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venerdì 9 ottobre 2020
I MISTERI:IL SANGUE DI SAN GENNARO
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Tra i misteri religiosi ce ne sono
alcuni davvero particolari che sembrano
ripetersi nel tempo, alcuni a cadenze
regolari. Uno dei più famosi italiani è
quello della liquefazione del sangue di
San Gennaro, che ancora oggi interessa
erfino la stampa internazionale e che
ogni volta viene comunicata sia sui
giornali che in TV. Ma cosa c’è dietro?
La data di nascita non è certa, ma oggi
si crede che Ianuario sia nato intorno
all’anno 272 d.C. Anche il luogo di nascita
è motivo di discussione, ma essendo stato
vescovo di Benevento è opinione comune
che il martire sia nato nella città sannita.
San Gennaro è un martire venerato dalla
Chiesa cattolica e ortodossa e venne ucciso
a Pozzuoli il 19 settembre del 305. Alla
sua morte il suo corpo venne sepolto nell’Agro Marciano,
ma ad una donna di nome Eugenia venne
concesso di raccogliere un po’ del suo
sangue (pratica comune per le persone
importanti del tempo) e di conservarlo
in due ampolle di vetro.
Un secolo più tardi Giovanni I, il
vescovo di Napoli, fece spostare le
spoglie di Ianuario nelle catacombe
di Capodimonte, che da allora furono
al centro di un intenso culto. Secondo
la tradizione il sangue di San Gennaro
si sarebbe sciolto per la prima volta
proprio nel trasferimento delle sue reliquie.
Nell’831 il principe di Benevento
Sicone I assediò la città di Napoli e
volle riportare i resti nella sua città,
dove restarono fino al 1154. A Napoli
rimasero solo il capo e le ampolle con
il suo sangue, ma bastarono ad alimentare
il culto di San Gennaro nei secoli.
Quando nel 1526 la peste giunse a Napoli i
napoletani fecero voto a San Gennaro di
edificargli una nuova cappella all’interno
del Duomo e così nacque la Cappella del
Tesoro di San Gennaro che ancora oggi
custodisce le sue reliquie.
Su di esse si può leggere l’iscrizione:
“Divo Ianuario e fame bello peste ac
Vesaevi igne miri ope sanguinis
erepta Neapolis civi patr. vindici ”
(A San Gennaro, al cittadino salvatore
della patria, Napoli salvata dalla fame,
dalla guerra, dalla peste e dal fuoco del
Vesuvio, per virtù del suo sangue miracoloso,
consacra).
Oggi le due ampolle sono fissate all’interno
di una piccola teca rotonda; una delle due è
riempita per 3/4, mentre l’altra è semivuota
poiché parte del suo contenuto fu sottratto
da re Carlo di Borbone che, divenuto re
di Spagna, lo portò con sé credendo che
potesse in qualche modo portargli fortuna
e prosperità.
Il sangue di San Gennaro viene esposto
alla venerazione dei fedeli tre volte
l’anno: il sabato precedente la prima
domenica di maggio, il 19 settembre,
giorno della festa di San Gennaro, e
il 16 dicembre, anniversario dell’eruzione
del Vesuvio del 1631. Si dice che San Gennaro
riuscì a fermare la lava arrivata fin quasi
alle porte della città. In queste tre date
solitamente si ripete il fenomeno della
liquefazione del sangue del santo,
considerata dai fedele un miracolo.
Nel corso del secolo scorso vi sono
stati alcuni casi nei quali il prodigioso
fenomeno non è avvenuto e in concomitanza
ci sono stati eventi nefasti:
– Nel settembre 1939 e 1940, in corrispondenza
con l’inizio del secondo conflitto mondiale
e dell’entrata in guerra del Paese, il sangue
non subì alcuna modifica, rimanendo intatto
nelle ampolle.
– Lo stesso avvenne nel 1943, data
dell’occupazione nazista.
– Nemmeno nel 1973 il sangue divento
liquido e fu il periodo in cui si diffuse
a Napoli l’epidemia di colera.
– Successe poi nel settembre 1980, solo
due mesi prima il catastrofico terremoto
avvenuto in Irpinia.
Sembra quindi che San Gennaro voglia
comunicare così presagi nefasti per
la cittadinanza della sua città.
Da molto tempo il fenomeno della liquefazione
del sangue incuriosisce gli scienziati, ma
per non rovinare la reliquia non si possono
effettuare esami diretti. Dall’analisi
spettroscopica sulle ampolle effettuata
dai professori Sperindeo e Januario
il 25 settembre 1902 risulta che il
liquido all’interno è ossiemoglobina,
cioè veramente sangue.
Il CICAP però negli anni si è adoperato
per sfatare il mito, non tanto dimostrando
che il miracolo fosse un falso architettato
dalla Chiesa, quanto nel cercare di riprodurre
il fenomeno con materiali a sua disposizione.
Gli studiosi sono giunti alla fabbricazione
di una sostanza “tissotropica”, ovvero
con la proprietà di diventare meno viscosa
se sottoposta a una sollecitazione meccanica,
come piccole scosse o vibrazioni, e di tornare
allo stato precedente se lasciati indisturbati.
Nonostante questo la sostanza ricreata dal
CICAP ha perso le caratteristiche tissotropiche
dopo soli 2 anni e anche i successivi tentativi
hanno portato a sostanze più elaborate, ma
che mantenevano quelle qualità al massimo 10 anni.
Come è possibile che il sangue umano, che
sappiamo che inizia a coagularsi subito
dopo la morte, ogni anno diventi liquido
in tre precise date? È un miracolo? È uno
scherzo ben architettato? Beh, sicuramente è,
per definizione, un grande mistero.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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