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domenica 30 settembre 2012
COLLEVALENZA -MADRE SPERANZA-I MIRACOLI
Collevalenza è un piccolo borgo medievale nel comune di Todi (a circa 7 km), immerso nella campagna umbra. Posto in maniera centrale rispetto al territorio, sono facilmente raggiungibili numerose località di pregio storico, architettonico e religioso come Assisi, Norcia, Cascia, Orvieto, Spoleto, Perugia, Montefalco, Terni e la Cascata delle Marmore. Attraverso strade che fanno apprezzare la natura ancora pressoché incontaminata di questa terra umbra, l'occhio si perde fra le tante campagne e colline coltivate a ulivo, vite e grano che sono le peculiarità e il fascino di di questi luoghi.
La struttura
Adagiato su un colle di uno dei paesaggi più belli dell'Umbria, dove il verde e la tranquillità restano le caratteristiche principali, a 350 mt. slm, sorge la Casa del Pellegrino di Collevalenza in una unità e continuità architettonica e spirituale con il Santuario dell'Amore Misericordioso.
La Casa accoglie quanti giungono "pellegrini", individualmente o in gruppo, con l'intento di vivere una esperienza di tranquillità, di meditazione e ricerca stando a diretto contatto di questa natura cosi mistica che tanto aiuta ad un incontro personale con Dio.
"Anche un giorno di silenzio e di meditazione in questa oasi di spiritualità ti potranno ridare il senso dell'amore di Dio.
L'Acqua del Santuario dell'Amore Misericordioso
La Madre Speranza giunse nella frazione di Collevalenza, con il consenso del Vescovo di Todi Mons. Alfonso Maria De Sanctis, il 18 agosto 1951, insieme ai primi Figli dell'Amore Misericordioso e ad una piccola comunità di Ancelle.
Vi giunse condotta dalla Divina Provvidenza e già consapevole, per grandi linee, di ciò che avrebbe dovuto realizzarvi. Nel suo Diario infatti, in data 14 maggio 1949, si legge di una singolare premonizione: con l'aiuto divino e a prezzo di non pochi sacrifici, ella avrebbe realizzato un magnifico complesso incentrato attorno ad un Santuario dedicato all'Amore Misericordioso del Signore, comprendente anche strutture per l'accoglienza di pellegrini, di infermi e di Sacerdoti. Il tutto al fine di costituire un centro di richiamo per tante anime.
Non passò, infatti, molto tempo che, a poca distanza dal paese, si iniziarono ad inaugurare le nuove costruzioni: la Casa dei fam nel 1953; il Seminario minore nel 1954; la Cappella del Crocifisso nel 1955. Questa medesima Cappella fu poi eretta canonicamente come "Santuario dell'Amore Misericordioso" da Mons. De Sanctis, il 1° ottobre del 1959.
Frattanto il futuro dell'Opera andava chiarendosi anche per i Religiosi che stavano a fianco della Madre Speranza come primi discepoli e collaboratori. Un verbale comunitario, datato 28 aprile 1957, attesta:
"... La Madre, seguìta da alcuni fam, si reca a vedere un appezzamento di terreno e ci dice molte cose che meritano di essere scritte e tramandate...
Collevalenza diventerà qualcosa di grande. Come Lourdes è oggi meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi e dovunque conosciuta mentre ieri (la zona della grotta) era una squallida campagna, così domani nell'antico "roccolo" di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell'Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi non meno che a Lourdes... Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra"
Benché in queste righe non si parli ancora né di acqua, né di piscine, l'esplicito riferimento a Lourdes fa già intravedere gli sviluppi successivi.
Collevalenza diventerà qualcosa di grande... meta di pellegrinaggi, fonte di tanti prodigi... nell'antico "roccolo" di Collevalenza sorgeranno tante costruzioni, vi sarà un grande Santuario dell'Amore Misericordioso, vi saranno pellegrinaggi e si rinnoveranno prodigi... Tutto ciò però quando la Madre non sarà più su questa terra".
Il Pozzo e le Piscine
Si può dire che il piccolo paese di Collevalenza, nella sua storia, abbia sempre sofferto per la mancanza di acqua potabile; e in quegli anni il Comune di Todi cercava di supplirvi con erogazioni periodiche a mezzo di autobotti.
In questo contesto, la volontà divina in merito al Pozzo e alle Piscine si fece esplicita: si era agli inizi dell'anno 1960. Le circostanze vengono egregiamente descritte dalla Segretaria Generale delle Ancelle: "Nostra Madre ha ricevuto l'ordine di realizzare alcune Piscine per il bagno dei malati e le è stato indicato il punto dove troverà l'acqua necessaria. Nostra Madre, sempre fedele ai comandi di Colui che non sbaglia, né dà ordini in maniera vana, si dispone ad iniziare un pozzo lì dove le è stato detto che troverà l'acqua, cioè a fianco della futura "Basilica dell'Amore Misericordioso", tra questa e la futura "Casa della Giovane"". Più oltre prosegue: "Al "nemico del bene" urta che si progettino delle piscine per il bagno dei malati (la qual cosa fa ben comprendere come queste piscine produrranno tanto del bene), e contrasta in ogni modo a nostra Madre a causa del pozzo, e la minaccia dicendole che se farà uso della trivella, la romperà; che romperà tutte quelle che verranno portate e non ce ne saranno a sufficienza in tutta l'Umbria".
