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venerdì 3 settembre 2021
MISTERI:L’esorcismo di Anneliese Michel.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Anneliese Michel nasce il 21 settembre 1952,
in una piccola città della Bavaria, da una
famiglia cattolica di ceto medio-basso Fino
al 1968 la sua vita e’ molto tranquilla almeno
così sembra apparentemente, con una famiglia
composta dai genitori Josef e Anna e da tre
. All’età di sedici anni, inizia a dare segni
di malessere: un’improvvisa rigidità delle membra
impedisce ad Anneliese di controllare il suo corpo.
Trova perfino difficoltà a chiedere aiuto ai suoi genitori.
Alla clinica psichiatrica Wurzburg le diagnosticano
un’epilessia, e in seguito ad un peggioramento
delle condizioni la ricoverano in ospedale per
sottoporla a trattamenti. Le furono prescritti
medicinali per curare sia l’epilesia che le
convulsioni. Nonostante le cure mediche Anneliese
sosteneva di vedere volti demoniaci in tutte
le persone che la circondavano. Lei
crede che queste visioni, sempre più spesso
associate a voci che afferma di sentire,
siano il segno di una possessione diabolica.
Tra i primi sintomi accusati dalla giovane
c’erano paralisi degli arti, uno smisurato
accrescimento del torace, rigidità improvvisa
del corpo e l’impossibilità di parlare.
Fu tuttavia in grado di tornare alle
superiori e conseguire il diploma e di
iscriversi, nel settembre 1973 all’università
di Würzburg per realizzare il suo sogno di
diventare una maestra elementare. Quando le
sue preghiere non l’aiutarono più a
sopportare ciò che le succedeva, Annaliese
si rivolse alla Chiesa, convinta di essere
posseduta dal maligno,
ma in un primo tempo la Chiesa, non le
concesse l’esorcismo invitandola a diventare
più devota. Le condizioni fisiche e psichiche
di Anne peggiorarono, iniziò ad automutilarsi,
mordere i membri della propria famiglia, mangiare
insetti di vario genere sino a staccare e ingurgitare
la testa di un uccello morto. Inoltre si strappava
i vestiti di dosso, guaiva come i cani per giorni
sino a urinare nel pavimento e leccarlo.
Convintasi che ciò che le accadeva fosse colpa
del proprio peccato e di quelli che le stavano
vicino, Anneliese prese a dormire in un pavimento
di pietra come penitenza. Allo stesso tempo nei
momenti in cui si riteneva posseduta distruggeva
qualsiasi simbolo religioso le capitasse a tiro.
Durante la degenza nell’ospedale, i continui attacchi
della ragazza convinsero i medici a riempirla di
tranquillanti per farla stare calma e costringerla
all’alimentazione forzata. La ragazza, però, non
parla di queste esperienze con i medici se non
una sola volta, accennando vagamente al fatto che
i demoni avrebbero iniziato a darle degli ordini.
Il trattamento farmacologico continua, ma senza
alcun giovamento. I genitori di Anneliese nell’estate
del 1973 incontrano diversi sacerdoti, tra cui padre
Ernst Alt, per richiedere loro di effettuare un rituale
di esorcismo sulla figlia, preghiera che viene rifiutata
a favore del trattamento medico, sul quale
i religiosi insistono.
Del resto, l’autorizzazione per un rituale
di esorcismo non è cosa semplice da ottenere:
per eseguire l’esorcismo è necessaria
l’autorizzazione del vescovo diocesano,
autorizzazione che può essere concessa per un
caso specifico oppure in modo generale e
permanente al sacerdote che esercita nella
diocesi il ministero di esorcista; lo stabilisce
il canone 1172 del codice di diritto canonico,
che dichiara che nessuno può proferire legittimamente
esorcismi sugli ossessi, se non ha ottenuto
dall’ordinario del luogo una speciale ed espressa
licenza, e stabilisce che questa licenza debba
essere concessa dall’ordinario del luogo solo
al sacerdote distinto per pietà, scienza, prudenza
e integrità di vita.
La Chiesa in questi casi procede con ponderatezza,
avanzando rigidi criteri e regole in materia di possessione.
Esige prove indiscutibili: avversione al sacro,
capacità di esprimersi in lingue sconosciute o di
comprenderle, una forza oltre la propria condizione.
Dopo averla ufficialmente dichiarata possedu
ta
nel settembre 1975, il Vescovo Josef Stangl
scelse come esorcisti il pastore Ernst Alt
e padre Arnold Renz. Secondo i due esorcisti
si manifestarono sette demoni tra cui Lucifero,
Giuda, Legion e Belial. L’esorcismo andò
avanti per quasi 10 mesi dal settembre ’75 a
giugno ’76. Durante le varie sedute furono
fatte parecchie foto e venne registrato un
nastro di circa un’ora e mezza di durata in cui
si sente Anneliese parlare con voci demoniaca,
in più lingue (oltre il tedesco, lingua madre,
parlò in latino, greco, aramaico e altre lingue
morte) molte volte sdoppiando la voce in due ben
distinte.
Durante questo periodo Anne perse molto
peso perché si rifiutava di mangiare e
bere a causa dei “demoni che glielo impedivano”;
questo portò a un indebolimento e alla debilitazione
del suo corpo, martoriato dalle proprie lesioni
auto inflitte. no la rottura di entrambe le ginocchia.
Inoltre nei momenti di lucidità Anneliese non
faceva altro che pregare e le continue
ginuflessioni le causarono la rottura di
entrambe le ginocchia. Durante il rito di
esorcismo Anneliese mostrava una forza
impressionante, tanto che, in alcune sedute,
per tenerla ci vollero parecchi uomini forti.
Il rito avveniva generalmente due volte a
settimana. Le sue condizioni precipitaronono:
si ammalò di polmonite e le sopraggiunse febbre
alta. Anneliese scrisse delle lettere ai suoi
esorcisti chiedendo la fine del rito e rivelando
di aver avuto un incontro con la Vergine Maria
che la mise di fronte a una scelta: esser liberata
dai demoni e trovare la pace eterna subito, o
continuare a subire la possessione subendo
tutto il potere dei demoni per poter salvare
il mondo e le anime di tutti.
Anne scelse di rimanere per la salvezza
interrompendo la pratica di esorcismo,
dicendo che prima di morire sarebbe stata
libera dai demoni e pronta a morire in Grazia
predicendo inoltre la data della sua morte E’ il
30 giugno 1976 e non è più neanche in grado di
genuflettersi durante l’esorcismo: ha paura,
come dichiara alla madre, e chiede l’assoluzione
all’esorcista. Muore il giorno dopo A mezzanotte
del 1° luglio 1976 Anneliese, come aveva predetto
nelle sue lettere, morì a soli 24 anni. Prima
di morire chiese al prete di pregare per lei,
le ultime parole andarono alla madre alla
quale chiese scusa. L’autopsia rilevò come
causa della morte la forte debilitazione
causate dal malnutrimento e dal disidratamento
(al momento della morte pesava solo 30kg). Secondo
gli agenti che svolsero le indagini e i medic
i che passarono al vaglio il caso, un’alimentazione
forzata (tramite flebo) avrebbe potuto salvare la
vita della giovane. I genitori, il prete e il
pastore furono tutti indagati per omicidio
colposo. Il processo iniziato a marzo 1978
si concluse con il riconoscimento da parte
della giuria della colpa di negligenza e omicidio
colposo a carico dei due clericali e dei genitori
che furono condannati a 6 mesi di reclusione
con la condizionale da considerare già scontati.
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