Lasciate ogne speranza, Voi ch' intrate...
Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
venerdì 24 settembre 2021
MISTERI:Rodney Alcala, the dating game killer.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Questa storia dovrebbe far meditare
su quanto sia pericoloso fidarsi degli
sconosciuti e quanto una situazione
divertente, magari nata per gioco,
possa nascondere insidie anche mortali.
Oggi si parla di speed dating, incontri
al buio, scambi di coppia, cene con lo
sconosciuto, incontri virtuali; anche
un tempo esistevano cose del genere,
ma probabilmente le persone non erano
così pericolose come oggi.
Sì, ho appena scritto una cavolata:
nello scorso secolo i serial killer
non sono affatto mancati e uccidevano
quasi sempre sconosciuti; quello che
intendo è che gli assassini un tempo
tentavano di passare inosservati, mentre
oggi pare che facciano di tutto per
diventare famosi o sfidare le autorità
mostrandosi spesso in pubblico.
Seconda cavolata: anche in passato
qualcuno dei peggiori killer ha
volutamente lasciato indizi o si è
mostrato pubblicamente, deciso forse
a lasciare una traccia di se nella storia.
Certo è che oggi il mistero, l’anonimato,
il desiderio di evasione dagli standard,
la voglia di infrangere le regole attirano
sempre più persone, specialmente ragazzini,
che a volte diventano facili prede per gente
senza scrupoli.
Rodney Alcala è uno di questi assassini
spietati a caccia di giovani ragazze, che
non ha rinunciato a mettersi in mostra
addirittura in TV pur di adescare la sua
vittima. la cosa triste è che ha eluso la
giustizia per 40 anni e nel mentre ha
ucciso molte ragazze, anche bambine, tutt
allo scuro della sua indole malvagia e
aggressiva.
Rodney Alcala è stato condannato a
morte per stupro, tortura e pluriomicidio,
anche di una bambina di 12 anni. La
condanna non è ancora stata eseguita
e attualmente è nel braccio della morte
nel carcere di San Quentin. E’
conosciuto anche come “Dating Game Killer”
perché negli anni ’70 ha partecipato allo
show televisivo “The dating Game”: in
Italia qualcosa di simile fu trasmesso
negli anni ’80 con il nome di “Il gioco
delle coppie” condotto da Marco Predolin.
Alcala addirittura vinse ed ottenne di uscire
con la concorrente che lo scelse tra
tre pretendenti.
Ma andiamo con ordine.
Alcala nacque il 23 agosto 1943 a San
Antonio, Texas, da Raoul Alcala Buquor
e Anna Maria Gutierrez. Il padre abbandonò
la famiglia quando il bambino aveva circa
4 anni, lasciando la moglie da sola ad
allevare lui e le sue due sorelle. Non
navigando nell’oro la madre si trasferì
più volte in cerca di lavoro, fino a
stabilirsi a Los Angeles quando Rodney
aveva 12 anni.
La mancanza di una figura paterna e le
assenze prolungate della madre, che si
arrangiava come poteva facendo la lavapiatti,
le pulizie e altri piccoli lavori, segnarono
profondamente il carattere del ragazzo che
divenne timido e introverso. Anche a scuola
veniva spesso deriso ed emarginato e ne
risentì a tal punto che a 16 anni scappò
da scuola e volle più tornarci.
All’età di 17 anni si arruolò nell’esercito
e vi rimase fino ai 21, quando fu congedato
dall’ufficiale medico con la diagnosi di
“grave personalità antisociale”.
Alcala, allora, deciso a sostenersi con
le sue uniche forze, tentò al fortuna
iscrivendosi alla Scuola di Belle Arti di
UCLA dove nel 1968 si laureò. In quel periodo
Alcala diede segni di una strana perversione
per i nudi femminili, in particolare per
quelli delle bambine ritratte in molte opere
artistiche, tanto che venne speso allontanato
dai musei che visitava o dalla mostre per
comportamenti osceni.
Proprio nel 1968 avvenne il suo primo atti
criminale accertato ( anche se si teme che fu
solo uno di tanti che al contrario sono rimasti
impuniti): nella periferia della città rapì,
torturò e violentò la piccola Tali Shapiro,
di soli 8 anni. Dopo averla adescata mentre
la bambina andava a scuola, la condusse nel
suo appartamento dove abusò di lei e cercò
di sbarazzarsene. Tentò di ucciderla
strangolandola con un filo di metallo, ma
un camionista parcheggiato sotto casa
dell’uomo notò alcune scene attraverso
i vetri della finestra e chiamò la polizia,
che giunse a sirene spianate.
