Colombina
La maschera di Colombina
si trovano già nelle commedie
di Plauto, fra le furbe
ancelle, ciniche e adulatrici,
sempre pronte a suggerire
alla padrona malizie e astuzie.
Da antica schiava Colombina
nel '500 diventa la Servetta
complice interessata nei
sotterfugi domestici e
amorosi della padrona.
Il nome di Colombina
compare per la prima
volta nella Compagnia
degli Intronati verso il 1530.
Colombina è sempre
l'Amorosa o la moglie
di Arlecchino, assumendo
il nome di Betta, Franeeschina.
Diamantina, Marinetta,
Violetta, Corallina o anche
Arlecchina, secondo le
rappresentazioni.
Servetta del teatro italiano
e Soubrette di quello francese,
Colombina ai nostri tempi finirà
dopo essere passata,
conservando più o meno
i tratti originali del carattere,
per l’opera buffa, il varietà,
l’operetta per approdare alla
Commedia.
Gianduia
Gianduia indossa un tricorno
e la parrucca con il codino.
L'abito è di panno color marrone,
L'abito è di panno color marrone,
bordato di rosso, con un
panciotto giallo e le calze
rosse.
Il personaggio nasce nel '700,
Il personaggio nasce nel '700,
e non ha attinenza con la
commedia dell’arte.
Gianduia, deriva dall'espressione
Gianduia, deriva dall'espressione
piemontese "Gioan d'la douja",
che vuol dire Giovanni del boccale.
Gianduja è originario di
Gianduja è originario di
Caglianetto, in quel di Asti,
è un galantuomo che incarna
lo spirito bonario piemontese,
cui piace il vino, l'allegria e di
cui è proverbiale la distrazione.
Questa maschera, prediletta
Questa maschera, prediletta
dai piemontesi, deve il nome
a una precauzione politica:
fino al 1802, infatti, l’avevano
chiamata Gerolamo, ma quell’anno,
ai primi del nuovo secolo, i
comici pensarono bene di
ribattezzarlo per evitare che
si potesse scorgere allusione
al nome di Gerolamo Bonaparte,
parente dell’imperatore.
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