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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
venerdì 24 dicembre 2021
MISTERI:Rodney Alcala, the dating game killer
IL BLOG DI SMINZ AUGURA BUONE FESTE, E
RITORNA CON NUOVI MISTERI DA LEGGERE IL
15 GENNAIO 2022 SABATO.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Questa storia dovrebbe far meditare
su quanto sia pericoloso fidarsi degli
sconosciuti e quanto una situazione
divertente, magari nata per gioco,
possa nascondere insidie anche mortali.
Oggi si parla di speed dating, incontri
al buio, scambi di coppia, cene con lo
sconosciuto, incontri virtuali; anche
un tempo esistevano cose del genere, ma
probabilmente le persone non erano così
pericolose come oggi.
Sì, ho appena scritto una cavolata:
nello scorso secolo i serial killer
non sono affatto mancati e uccidevano
quasi sempre sconosciuti; quello che
intendo è che gli assassini un tempo
tentavano di passare inosservati,
mentre oggi pare che facciano di
tutto per diventare famosi o sfidare
le autorità mostrandosi spesso in
pubblico.
Seconda cavolata: anche in passato
qualcuno dei peggiori killer ha
volutamente lasciato indizi o si è
mostrato pubblicamente, deciso forse
a lasciare una traccia di se nella
storia. Certo è che oggi il mistero,
l’anonimato, il desiderio di evasione
dagli standard, la voglia di infrangere
le regole attirano sempre più persone,
specialmente ragazzini, che a volte
diventano facili prede per gente senza
scrupoli.
Rodney Alcala è uno di questi assassini
spietati a caccia di giovani ragazze,
che non ha rinunciato a mettersi in
mostra addirittura in TV pur di adescare
la sua vittima. la cosa triste è che
ha eluso la giustizia per 40 anni e
nel mentre ha ucciso molte ragazze,
anche bambine, tutte allo scuro della
sua indole malvagia e aggressiva.
Rodney Alcala è stato condannato a
morte per stupro, tortura e pluriomicidio,
anche di una bambina di 12 anni. La
condanna non è ancora stata eseguita
e attualmente è nel braccio della mort
nel carcere di San Quentin. E’
conosciuto anche come “Dating Game
Killer” perché negli anni ’70 ha
partecipato allo show televisivo
“The dating Game”: in Italia qualcosa
di simile fu trasmesso negli anni ’80
con il nome di “Il gioco delle coppie”
condotto da Marco Predolin. Alcala
addirittura vinse ed ottenne di uscire
con la concorrente che lo scelse tra tre
pretendenti.
Ma andiamo con ordine.
Alcala nacque il 23 agosto 1943 a
Buquor e Anna Maria Gutierrez. Il
padre abbandonò la famiglia quando
il bambino aveva circa 4 anni, lasciando
la moglie da sola ad allevare lui e le
sue due sorelle. Non navigando nell’oro
la madre si trasferì più volte in cerca
di lavoro, fino a stabilirsi a Los Angeles
quando Rodney aveva 12 anni.
La mancanza di una figura paterna e
le assenze prolungate della madre,
che si arrangiava come poteva facendo
la lavapiatti, le pulizie e altri piccoli
lavori, segnarono profondamente il
carattere del ragazzo che divenne timido
e introverso. Anche a scuola veniva
spesso deriso ed emarginato e ne risentì
a tal punto che a 16 anni scappò da
scuola e volle più tornarci.
All’età di 17 anni si arruolò nell’esercito
e vi rimase fino ai 21, quando fu congedato
dall’ufficiale medico con la diagnosi di
“grave personalità antisociale”.
Alcala, allora, deciso a sostenersi con
le sue uniche forze, tentò al fortuna
iscrivendosi alla Scuola di Belle Arti
di UCLA dove nel 1968 si laureò. In quel
periodo Alcala diede segni di una strana
perversione per i nudi femminili, in
particolare per quelli delle bambine ritratte
in molte opere artistiche, tanto che venne
speso allontanato dai musei che visitava o
dalla mostre per comportamenti osceni.
Proprio nel 1968 avvenne il suo primo
atti criminale accertato ( anche se si
teme che fu solo uno di tanti che al
contrario sono rimasti impuniti): nella
periferia della città rapì, torturò e
violentò la piccola Tali Shapiro, di soli
8 anni. Dopo averla adescata mentre la
bambina andava a scuola, la condusse nel
suo appartamento dove abusò di lei e cercò
di sbarazzarsene. Tentò di ucciderla
strangolandola con un filo di metallo,
ma un camionista parcheggiato sotto casa
dell’uomo notò alcune scene attraverso i
vetri della finestra e chiamò la polizia,
che giunse a sirene spianate.