Gli agenti, dopo aver sfondato la porta,
trovarono la ragazzina distesa sul pavimento
della cucina priva di sensi in una pozza
di sangue. A causa della brutalità del
pestaggio pensarono fosse morta e cominciarono
a cercare l’uomo in tutte le stanze
dell’appartamento, ma quando al ragazzina
si destò tutti accorsero a soccorrerla e
Alcala riuscì a scappare dal seminterrato
dileguandosi.
Durante l’ispezione nell’appartamento gli
investigatori trovarono diverse foto, molte
delle quali erano immagini di ragazze molto
giovani o addirittura bambine. Alcune di esse
erano scomparse e per questo si ritiene che
quello non fu il primo crimine di Alcala, ma
che abbia piuttosto ucciso molte volte prima
di quel giorno. Tali Shapiro, domo molti giorni
di ospedale, riuscì a sopravvivere a
quell’aggressione, ma ancora oggi porta
i segni, sia fisici che psicologici di
quell’incontro.
La polizia si mise alla ricerca dell’uomo
e riuscì ad arrivare al suo nome tramite la
pergamena di laurea dell’ UCLA. Ma nel
mentre Alcala fece perdere le sue tracce e
fuggì a New York, dove assunse l’identità
di John Berger.
Invece di nascondersi però si iscrisse alla
scuola di cinema della New York University
e più volte apparve negli spettacoli organizzati
dall’università. Dal 1968 al 1971, anche se
ricercato addirittura dall’FBI, visse in piena
vista di chiunque, diventando addirittura una
sorta di immagine da copertina per i manifesti
degli spettacoli.
Solo nel luglio del 1971, in un campus teatrale
drammatico nel New Hampshire dove Alcala lavorava,
due ragazze lo riconobbero su un poster affisso sui
muri dell’ufficio postale e avvertirono la polizia
del luogo. Rodney Alcala fu finalmente catturato.
Chiuso nella prigione di Los Angeles la sorte volle
essergli favorevole: la famiglia di Tali era migrata
in Messico ed il PM, non avendo un testimone
principale, offrì ad Alcala un patteggiamento nel
quale si dichiarò colpevole di molestie su minori
e venne rilasciato sulla parola dopo 34 mesi.
Otto settimane dopo essere stato rilasciato
tornò in carcere per aver violato la libertà
vigilata e per avere venduto della marijuana
a una 13enne. La ragazzina disse alla polizia
che Alcala l’aveva rapita e legata, ma le sue
parole non vennero mai considerate attendibile e
per Alcala la sentenza fu di altri 2 anni di galera.
Venne rilasciato nel 1977 e tornò a vivere a Los
Angeles, dove ottenne un lavoro come compositore
per il Los Angeles Times.
Alla fine di ottobre del 1977 Alcala convinse la
18enne Jill Barcomb, è da poco trasferitasi in
California, a seguirlo a casa, dove la violentò,
sodomizzò, e uccise strangolandola. Alcala usò un
sasso per sfigurarla in modo da rendere difficile
il riconoscimento, poi con la cintura della ragazza
le legò le gambe attorno alla testa. Per sbarazzarsi
del corpo andò in una zona montagnosa ai piedi
delle colline di Hollywood, dove venne ritrovato
il 10 novembre 1977, ma nulla condusse gli inquirenti
al suo assassino.
Nel mese di dicembre Alcala continuò la sua serie
di omicidi a scapito di Georgia Wixted, di 27 anni,
che violentò, sodomizzò e strangolò. Su di lei
infierì in modo molto cruento con un martello,
che usò per abusare sessualmente della ragazza e
per distruggerle la testa. Temendo i vicini
piuttosto curiosi, Alcala lasciò il corpo nel
suo appartamento di Malibu, chiuso in una scatola
ed abbandonato in uno sgabuzzino.
Nel mese di maggio del 1979, fu il turno della
33enne Charlotte Lamb. Dopo averla violentata
la strangolò con un laccio delle scarpe e lasciò
il suo corpo in una lavanderia di un complesso di
appartamenti a El Segundo, dove venne ritrovata
il 24 giugno 1979.
Un mese dopo Alcala violentò e uccise Jill Parenteau,
di 21 anni, nella sua abitazione a Burbank. Per
strangolarla usò una corda di nylon. In
quell’occasione però la polizia trovò il sangue
dell’omicida sul luogo del delitto perchè Alcala
si tagliò per uscire da una finestra nel tentativo
di non dare nell’occhio. Alcala tornò ad essere
ricercato, ma ciò non lo fermò affatto.
La mattina del 20 giugno 1979, Alcala avvicinò
Robin Samsoe e la sua amica Bridget Wilvert,
entrambe di 12 anni, presentandosi come un fotografo
famoso e chiedendo loro di posare per alcune foto.
Le condusse in spiaggia nei pressi di Huntington
Beach e iniziò a fotografarle, dapprima vestite e
poi nude. Nel pomeriggio Robin tornò in spiaggia
da Alcala, mentre Bridget, forse convinta dai genitori,
decise bene di non farlo.
