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sabato 6 maggio 2017

«Ho provato la dieta del digiuno di Valter Longo e queste sono le mie conclusioni»

ARTICOLO TRATTO
 DA MARIE CLAIRE












Quattro beveroni a base di vitamine. 
Sei barrette vegane larghe due dita. 
Un paio di sacchetti di chips di 
insalata. Compresse di vitamine e 
capsule di olio di argan. Bustine da tè
 a base di erbe. Zuppe di zucca istantanee.
 Il kit della dieta del digiuno spedito 
dal sud della California dal laboratorio
 dei ricercatori guidati dal professor
 Valter Longo, è arrivato a 
destinazione: la giornalista del
 TelegraphVictoria Lambert 
l’ha appena ricevuto. La sua box 
contiene le sue colazioni, i suoi
 pranzi e le sue cene che dovrà 
consumare durante i prossimi 
sei giorni. «Quando ho accettato 
di prestarmi a questo esperimento 
non sapevo bene a che cosa andavo
incontro. L’ho capito appena ho
 aperto la scatola. A essere sinceri, 
ho visto cibo per cavie più appetitoso
 di questo». 

Approfonditi gli esiti scientifici
 e studiate le recensioni,
 il provato per tutti di Victoria
 Lambert può avere inizio. 
«Conoscevo l’iter legato al 
regime alimentare delle 
cosiddette diete veloci: in 
teoria niente snack fino al 
tramonto, almeno 500-600
 kcal di verdure e proteine 
al giorno. Ma il piano della 
dieta del digiuno minimo 
è sorprendentemente complesso. 
Il primo giorno si devono 
consumare alimenti composti
 per il 10% da proteine, per 
il 56% di grassi e il 34% di
 carboidrati. Per un totale di 
1.090 calorie. Nei giorni 
seguenti poi, le calorie aumentano 
fino ad arrivare a un totale di 
725 (9% proteine, 44 % grassi,
 47% carboidrati)».
La composizione al milligrammo
 è fondamentale. «La 
composizione è tutto. 
Abbiamo lavorato molto 
duramente per trovare gli importi
 esatti per non far avere mai
 la percezione che si sta 
digiunando», ha spiegato Valter
 Longo al Telegraph. «Anche
 il tempo è importante perché 
l’organismo ha bisogno di 
portare avanti questo regime
 per quattro/cinque giorni prima 
di riprogrammare se stesso 
e di dare inizio al processo 
di rigenerazione e 
ringiovanimento». 

Giorno uno di dieta del
 digiuno minino «Una 
bustina di tè alla menta e
una barretta per cominciare.
 Nonostante i miei dubbi, 
moltissimi, lo snack ha un buon
 sapore e la consistenza croccante
 soddisfa il palato. Non rende 
propriamente sazi, ma è
 sicuramente un inizio 
piacevole. Prendo anche la
 prima capsula di olio di argan.
 Ho una giornata piena di 
appuntamenti, quindi decido d
i assegnare un’altra barretta 
per il pranzo e bevo molta 
acqua minerale. Intorno alle 
18.30 rientro a casa: è quasi 
ora della mia prima zuppa 
istantanea al gusto pomodoro. 
Da gustare insieme a un pacchetto 
di chips di cavolo. L’effetto 
placebo che temevo non è arrivato,
 anzi. Dopo circa mezz’ora dalla
 prima, è tempo di preparare la
 seconda zuppa, a base di funghi 
aromatizzati. Il primo giorno di 
dieta si conclude senza appetito 
feroce né crampi di fame ma con
 un’emicrania folle. Uno tra gli
 effetti collaterali possibili (insieme
 a stanchezza, vertigini e nausea)». 
Giorno due «Mi sveglio e la testa
 ancora palpita. Per colazione mi
 aspetta il mio super energy drink,
un liquido chiaro miscelato con 
acqua. A pranzo, zuppa di vedure. 
Il pomeriggio è un mix interminabile 
di mal di testa e fame. Ingurgito 
la zuppa ma faccio volentieri a 
meno delle chips».
Giorno tre «Per colazione un
 tè alle erbe, una barretta vegan 
e due compresse di paracetamolo:
 l’emicrania inizia a essere insostenibile.
 L’energy drink + zuppa alla zucca 
per pranzo allontana la fame che 
aumenta ora dopo ora. Zuppa 
istantanea gusto funghi per c
ena e chips di kale». 
Giorno quattro «L’emicrania 
è sparita, grazie al cielo. Cosa
 prevede il menu di oggi? Zuppa 
di verdure a pranzo, salto la cena
 per un appuntamento a teatro
 ma porto con me le chips di kale». 
Giorno cinque «Ormai il 
desiderio di portare a termine 
l’esperimento batte quello
 di aprire la scatola dei biscotti 
alle mandorle. Oggi solo zuppe e 
un solo pacchetto di chips. Per
 non pensare alla dispensa e ai 
biscotti, mi faccio una camomilla 
e vado a letto».
Giorno sei «La dieta incalza ma
 la transizione verso il ritorno
 a un’alimentazione “normale” 
deve avere inizio. Si parte 
con succhi di frutta deliziosi
 e una zuppa di pomodoro per 
pranzo. A cena, una piccola porzione 
di spaghetti vegetariani. Sento 
la digestione lavativa tornare in sé».
Giorno sette «Posso riprendere
 a nutrirmi come sette giorni fa.
 Grazie al cielo. Mi preparo uova
 strapazzate e un toast per colazione, 
e mi concedo un aperitivo con vino 
e buffet con qualche amico e 
enza sensi di colpa». 
Conclusione Victoria Lambert ha 
peso cinque chili in cinque giorni 
e due centrimetri dal giro vita
 («Ho il sospetto che avrei potuto 
perdere di più ma forse qualche 
intoppo all’inizio…»). Tre giorni
 dopo aver ricominciato a mangiare 
normalmente ha ripreso tre chili.
L’emicrania che l’ha seguita durante
 tutto l’esperimento è stato il segnale
 più evidente di una sua 
disintossicazione in corso.
«Avevo fame sì. No ho vissuto
 giorno durante quella settimana
 senza il desiderio di cibo. Ma 
basta un briciolo di forza di volontà 
e una famiglia che a cena non mangi
 junk food sotto i tuoi occhi. Morale, 
i lati positivi ci sono stati, eccome. 
Su tutti il sonno. Riuscivo a prendere 
sonno come mai prima d’ora. E poi
 i miei livelli di energia, praticamente
triplicati. Ora mi chiedo, peso a parte, 
dovrei farlo di nuovo? Ci penserò 
finendo l’ultimo sacchetto di 
chips al cavolo». 



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