbe a
interessarsi persino Mussolini e l'evento divenne
un enigma nazionale ad oggi oggi acnora insoluto.
Le ipotesi avanzate furono molte: chi disse
che fosse morto suicida, chi avanzava l'ipotesi
fantasiosa che fosse rapito da qualche Paese che
conduceva studi atomici; altri invece ritennero che
si fosse rifugiato in un convento o che fosse
addirittura diventato, volontariamente, un mendicante.
Naturalmente, anche dal punto di vista familiare fu
una tragedia. La madre si rifiutò sempre di vestire
abiti luttuosi, aspettando sempre il suo ritorno.
Proveniente dalla schiatta dei Majorana-Calatabiano,
la sua era una famiglia illustre, discendente
dal ramo cadetto dei Majorana della Nicchiara;
con metafora poetica si potrebbe dire che a
quest'ultima andarono il blasone gentilizio e
le ricchezze terriere mentre alla prima tutti
i beni tipici e preziosi dell'intelligenza.
Ettore è l'ultimo di cinque fratelli, che si
distingueranno tutti in qualche campo particolare,
chi nella giurisprudenza, chi nell'amministrazione
dello Stato, chi ancora in fisica.
Ettore Majorana è senza dubbio l'outsider del
gruppo, un vero e proprio genio della fisica.
Estremamente precoce ma anche eccentrico e
con squilibri caratteriali preoccupanti che
giocheranno un ruolo determinante nella sua
fuga dal mondo (ammesso che di fuga si sia trattato).
Ettore è pervaso da misantropia radicata ed
è anche perennemente ombroso, pigro e dal
carattere spigoloso.
Anche la sua carriera universitaria non è del
tutto lineare. Dopo un primo approccio con
ingegneria, si laurea in fisica nel 1929 con
una tesi sulla teoria quantistica dei nuclei radioattivi.
Sotto la guida di Enrico Fermi si occupa
di spettroscopia atomica e successivamente
di fisica nucleare.
Con Orso Mario Corbino, Emilio Segré e Edoardo Amaldi
entra a far parte del gruppo dei "Ragazzi di via Panisperna",
il gruppo di geni che ha fatto la storia della fisica italiana.
Le più importanti ricerche di Ettore Majorana
riguardano una teoria sulle forze che assicurano
stabilità al nucleo atomico: egli per primo avanzò
l'ipotesi secondo la quale protoni e neutroni,
unici componenti del nucleo atomico, interagiscono
grazie a forze di scambio.
La teoria è tuttavia nota con il nome del
fisico tedesco Werner Heisenberg che giunse
autonomamente agli stessi risultati e li diede
alle stampe prima di Majorana.
Nel campo delle particelle elementari Majorana
formulò una teoria che ipotizzava l'esistenza
di particelle dotate di spin arbitrario,
individuate sperimentalmente solo molti anni
più tardi.
Dal 1931, conosciutosi il suo straordinario
valore di scienziato, è invitato a trasferirsi
in Russia, a Cambridge, a Yale, nella Carnegie
Foundation, ma a questi inviti oppone il suo rifiuto.
Dopo aver soggiornato a Lipsia e a Copenaghen,
rientra a Roma, ma non frequenta più l'istituto
di fisica. Al concorso nazionale per professore
universitario di Fisica, bandito nel 1936, non
vuole partecipare, nonostante la segnalazione fatta
da Fermi a Mussolini. Si trasferisce da Roma a Napoli
(albergo "Bologna") nel 1937, dove accetta la nomina
per meriti speciali a titolare della cattedra di Fisica
teorica all'Università di Napoli. Si chiude in casa
e rifiuta persino la posta, scrivendo di suo pugno
sulle buste: "Si respinge per morte del destinatario".
Ettore Majorana si lascia persuadere a intraprendere -
è il mese di marzo 1938 - un viaggio di riposo,
Napoli-Palermo. A Palermo alloggia all'albergo "Sole",
ma vi trascorre solo mezza giornata; la sera viene
visto sul ponte del piroscafo all'altezza di Capri
ma a Napoli non arriverà mai.
La commissione di inchiesta che intraprende le
indagini scarta l'ipotesi che Majorana si sia
lanciato in mare, avanzando invece la supposizione
che si sia trasferito segretamente all'estero.
Ad uno dei suoi più stretti confidenti Ettore Majorana
disse: "Non mi condannare perché non sai quanto soffro".
Per approfondimenti sulla vicenda
di Ettore Majorana
Erasmo Recami, "Il caso Majorana - epistolario,
documenti, testimonianze", Di Renzo Editore
Ignazio Licata, "Majorana Legacy in Contemporary
Physics Editor", Di Renzo Editore
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