Alcala rapì Robin, la violentò e uccise per poi
scaricare il suo corpo ai piedi delle montagne di
San Gabriel. Il suo corpo, orribilmente mutilato
dagli animali selvatici, vennero scoperti il 2
luglio 1979.
Dopo l’omicidio Samsoe la polizia riuscì a trovare
tracce di Alcala, sebbene in ritardi rispetto ai
suoi spostamenti. Gli investigatori giunsero ad un
magazzino a Seattle, dove trovarono centinaia di
foto di giovani donne e bambine e un sacchetto di
oggetti personali appartenenti alle vittime che
Alcala collezionava come trofei. Tra di loro la
madre della giovane Robin riconobbe un paio di
orecchini appartenenti alla sua bambina.
Alcala venne riconosciuto da molte persone come
il fotografo della spiaggia quando sparì Robin e
lì venne trovato dalla polizia mentre tentava di
adescare altre due ragazze con al scusa del book
fotografico.
Alcala venne accusato, processato e condannato alla
pena di morte per l’omicidio di Robin Samsoe nel
1980, ma la condanna venne successivamente annullata
dalla Corte Suprema della California. Nel 1986
l’assassino venne nuovamente processato e condannato
a morte per l’omicidio Samsoe, me incredibilmente,
nonostante tutti gli indizi e le prove a suo
carico la Difesa ottenne nuovamente che Alcala
fosse scagionato dall’accusa di omicidio.
In terzo grado di giudizio Alcala si presentò
come avvocato di se stesso, sostenendo di essere
stato a Knott Berry Farm il pomeriggio in cui la
Samsoe viene assassinata. Il suo egocentrismo
smisurato lo condusse ad inscenare una vera e
propria commedia in aula durante la quale prese
la parola e iniziò a interrogare se stesso in
terza persona, cambiando tono a seconda di chi
interpretava, comportandosi alla stregua di un
avvocato o dell’imputato a seconda dei casi.
Nel processo a suo carico, intanto, si sommarono
le accuse per gli omicidi delle altre 4 vittime
di Los Angeles, ma Alcala non perse tempo a
contestarle e si impuntò piuttosto nel completare
i suoi personaggi incentrandosi sul caso di Robi
n Samsoe.
Durante l’arringa finale Alcala tentò di influenzare
la giuria per convincerla a non infliggergli la pena
di morte, ma di aver bisogno di cure psichiatriche,
suonando la canzone “Alice’s Restaurant” di Arlo Guthrie,
e cantandone ad alta voce in aula il ritornello:
<>
La sua strategia non ebbe il successo
sperato e la giuria gli sanzionò la pena
di morte che il giudice accettò senza
ripensamenti. Il 25 febbraio 2010 Alcala
venne ritenuto colpevole di tutte e cinque
le accuse di omicidio, di sequestro di persona
e di quattro accuse di stupro.
Subito dopo la condanna la polizia di Huntington
pubblicò e divulgò tra la gente 120 foto che Alcala
teneva nelle sue residenze, tutte di ragazze o
bambine: Sospettando che le vittime fossero molte
di più i detective chiesero l’aiuto delle persone
per identificare le donne e le adolescenti delle
foto. Da allora molti dei volti sconosciuti sono
stati identificati e parecchi dei quali non sono
più tornati a casa.
Oggi Alcala attende in carcere l’esecuzione della
condanna e si dice pentito per il suo operato.
Apro solo una piccola parentesi solo per spiegare
il perchè viene ricordato come “Dating Game Killer”.
Nel 1978 Rodney Alcala si presentò come concorrente
al game show “The Dating Game” e con il suo charme
riuscì a sbaragliare gli altri due pretendenti
convincendo Cheryl Bradshaw a sceglierlo come
candidato ad un appuntamento galante. Sempre
divertente ad ogni risposta, adulatore e posato
nel comportamento, riuscì anche ad ottenere il favore
del pubblico presente che a gran voce chiamò il
suo nome mentre la ragazza stava decidendo sulla
sua scelta finale.
Ma mentre il fascino e i suoi sorrisi non avevano
rivali sul palco, Alcala mostrò un lato più sinistro
quando incontrò nella stanza verde nel retro della
trasmissione la giovane Cheryl. Lì si presentarono e
fecero le prime parole guardandosi negli occhi.
<>
Queste furono le parole di Cheryl Bradshaw diversi
anni dopo la cattura di Alcala. Per sua fortuna anche
se Alcala aveva vinto un appuntamento con Bradshaw,
la donna aveva tutto il diritto di rifiutare di uscire
con lui, secondo le regole del gioco. Fu la scelta che
probabilmente le salvò la vita.
FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere
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