DA MARIE CLAIRE
Quattro beveroni a base di vitamine.
Sei barrette vegane larghe due dita.
Un paio di sacchetti di chips di
insalata. Compresse di vitamine e
capsule di olio di argan. Bustine da tè
a base di erbe. Zuppe di zucca istantanee.
Il kit della dieta del digiuno spedito
dal sud della California dal laboratorio
dei ricercatori guidati dal professor
Valter Longo, è arrivato a
destinazione: la giornalista del
TelegraphVictoria Lambert
l’ha appena ricevuto. La sua box
contiene le sue colazioni, i suoi
pranzi e le sue cene che dovrà
consumare durante i prossimi
sei giorni. «Quando ho accettato
di prestarmi a questo esperimento
non sapevo bene a che cosa andavo
incontro. L’ho capito appena ho
aperto la scatola. A essere sinceri,
ho visto cibo per cavie più appetitoso
di questo».
Approfonditi gli esiti scientifici
e studiate le recensioni,
il provato per tutti di Victoria
Lambert può avere inizio.
«Conoscevo l’iter legato al
regime alimentare delle
cosiddette diete veloci: in
teoria niente snack fino al
tramonto, almeno 500-600
kcal di verdure e proteine
al giorno. Ma il piano della
dieta del digiuno minimo
è sorprendentemente complesso.
Il primo giorno si devono
consumare alimenti composti
per il 10% da proteine, per
il 56% di grassi e il 34% di
carboidrati. Per un totale di
1.090 calorie. Nei giorni
seguenti poi, le calorie aumentano
fino ad arrivare a un totale di
725 (9% proteine, 44 % grassi,
47% carboidrati)».
La composizione al milligrammo
è fondamentale. «La
composizione è tutto.
Abbiamo lavorato molto
duramente per trovare gli importi
esatti per non far avere mai
la percezione che si sta
digiunando», ha spiegato Valter
Longo al Telegraph. «Anche
il tempo è importante perché
l’organismo ha bisogno di
portare avanti questo regime
per quattro/cinque giorni prima
di riprogrammare se stesso
e di dare inizio al processo
di rigenerazione e
ringiovanimento».
Giorno uno di dieta del
digiuno minino «Una
bustina di tè alla menta e
una barretta per cominciare.
Nonostante i miei dubbi,
moltissimi, lo snack ha un buon
sapore e la consistenza croccante
soddisfa il palato. Non rende
propriamente sazi, ma è
sicuramente un inizio
piacevole. Prendo anche la
prima capsula di olio di argan.
Ho una giornata piena di
appuntamenti, quindi decido d
i assegnare un’altra barretta
per il pranzo e bevo molta
acqua minerale. Intorno alle
18.30 rientro a casa: è quasi
ora della mia prima zuppa
istantanea al gusto pomodoro.
Da gustare insieme a un pacchetto
di chips di cavolo. L’effetto
placebo che temevo non è arrivato,
anzi. Dopo circa mezz’ora dalla
prima, è tempo di preparare la
seconda zuppa, a base di funghi
aromatizzati. Il primo giorno di
dieta si conclude senza appetito
feroce né crampi di fame ma con
un’emicrania folle. Uno tra gli
effetti collaterali possibili (insieme
a stanchezza, vertigini e nausea)».
Giorno due «Mi sveglio e la testa
ancora palpita. Per colazione mi
aspetta il mio super energy drink,
un liquido chiaro miscelato con
acqua. A pranzo, zuppa di vedure.
Il pomeriggio è un mix interminabile
di mal di testa e fame. Ingurgito
la zuppa ma faccio volentieri a
meno delle chips».
Giorno tre «Per colazione un
tè alle erbe, una barretta vegan
e due compresse di paracetamolo:
l’emicrania inizia a essere insostenibile.
L’energy drink + zuppa alla zucca
per pranzo allontana la fame che
aumenta ora dopo ora. Zuppa
istantanea gusto funghi per c
ena e chips di kale».
Giorno quattro «L’emicrania
è sparita, grazie al cielo. Cosa
prevede il menu di oggi? Zuppa
di verdure a pranzo, salto la cena
per un appuntamento a teatro
ma porto con me le chips di kale».
Giorno cinque «Ormai il
desiderio di portare a termine
l’esperimento batte quello
di aprire la scatola dei biscotti
alle mandorle. Oggi solo zuppe e
un solo pacchetto di chips. Per
non pensare alla dispensa e ai
biscotti, mi faccio una camomilla
e vado a letto».
Giorno sei «La dieta incalza ma
la transizione verso il ritorno
a un’alimentazione “normale”
deve avere inizio. Si parte
con succhi di frutta deliziosi
e una zuppa di pomodoro per
pranzo. A cena, una piccola porzione
di spaghetti vegetariani. Sento
la digestione lavativa tornare in sé».
Giorno sette «Posso riprendere
a nutrirmi come sette giorni fa.
Grazie al cielo. Mi preparo uova
strapazzate e un toast per colazione,
e mi concedo un aperitivo con vino
e buffet con qualche amico e
enza sensi di colpa».
Conclusione Victoria Lambert ha
peso cinque chili in cinque giorni
e due centrimetri dal giro vita
(«Ho il sospetto che avrei potuto
perdere di più ma forse qualche
intoppo all’inizio…»). Tre giorni
dopo aver ricominciato a mangiare
normalmente ha ripreso tre chili.
L’emicrania che l’ha seguita durante
tutto l’esperimento è stato il segnale
più evidente di una sua
disintossicazione in corso.
«Avevo fame sì. No ho vissuto
giorno durante quella settimana
senza il desiderio di cibo. Ma
basta un briciolo di forza di volontà
e una famiglia che a cena non mangi
junk food sotto i tuoi occhi. Morale,
i lati positivi ci sono stati, eccome.
Su tutti il sonno. Riuscivo a prendere
sonno come mai prima d’ora. E poi
i miei livelli di energia, praticamente
triplicati. Ora mi chiedo, peso a parte,
dovrei farlo di nuovo? Ci penserò
finendo l’ultimo sacchetto di
chips al cavolo».
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