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venerdì 2 giugno 2017

Soffri di colon irritabile? Ecco 10 alimenti (alcuni impensabili) che dovresti evitare.

ARTICOLO TRATTO
DA MARIE CLAIRE

Spesso determinata da stress
 e ansia, la sindrome del 
colon irritabile può
 insorgere in seguito a emozioni 
forti o a rabbia trattenuta.
 I sintomi sono molto evidenti, 
perché consistono soprattutto 
nel dolore che interessa la
 parte bassa dell’addome
L'intestino può essere stitico, 
diarroico oppure di tipo misto, 
ossia con alternanza tra stipsi e
 diarrea. Molto importante è 
stare attenti all’alimentazione
oltre che evitare tutte le cause 
legate a un’origine psicosomatica.
Cibi da evitare. Tra i cibi 
da consumare con moderazione 
o evitare, accanto a peperoncino
 (1), tè (2), caffè (3) e bevande 
gassate (4), da qualche anno 
si sono aggiunti i FODMAP
 (Fermentable Oligo-saccharides, 
Disaccharides, Mono-
saccharides and Polyols), 
zuccheri dall’alto potere
 fermentativo (fruttosio, 
lattosio, fruttani, xilitolo) che, 
come conferma uno studio 
australiano pubblicato su 
Gastroenterology, accentuano
 i sintomi della sindrome del
 colon irritabile e che si trovano
 in derivati del grano (5) e 
della segale (6), il latte (7), 
alcuni tipi di frutta (8) come
 mango, pera, cocomero, ciliegie,
 albicocche, datteri e fichi,
 il cioccolato (9) e alcune
 verdure (10) soprattutto a 
foglia larga come la cicoria 
e la bietola, ma anche gli
 asparagi, i broccoli, i 
finocchi, i legumi, i peperoni 
e i funghi. 

Cibi da preferire. Una 
nuova ricerca della Mayo
 Clinic pubblicata su British
 Journal of Pharmacology
 ha dimostrato che alcuni 
cibisono indicati nei 
soggetti che soffrono 
di questa sindrome, primi
 tra tutti gli alimenti ricchi
 di fibre, i probiotici, i prebiotici,
 l'olio di menta piperita
 (contrasta i dolori addominali),
 gli enzimi digestivi (soprattutto
 se si soffre di diarrea) e
 l'iberogast, un preparato 
fitoterapico che contiene
l’estratto di nove differenti
 piante, in primis l’iberide 
bianca, e poi radice di angelica, 
fiori di camomilla, cumino,
 cardo mariano, melissa,
 menta piperita, chelidonia e 
radice di liquirizia.
Abbiamo incontrato il 
professor Antonio Iannetti, 
gastroenterologo di Roma, 
per saperne di più.

Cos'è la sindrome del
 colon irritabile?
Detta anche colite spastica 
o colite nervosa, è un disordine
 funzionale dell'intestino, 
caratterizzato da dolore addominale,
 associato spesso a disturbi
 della defecazione o a sintomi 
come il gonfiore e la tensione 
addominale.
Come si diagnostica?
La diagnosi è di esclusione
 e perciò bisogna accertare 
l'assenza di una compromissione
 anatomica o organica del tubo 
digerente o di anomalie di 
laboratorio agli esami ematici. 
Ciò è importante per distinguere
 questa patologia da altre che
 coinvolgono il tubo gastroenterico
 e che si associano ad alterazioni 
anatomiche della mucosa e/o 
della parete dell'intestino e/o
 ad alterazioni biochimiche del 
sangue. È opportuno effettuare
 alcuni esami di laboratorio di
 base e, quando le condizioni 
cliniche lo suggeriscono, ed
 in soggetti che abbiano superato
 i 50 anni o comunque con 
familiarità per malattie 
neoplastiche dell'intestino, 
anche esami strumentali di
 imaging, in primis una colonscopia.
Chi ne è più soggetto?
La sindrome dell'intestino
 irritabile è una condizione
 molto comune e debilitante,
 che interessa circa il 10% 
della popolazione, soprattutto 
di sesso femminile e con un
 tasso più alto di prevalenza
 tra i 30 a i 50 anni.  

Quali sono i cibi da evitare
 e quelli da preferire?
La dieta è importante, ma
 spesso non risolutiva. 
Un eccesso di fibre può
 aumentare la produzione di gas. 
Nei casi clinici a componente 
stitica, l'apporto di fibre morbide, 
25-30 grammi al giorno, può 
aiutare, perché queste costituiscono
 agenti formanti massa, cioè 
aumentano il volume, ma riducono
 la consistenza delle feci, e 
contribuiscono alla regolarizzazione 
della flora batterica intestinale.
 Evitare tutte le sostanze che hanno
 un'azione stimolante sulla motilità
 intestinale come la caffeina e la
 teina, alimenti che fermentano 
come le bevande gassate, legumi
 e la frutta dopo i pasti (meglio 
consumarla lontano).
Si può guarire?
Purtroppo è un disturbo che
 tende a un andamento cronico
 e ricorrente. L'aiuto dello 
specialista è fondamentale, 
per migliorare la qualità della
 vita, e, chi soffre di questo 
disturbo, deve ricorrere a cicli
 terapeutici, deve regolare
 l'alimentazione e l'apporto 
di fibre , favorendo un'attività
 sportiva amatoriale, che possa 
ridurre lo stress del quotidiano.

Come si cura?
La strategia terapeutica 
per la sindrome dell'intestino
 irritabile si basa principalmente 
sul trattamento dei sintomi 
riferiti dal paziente, essendo 
spesso sconosciuta la causa
 scatenante. Talora è opportuno
 il ricorso a lassativi osmotici,
 che hanno un'azione più performante, 
senza irritare la mucosa intestinale.
I farmaci più utilizzati sono i lassativi,
 gli antidiarroici, gli antispastici,
 i procinetici, gli antidepressivi e 
gli ansiolitici. Talvolta si consiglia
 la psicoterapia o la fisioterapia. 

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