Gli agenti, dopo aver sfondato la porta,
trovarono la ragazzina distesa sul pavimento
della cucina priva di sensi in una pozza di
sangue. A causa della brutalità del pestaggio
pensarono fosse morta e cominciarono a
cercare l’uomo in tutte le stanze dell’appartamento,
ma quando al ragazzina si destò tutti
accorsero a soccorrerla e Alcala riuscì
a scappare dal seminterrato dileguandosi.
Durante l’ispezione nell’appartamento gli
investigatori trovarono diverse foto, molte
delle quali erano immagini di ragazze molto
giovani o addirittura bambine. Alcune di
esse erano scomparse e per questo si ritiene
che quello non fu il primo crimine di Alcala,
ma che abbia piuttosto ucciso molte volte
prima di quel giorno. Tali Shapiro, domo molti
giorni di ospedale, riuscì a sopravvivere a
quell’aggressione, ma ancora oggi porta i
segni, sia fisici che psicologici di quell’incontro.
La polizia si mise alla ricerca dell’uomo e
riuscì ad arrivare al suo nome tramite la
pergamena di laurea dell’ UCLA. Ma nel mentre
Alcala fece perdere le sue tracce e fuggì a
New York, dove assunse l’identità di John Berger.
Invece di nascondersi però si iscrisse alla
scuola di cinema della New York University
e più volte apparve negli spettacoli organizzati
dall’università. Dal 1968 al 1971, anche se
ricercato addirittura dall’FBI, visse in piena
vista di chiunque, diventando addirittura una
sorta di immagine da copertina per i manifesti
degli spettacoli.
Solo nel luglio del 1971, in un campus teatrale
drammatico nel New Hampshire dove Alcala
lavorava, due ragazze lo riconobbero su un
poster affisso sui muri dell’ufficio postale
e avvertirono la polizia del luogo. Rodney
Alcala fu finalmente catturato.
Chiuso nella prigione di Los Angeles la sorte
volle essergli favorevole: la famiglia di
Tali era migrata in Messico ed il PM, non
avendo un testimone principale, offrì ad
Alcala un patteggiamento nel quale si dichiarò
colpevole di molestie su minori e venne
rilasciato sulla parola dopo 34 mesi.
Otto settimane dopo essere stato rilasciato
tornò in carcere per aver violato la libertà
vigilata e per avere venduto della marijuana
a una 13enne. La ragazzina disse alla polizia
parole non vennero mai considerate attendibile
e per Alcala la sentenza fu di altri 2 anni
di galera.
Venne rilasciato nel 1977 e tornò a vivere
a Los Angeles, dove ottenne un lavoro come
compositore per il Los Angeles Times.
Alla fine di ottobre del 1977 Alcala convinse
la 18enne Jill Barcomb, è da poco trasferitasi
in California, a seguirlo a casa, dove
la violentò, sodomizzò, e uccise strangolandola.
Alcala usò un sasso per sfigurarla in modo
da rendere difficile il riconoscimento, poi
con la cintura della ragazza le legò le gambe
attorno alla testa. Per sbarazzarsi del corpo
andò in una zona montagnosa ai piedi delle
colline di Hollywood, dove venne ritrovato
il 10 novembre 1977, ma nulla condusse gli
inquirenti al suo assassino.
Nel mese di dicembre Alcala continuò la sua
serie di omicidi a scapito di Georgia Wixted,
di 27 anni, che violentò, sodomizzò e strangolò.
Su di lei infierì in modo molto cruento
con un martello, che usò per abusare
sessualmente della ragazza e per distruggerle
la testa. Temendo i vicini piuttosto curiosi,
Alcala lasciò il corpo nel suo appartamento di
Malibu, chiuso in una scatola ed abbandonato
in uno sgabuzzino.
Nel mese di maggio del 1979, fu il turno della
33enne Charlotte Lamb. Dopo averla violentata
la strangolò con un laccio delle scarpe e lasciò
il suo corpo in una lavanderia di un complesso
di appartamenti a El Segundo, dove venne ritrovata
il 24 giugno 1979.
Un mese dopo Alcala violentò e uccise
Jill Parenteau, di 21 anni, nella sua abitazione
a Burbank. Per strangolarla usò una corda di
nylon. In quell’occasione però la polizia trovò
il sangue dell’omicida sul luogo del delitto
perchè Alcala si tagliò per uscire da una
finestra nel tentativo di non dare
nell’occhio. Alcala tornò ad essere
ricercato, ma ciò non lo fermò affatto.
