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venerdì 12 novembre 2021
MISTERI:IL CASTELLO DI FUMONE E IL SUO SINISTRO PASSATO
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Il piccolo borgo medievale di Fumone
sorge sopra un’altura in provincia di
Frosinone, circondato da colli ameni ed
uliveti.
Come ogni borgo medievale che si rispetti
anche Fumone ha il suo castello, costruito
tra il IX ed il X secolo. In passato quasi
tutte le fortezze hanno vissuto momenti
spiacevoli come assalti, carestie ed epidemie,
ma questo castello è stato testimone di vicende
decisamente macabre.
Già si dal suo primo utilizzo non si
fece una fama piacevole: infatti fu
adibito a prigione per la Chiesa e bene
presto venne conosciuto come un luogo
di torture indicibili, condizioni disumane
dei prigionieri e la molte, moltissime
condanne a morte sentenziate ingiustamente.
Tra i prigionieri ha annoverato anche
figure storiche molto importanti, come
l’ “antipapa” Gregorio VIII, che fu murato
vivo in un’intercapedine del castello, e
papa Celestino V, che vi morì il 19 maggio 1296
trapassato da un chiodo: il teschio presenta
un foro causato da un oggetto appuntito e
ciò fa pensare che nemmeno lui fu esonerato
dalle folli torture medievali.
Ma la vicenda più famosa avvenuta nel
castello di Fumone è quella del marchesino
Francesco Longhi, che ha circondato la
costruzione di un’aura di mistero e orrore.
Francesco nacque nel 1795 e fu il settimo
figlio del Marchese Longhi, il figlio
maschio tanto desiderato dopo sei femmine.
La sua nascita aveva riempito di gioia
il cuore della madre e del padre che
tanto lo avevano desiderato, ma aveva
anche riempito di odio il cuore delle
sue sorelle che vedevano in lui un
potenziale nemico. Infatti egli
avrebbe ereditato tutti i beni di
famiglia, costringendo le sue sorelle
o a matrimoni combinati per interessi
politici, o a prendere i voti nei
conventi della zona.
Le sei sorelle approfittarono della
sfarzosa festa per il quinto compleanno
del marchesino e misero in atto un
tremendo piano ai suoi danni: per tre
giorni misero dei pezzetti di vetro
nel cibo del bambino che ben presto
cominciò ad accusare tremendi dolori
che lo portarono alla morte cinque
giorni dopo il suo compleanno, dopo
una lenta e atroce agonia.
La madre, straziata dal dolore
causato dalla perdita di quel
figlio tanto atteso ed amato,
ordinò che venisse imbalsamato affinché
la sua memoria non cadesse nell’oblio.
Non è ben chiara la tecnica che fu usata
per conservare il corpo, ma la cera e
gli unguenti hanno ottenuto un effetto
duraturo nel tempo, conservandolo
perfettamente.
Si dice che la marchesa cambiasse ogni
giorno i vestiti del bambino e che continuasse
ad accudirlo come se fosse ancora vivo.
Il corpo imbalsamato del marchesino è
custodito all’interno di una teca e ancora
oggi si conserva sorprendentemente intatto.
Ad appesantire l’atmosfera del castello fu
la decisione, sempre della madre, di far
ridipingere tutti i ritratti presenti
facendo togliere qualsiasi immagine
gioiosa e serena.
La leggenda vuole che il castello sia
infestato dalla presenza del fantasma di
Emilia Caetani Longhi, la madre del piccolo
Francesco. Ogni notte la presenza sarebbe
udibile percorrere con passo inquieto le
stanze verso la teca fino a prendere in
braccio il figlio per cullarlo, ancora
una volta, tra singhiozzi e lamenti.
Allo stesso modo il fantasma del piccolo
marchese si manifesterebbe in molte notti,
spostando o nascondendo oggetti in giro
per il castello.
Di tanto in tanto vengono ancora udite
provenire dai sotterranei le urla ed i
gemiti dei poveri condannati alle sofferenze
delle prigioni e c’è chi giura di vedere
globi luminosi percorrere i corridoi
freddi e buoi della fortezza duranti
le notti di estate.
Infine il castello ha un luogo ancora
più macabro delle prigioni,
chiamato”il Pozzo delle Vergini”.
Il tempo non è stato clemente con
le parti esterne del castello, ma
il pozzo è ancora visibile, anche se
non visitabile. Si tratta di un pozzo
stretto e molto profondo dove venivano
gettate le donne appena sposate che non
giungevano vergini al letto del
proprietario del castello.
In passato esisteva una pratica
chiamata”jus primae noctis”, che
venne studiata per lo più per ricavare
un po’ più di denaro rispetto alle
normali tasse già pesanti sui contadini.
Venne attuata pochissime volte e per
evitarla di solito il castellano
imponeva un obolo da pagare al padre
della futura sposa. Qui a Fumone però
si esigeva che la regola venisse applicata
alla lettera: tutte le ragazze in procinto
di matrimonio, prima di perdere il loro
candore, dovevano trascorrere la prima
notte dopo le nozze nel letto del signore
del luogo. L a cosa venne addirittura
amplificata a tutte le ragazze in età
da marito (ai 16 anni venivano reclamate
una notte al castello).
Si dice che molte contadinelle vennero
gettate nel pozzo dopo la notte con il
signore del castello, dove le poverette,
se non morivano sul colpo, morivano lentamente
per le fratture e la fame tra urla strazianti
che risuonavano per tutto il borgo.
Il Castello di Fumone è quindi conosciuto
per le numerose vicende passate che lo riguardano e,
come molti borghi teatro di eventi tragici,
può vantare un folto numero di fantasmi ed
eventi paranormali.
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