E in effetti l'escavazione del Pozzo fu, a dir poco, snervante sia per la profondità che si dovette raggiungere (122 metri), sia per la serie, umanamente inspiegabile, di complicazioni meccaniche e tecniche che si verificarono; per la Madre Speranza, poi, si aggiunsero numerose vessazioni del maligno. I lavori dell'intero progetto durarono precisamente 10 mesi: dal 1° febbraio al 1° dicembre del 1960, giorno in cui fu istallata sull'apposita colonna la statua in marmo di Maria Mediatrice.
Si iniziò la perforazione del Pozzo con una trivella a mano, azionata da uno dei Religiosi, con la quale si raggiunse la profondità di 9 metri. Successivamente, ai primi di marzo, si conferì l'incarico all'impresario locale Giuseppe Salici il quale, dopo aver anch'egli adottato una trivella (spezzatasi a 12 metri di profondità), proseguì fino a 23 metri realizzando un "pozzo romano". Non potendo proseguire oltre con tale tecnica, ai primi di aprile, ci si accordò finalmente con una ditta specializzata, per la perforazione di un pozzo artesiano: la ditta Guido De Togni di Isola della Scala (VR).
Quando il dubbio iniziava già a serpeggiare anche in casa e i commenti di molti all'esterno si facevano malevoli, nel pomeriggio del 6 maggio, la sonda di perforazione, dopo essere rimasta incagliata in profondità per più di un'ora, finalmente incontrò un'abbondante falda acquifera, a 92 metri: fu una vera liberazione!
In quella occasione la Madre Speranza, andata in estasi presso il Pozzo, pronunciò parole di commosso ringraziamento e di fiduciosa implorazione.
Altre falde acquifere furono poi trovate a 114, 120 e 122 metri.
Meno problematica, invece, fu la realizzazione delle Piscine, progettate dall'architetto Julio Lafuente, e la sistemazione dell'area circostante: gettate le fondazioni il 22 agosto, tutto fu ultimato per il 1° dicembre dei quello stesso anno.
Le finalità dell'Acqua del Santuario
E' questo sicuramente il punto più importante del discorso: comprende il nesso che intercorre tra le piscine ed il Santuario; e, più in particolare, le finalità specifiche per le quali la Divina Provvidenza ha voluto quest'Acqua.
Per dare risposta a queste domande esiste una sola via: ricorrere a tutto ciò che la Madre Speranza ha detto o ha scritto al riguardo, quale autorevole interprete dei voleri divini; perlomeno fare riferimento almeno alle cose più essenziali che Essa ha detto.
La risposta più autorevole, probabilmente, ci viene dalla "pergamena" che il giorno 14 luglio 1960 fu gettata con apposito contenitore in fondo al Pozzo, durante una sobria cerimonia a metà circa dei lavori. Si tratta di parole ricevute dalla Madre Speranza durante un'estasi del 3 aprile precedente, aventi fin dall'intestazione un valore particolarmente ufficiale. Dice il testo:
"Decreto. A quest'acqua e alle piscine va dato il nome del mio Santuario. Desidero che tu dica, fino ad inciderlo nel cuore e nella mente di tutti coloro che ricorrono a te, che usino quest'acqua con molta fede e fiducia e si vedranno sempre liberati da gravi infermità; e che prima passino tutti a curare le loro povere anime dalle piaghe che le affliggono per questo mio Santuario dove li aspetta non un giudice per condannarli e dar loro subito il castigo, bensì un Padre che li ama, perdona, non tiene in conto, e dimentica"..
Da qui, appunto, trae ispirazione una delle frasi scolpite sulla facciata delle Piscine: "Usa quest'acqua con fede e amore, sicuro che ti servirà di refrigerio al corpo e di salute all'anima".
Le finalità taumaturgiche di quest'Acqua e la sua interdipendenza con l'azione pastorale del Santuario sono parimenti espresse nella "Preghiera per il Santuario", composta dalla stessa Fondatrice:
"... Benedici, Gesù mio, il tuo grande Santuario e fa che vengano sempre a visitarlo da tutto il mondo: alcuni a domandarti la salute per le proprie membra straziate da malattie che la scienza umana non sa curare; altri a chiederti perdono dei propri vizi e peccati; altri, infine, per ottenere la salute per la propria anima annegata nel vizio... E fa, Gesù mio, che vengano a questo tuo Santuario le persone del mondo intero, non solo col desiderio di curare i corpi dalla malattie più strane e dolorose, ma anche di curare le anime dalla lebbra del peccato mortale e abituale".
