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domenica 7 aprile 2013

SCRITTI E PENSIERI DI SANT'AGOSTINO.




Sant'Agostino con i suoi scritti, dà un grande insegnamento di buona vita, i suoi pensieri rivelano una conoscenza profonda del
mistero umano, e possono aiutare l'uomo dubbioso, insicuro e povero
di spirito.

Sant'Agostino da leggere:

La somma opera dell'uomo è soltanto lodare Dio. Nella sua bellezza egli
vuole esserti gradito, e a te spetta lodarlo rendendogli grazie. Se la
tua preoccupazione non sarà lodare Dio, allora incominci ad amare te
stesso; e farai parte di coloro dei quali l'Apostolo dice: Saranno
uomini che amano se stessi.
Sii sgradito a te stesso, ti sia gradito colui che ti ha fatto; perché
così ti sarà sgradito ciò che tu hai fatto a te medesimo. La tua opera
sia la lode di Dio, prorompa il tuo cuore in una buona parola. Di'
dunque: l'opera tua al re; perché tu la dica il re ti ha fatto, ed egli
stesso ti ha dato di che offrire a lui. Restituiscigli ciò che è suo:
non andartene lontano, presa la parte del tuo patrimonio, a dissiparlo
con prodigalità in compagnia delle meretrici, e a pascere i porci.
Ricordatevi di questo dal Vangelo. Ma anche per noi è detto: Era morto,
ed è risuscitato; si era perduto ed è stato ritrovato.

AMAR DIO

Tardi T'amai
bellezza così antica,
così nuova,
tardi t'amai!
Ed ecco,
tu eri dentro di me
ed io fuori di me
ti cercavo
e mi gettavo
deforme
sulle belle forme
della tua creazione…
Tu hai chiamato
e gridato,
hai spezzato la mia sordità,
hai brillato
e balenato,
hai dissipato la mia cecità,
hai sparso la tua fragranza
ed io respirai,
ed ora anelo verso di te;
ti ho gustata
ed ora
ho fame e sete,
mi hai toccato,
ed io arsi
nel desiderio
della tua pace
(SANT'AGOSTINO, Le confessioni)

“Che cosa amo quando amo te?”, si chiedeva sant’Agostino. “Amo una
certa luce, una voce, un profumo, un cibo e un amplesso che sono la
luce, la voce, il profumo, il cibo, l’amplesso dell’uomo interiore che
è in me, dove splende alla mia anima una luce che nessun fluire di
secoli può portar via, dove si espande un profumo che nessuna ventata
può disperdere, dove si gusta un sapore che nessuna voracità può
sminuire, dove si intreccia un rapporto che nessuna sazietà può
spezzare. Tutto questo io amo quando amo il mio Dio”.

Se senti vacillare la tua fede per la violenza della tempesta,
calmati, Dio ti guarda.
Se ogni ora che passa cade nel nulla senza più ritornare,
calmati, Dio rimane.
Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza,
calmati, Dio perdona.
Se la morte ti spaventa e temi il mistero e la notte,
calmati, Dio risveglia.
Lui ascolta quando nulla ci risponde,
è con noi quando ci crediamo soli.

Se mi ami non piangere
(Sant'Agostino)

Se conoscessi il mistero immenso
del Cielo dove ora vivo,
questi orizzonti senza fine,
questa luce che tutto investe e penetra,
non piangeresti se mi ami!
Sono ormai assorbito nell'incanto di Dio
nella sua sconfinata bellezza.
Le cose di un tempo sono così piccole al confronto!
Mi è rimasto l'amore di te,
una tenerezza dilatata
che tu neppure immagini.
Vivo in una gioia purissima.
Nelle angustie del tempo
pensa a questa casa ove un giorno
saremo riuniti oltre la morte,
dissetati alla fonte inestinguibile
della gioia e dell'amore infinito.
Non piangere se veramente mi ami!

Il disegno di Dio per l’umanità è di riunire gli uomini in una società
segnata dall’amore e dalla pace. La guerra si contrappone a questo
disegno divino ed è un rinnegamento da parte dell’uomo della sua stessa
natura e trova la sua causa principale nel peccato. Tutto questo viene
esposto nel De Civitate Dei che tratta della città di Dio e della città
terrestre: la guerra è frutto della città terrestre, dove il desiderio
smodato del potere e del dominio generano divisioni, lotte e violenza.
"La pace — scrive Agostino — deve essere nella volontà e la guerra solo
una necessità, affinché Dio ci liberi dalla necessità e ci conservi
nella pace! Infatti non si cerca la pace per provocare la guerra, ma si
fa la guerra per ottenere la pace! Anche facendo la guerra sii dunque
ispirato dalla pace in modo che, vincendo, tu possa condurre al bene
della pace coloro che tu sconfiggi"
(Sant’Agostino, Le lettere, III, 189, 6).


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