Lasciate ogne speranza, Voi ch' intrate...

Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)































sabato 13 maggio 2017

ALLE MAMME CHE SONO LASSU'........

A te mamma
C'è un posto nel mio cuore,
 in cui ti ritrovo.
In esso domini un regno tutto tuo, 
e sei regina di uno spazio senza fine,
di un tempo senza 
domani.
Ti parlo con le labbra dell'anima, 
che sa piangere e gioire per te, 
ma dimmi, perchè son maggiori
 le lacrime?
Forse sarà perchè ho bisogno di te,
perchè i tuoi occhi sono così immobili,
il tuo sorriso velato,
la tua bocca tremante,
nel silenzio lontano di te che non vedo,
ma che sento tanto vicina e presente in me, 
Mamma! Mamma, che non sei più.
Cesare Borroni

Supplica a Mia Madre 

E' difficile dire con parole di figlio 
ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio. 
Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore, 
ciò che è stato sempre, prima d'ogni altro amore. 
Per questo devo dirti ciò ch'è orrendo conoscere: 
è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia. 
Sei insostituibile. Per questo è dannata 
alla solitudine la vita che mi hai data. 
E non voglio esser solo. Ho un'infinita fame 
d'amore, dell'amore di corpi senza anima. 
Perché l'anima è in te, sei tu, ma tu 
sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù: 
ho passato l'infanzia schiavo di questo senso 
alto, irrimediabile, di un impegno immenso. 
Era l'unico modo per sentire la vita, 
l'unica tinta, l'unica forma: ora è finita. 
Sopravviviamo: ed è la confusione 
di una vita rinata fuori dalla ragione. 
Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire. 
Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile…
Pier Paolo Pasolini

La madre .
La madre è un angelo che ci guarda
che ci insegna ad amare!
Ella riscalda le nostre dita,
 il nostro capo fra le sue ginocchia,
 la nostra anima nel suo cuore:
 ci dà il suo latte quando
siamo piccini,
il suo pane quando
siamo grandi e la sua vita sempre
V. Hugo

Mia madre 
Nelle circostanze più terribili
della mia vita, quando l'oceano ruggiva sotto
la carena, contro i fianchi della mia nave,
sollevata come un sughero; quando le palle
fischiavano alle mie orecchie e piovevano a
me d'intorno fitte come la gragnola, io vedevo
sempre mia madre inginocchiata, immersa e
nella preghiera, ai piedi dell'Altissimo.
Ed in me, quello che trasfondeva quel coraggio,
di cui anch'io rimanevo stupito, era la convinzione
che non poteva cogliermi alcuna disgrazia,
mentre una così santa donna,
un tale angelo pregava per me.
Giuseppe Garibaldi


Lettera alla madre,

Mater dolcissima, ora 
scendono le nebbie,
il Naviglio urta confusamente 
sulle dighe,
gli alberi si gonfiano d'acqua, 
bruciano di neve;
non sono triste nel Nord: non 
sono in pace con me,
ma non aspetto perdono 
da nessuno,
molti mi devono lacrime 
da uomo a uomo.
So che non stai bene, che vivi 
come tutte le madri dei poeti,
povera e giusta nella misura 
d'amore per i figli lontani.
Oggi sono io che ti scrivo...
 Finalmente, dirai,
due parole di quel ragazzo 
che fuggì di notte
con un mantello corto e 
alcuni versi in tasca.
Povero, così pronto di cuore lo 
uccideranno un giorno in qualche luogo.
Certo, ricordo, fu da quel grigio
 scalo di treni lenti
che portavano mandorle e arance,
 alla foce dell'Imera,
il fiume pieno di gazze, di sale, 
d'eucalyptus.
Ma ora ti ringrazio, questo voglio, 
ell'ironia che hai messo sul mio labbro,
mite come la tua.
Quel sorriso m'ha salvato 
da pianti e da dolori.
E non importa se ora ho 
qualche lacrima per te,
per tutti quelli che come te 
aspettano, e non sanno che cosa.
Ah, gentile morte, non toccare
 l'orologio in cucina che batte sopra 
il muro tutta la mia infanzia è 
passata sullo smalto del suo quadrante,
su quei fiori dipinti: non toccare 
le mani, il cuore dei vecchi.
Ma forse qualcuno risponde? 
O morte di pietà morte di pudore.
Addio, cara, addio, mia dolcissima mater.
Salvatore Quasimodo

Nessun commento:

Posta un commento