Ulteriori precisazioni sulle finalità dell'Acqua ci vengono da altre parole della Madre Speranza. Il 6 febbraio del 1960, quando ancora si era ai primi tentativi di perforazione del Pozzo, partecipando ad un atto comunitario con i suoi Religiosi, così illustrò loro gli scopi dell'Opera: "La Madre... prende occasione per dirci che nell'orto si dovrà trovare l'acqua e che questa dovrà alimentare le Piscine dell'Amore Misericordioso; che a quest'acqua il Signore darà il potere di curare dal cancro e dalla paralisi, figure delle anime in peccato mortale e in peccato veniale abituale".
Questi concetti tornano, ancor meglio sviluppati, nell'estasi avuta presso il Pozzo il 6 maggio, giorno del rinvenimento della prima falda acquifera:
"... Ti ringrazio, Signore! Dà la forza a quest'acqua di guarire il cancro e la paralisi, uno figura del peccato mortale e l'altra del peccato abituale... Il cancro uccide l'uomo, lo disfa; la paralisi lo rende inutile, no lo fa camminare... Dà all'acqua la virtù di far guarire i malati, i malati poveri che non hanno mezzi, anche con una sola goccia d'acqua... Sia quest'acqua la figura della tua grazia e della tua misericordia".
Occorre ancora precisare che, tra le diverse forme di cancro, la Madre Speranza capì chiaramente che occorreva fare una specifica menzione per la leucemia.
La apertura ufficiale delle Piscine
Benché nel novembre del 1960 fosse ormai tutto pronto (Pozzo, Piscine e persino il personale sanitario) la Provvidenza volle che l'uso delle Piscine fosse consentito solo dopo una attesa lunga di 18 anni.
Piuttosto che accennare a questo episodio con la pretesa di individuare responsabilità o titubanze di singoli uomini, è certamente più opportuno limitarsi a rilevare come anche in questa circostanza rifulse "la fede della Madre, l'immolazione della sua obbedienza, il suo pieno abbandono al mistero della divina volontà".
Furono certamente ispirate, a questo proposito, le considerazioni fatte in quei giorni da Mons. Norberto Perini, arcivescovo di Fermo, che era di passaggio a Collevalenza: "(Egli) conferisce con la Madre e la esorta ad aver tanta fiducia e perseveranza perché l'opera del Santuario e delle piscine, essendo un'opera di Dio, se pure attraverso difficoltà e sofferenze, deve andare avanti e il Signore stesso si incaricherà di rimuovere gli ostacoli e superare le difficoltà".
E infatti, con lettera del 19 novembre 1978, il Vescovo di Todi Mons. Decio Lucio Grandoni concedeva il permesso dell'uso delle Piscine a decorrere dal 1° marzo dell'anno successivo. La lettera si chiudeva con questo auspicio: "Confido con questo atto, che pongo nelle mani di Cristo Re, di aver corrisposto alla volontà divina".
I 18 anni di attesa non furono certamente inoperosi. In essi si poterono completare tutte le altre strutture del complesso: la Casa della Giovane nel 1962; la nuova Basilica nel 1965; la Casa del Pellegrino nel 1967; la Casa per gli Infermi nel 1973.
E l'Acqua del Santuario, che nel frattempo veniva regolarmente attinta a livello "privato", iniziò subito a svolgere la sua azione taumaturgica.
Un altro segno
Per una migliore comprensione conviene ricordare ciò che accadde al Pozzo il giorno 14 settembre 1960, festa liturgica dell'Esaltazione della S. Croce. Da una ventina di giorni si cercava di capire come mai l'acqua venisse molto torbida e quale potesse essere la tecnica d'intervento più adatta a superare l'inconveniente. D'improvviso, alle 9,30 del mattino, alla presenza della Madre Speranza e di alcuni testimoni, il pozzo si illuminò all'interno, per un paio di minuti, cosicché tutti poterono vedervi dentro, chiaramente, fino al fondo. Si scorse anche un rigagnolo fangoso che da una certa altezza si riversava sull'acqua sottostante rendendola torbida.
E' possibile vedere in questa circostanza davvero singolare una sorta di "segno catechetico"? Probabilmente, sì. Anche il "pozzo del dolore" che generalmente è oscuro e melmoso può rischiararsi e purificarsi: questo può avvenire o attraverso un pieno ristabilimento, frutto dell'onnipotenza divina, o attraverso una serena ed esemplare accettazione del proprio male, fino a far propria l'eroica espressione della Madre Speranza: "Ti ringrazio, o Signore, che mi hai dato un cuore per amare e un corpo per soffrire"..
Questa, dunque, sembra essere la missione assegnata dalla Divina Provvidenza all'Acqua e alle Piscine del Santuario: illuminare "il pozzo della sofferenza" con la luce radiosa della grazia o, addirittura, con la luce sfolgorante di una piena guarigione, cosicché anche il malato possa sentirsi, in ogni caso, oggetto delle predilezioni dell'Amore Misericordioso del Signore.
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