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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
domenica 28 giugno 2015
ULTIMO SALUTO A LAURA ANTONELLI.
TRATTO DA MARIECLAIRE
Laura Antonelli la femme di
Jean Paul Belmondo. Laura
Antonelli la Venere del
cinema italiano. Laura
Antonelli e i 7 minuti di
nudo che cambiano la tv
italiana. È morta il 21
giugno a 74 anni per un
malore (a oggi non si hanno
approfondimenti) nella sua
casa di Ladispoli Laura
Antonelli (vero nome Laura
Antonaz) l'attrice che ha
recitato con i grandissimi
(da Dino Risi e Ettore Scola)
ma che ha finito i suoi anni
tra i processi e i tribunali
(cocaina e chirurgia estetica),
cadute sul viale del tramonto
(sulla soglia dei 70 anni)
mentre le locandine di cult
come Malizia e Sessomatto
ingiallivano (con lei).
Dieci cose da sapere della
venere istriana. Con foto a
corredo della bellezza.
1.
Educazione fisica. Nata a
Pola nel 1941, fuggita con
i genitori nell'esodo istriano
finisce gli studi a Napoli dove
si diploma all'Istituto
Superiore Pareggiato di
Educazione Fisica, motivo
per cui a Roma sarà insegnate
di "ginnastica" in un liceo
artistico. Fisico scultoreo?
Non proprio ma prestante
certo. Tanto da introdurla
al punto 2.
2.
Le fantastiche
4 istriane. Sembrano le
Charlie's Angeles (anche
se ne mancherebbe una) ma
non lo sono: sono meno di
plastica e più di pancia.
Laura Antonelli con Alida
Valli, Sylva Koscina e Fermi
Benussi forma il gruppo
delle bellissime quattro
dalmati istriane. Non
modelle ma modelli di
sensualità.
3.
La Venere
italiana. I film che
ufficializzano la sua ascesa
a Cinecittà hanno un fil
rouge dichiarato - e non
solo sequel - ovvero Venere,
dea che veglia sul successo
della Antonelli in due film
tra tutti: Venere in pelliccia
(1969), cult erotico di Massimo
Dallamano tratto dal romanzo
di Leopold von Sacher-Masoch
con un'Antonelli fotomodella
ninfomane (altro che Lars Von
Trier). In Italia arriva
fortemente censurato nel 1975
versione Le Malizie di Venere
(malizia fortemente inguinale,
comunque).
4.
Malizia: il cult.
6 miliardi di lire e una
locandina che fa la storia
del cinema. E di Laura
Antonelli. Salvatore Samperi
nel 1973 chiama Antonelli
per farle vincere il nastro
d'argento come miglior
attrice protagonista. Il
suo ruolo è quello di una
donna delle pulizie che
finisce in un menage à trois
familiare notevole. Il sottotesto
è più che malizioso ma Laura si
spoglia solo dopo 70 minuti.
5.
Il quote definitivo. Stupita,
per il successone di Malizia,
(al suo posto si era pensato
prima a Mariangela Melato),
Laura Antonelli rivela «Sono
bassina, un po' tondetta e ho
le gambe piuttosto corte:
chissà perché piaccio».
6.
La relazione con Jean Paul
Belmondo. Lo conosce sul set
del film Trappola per un lupo
di Claude Chabrol (1972):
eros d'autore, 95 minuti di
non proprio cult ma
sufficienti per lanciare
la coppia del secolo.
Antonelli e Belmondo vanno
a letto nel film (lui
tradisce la moglie Mia
Farrow), i due si danno
letteralmente al Belmondo,
e non c'è paparazzo che non
lo sappia. Non finisce bene
dopo quasi un decennio di
amore (e litigi).
7.
Il
nudo integrale. Punto 7
per 7 minuti: ovvero quelli
di nudo integrale che Laura
Antonelli regala al cinema
in Divina Creatura di
Giuseppe Patroni Griffi
(1975) a fianco di Marcello
Mastroianni. Tra i nudi
più "lunghi" del cinema
italiano. Antonelli posa
senza problemi. E porta
ancora a casa lo scettro
di regina dell'eros.
8.
Grandi Magazzini. Il
filmone del pop trash
italiano di Castellano
e Pipolo non dimentica
nessuno: neppure Laura
Antonelli che recita la
parte di Helèna Anzellotti,
versione vestita è
irriconoscibile? Macché,
anche se sul viale del
tramonto (il film è del
1986) la Antonelli stacca
tutti.
9.
Dipendenza da
cocaina. Il 27 aprile 1991
sono 36 i grammi di cocaina
trovati in casa dell'attrice:
fine dell'epoca erotica con
una sentenza che tornerà a
tormentare l'attrice nei
successivi 10 anni tra
tribunali e spese legali.
Verrà assolta definitivamente
nel 2000 perché "non è una
spacciatrice, ma una consumatrice
assidua".
10.
Rimborso statale.
Tra i processi per droga e
quelli successivi per errori
di chirurgia plastica che le
sono costati carriera e salute,
l'attrice riesce a ottenere
un risarcimento di 108.000 euro,
dopo 9 anni passati nei tribunali.
Morirà, comunque, in ristrettezze
economiche.
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