La mattina del 20 giugno 1979, Alcala
avvicinò Robin Samsoe e la sua amica
Bridget Wilvert, entrambe di 12 anni,
presentandosi come un fotografo famoso
e chiedendo loro di posare per alcune
foto. Le condusse in spiaggia nei pressi
di Huntington Beach e iniziò a fotografarle,
dapprima vestite e poi nude. Nel
pomeriggio Robin tornò in spiaggia da
Alcala, mentre Bridget, forse convinta
dai genitori, decise bene di non farlo.
Alcala rapì Robin, la violentò e uccise
per poi scaricare il suo corpo ai piedi
delle montagne di San Gabriel. Il suo corpo,
orribilmente mutilato dagli animali selvatici,
vennero scoperti il 2 luglio 1979.
Dopo l’omicidio Samsoe la polizia
riuscì a trovare tracce di Alcala,
sebbene in ritardi rispetto ai suoi
spostamenti. Gli investigatori giunsero
ad un magazzino a Seattle, dove trovarono
centinaia di foto di giovani donne e bambine
e un sacchetto di oggetti personali
appartenenti alle vittime che Alcala
collezionava come trofei. Tra di loro
la madre della giovane Robin riconobbe
un paio di orecchini appartenenti alla
sua bambina.
Alcala venne riconosciuto da molte persone
come il fotografo della spiaggia quando
sparì Robin e lì venne trovato dalla
polizia mentre tentava di adescare altre
due ragazze con al scusa del book fotografico.
Alcala venne accusato, processato e condannato
alla pena di morte per l’omicidio di Robin
Samsoe nel 1980, ma la condanna venne
successivamente annullata dalla Corte
Suprema della California. Nel 1986
l’assassino venne nuovamente processato
e condannato a morte per l’omicidio Samsoe,
me incredibilmente, nonostante tutti gli
indizi e le prove a suo carico la Difesa
ottenne nuovamente che Alcala fosse
scagionato dall’accusa di omicidio.
In terzo grado di giudizio Alcala si
presentò come avvocato di se stesso,
sostenendo di essere stato a Knott Berry
Farm il pomeriggio in cui la Samsoe
viene assassinata. Il suo egocentrismo
smisurato lo condusse ad inscenare una
vera e propria commedia in aula durante
la quale prese la parola e iniziò a
interrogare se stesso in terza persona,
cambiando tono a seconda di chi interpretava,
comportandosi alla stregua di un avvocato
o dell’imputato a seconda dei casi.
Nel processo a suo carico, intanto,
si sommarono le accuse per gli omicidi
delle altre 4 vittime di Los Angeles,
ma Alcala non perse tempo a contestarle
e si impuntò piuttosto nel completare
i suoi personaggi incentrandosi sul
caso di Robin Samsoe.
Durante l’arringa finale Alcala tentò
di influenzare la giuria per convincerla
a non infliggergli la pena di morte, ma di
aver bisogno di cure psichiatriche, suonando
la canzone “Alice’s Restaurant” di Arlo Guthrie,
e cantandone ad alta voce in aula il ritornello:
<>
La sua strategia non ebbe il successo sperato
e la giuria gli sanzionò la pena di morte che
il giudice accettò senza ripensamenti. Il 25
febbraio 2010 Alcala venne ritenuto colpevole
di tutte e cinque le accuse di omicidio, di
sequestro di persona e di quattro accuse di
stupro.
Subito dopo la condanna la polizia di
Huntington pubblicò e divulgò tra la gente
120 foto che Alcala teneva nelle sue residenze,
tutte di ragazze o bambine: Sospettando che le
vittime fossero molte di più i detective chiesero
l’aiuto delle persone per identificare le donne
e le adolescenti delle foto. Da allora molti dei
volti sconosciuti sono stati identificati e
parecchi dei quali non sono più tornati a casa.
Oggi Alcala attende in carcere l’esecuzione della
condanna e si dice pentito per il suo operato.
Apro solo una piccola parentesi solo per spiegare
il perchè viene ricordato come “Dating Game Killer”.
Nel 1978 Rodney Alcala si presentò come concorrente
al game show “The Dating Game” e con il suo charme
riuscì a sbaragliare gli altri due pretendenti
convincendo Cheryl Bradshaw a sceglierlo come
candidato ad un appuntamento galante. Sempre
divertente ad ogni risposta, adulatore e posato
nel comportamento, riuscì anche ad ottenere il
favore del pubblico presente che a gran voce
chiamò il suo nome mentre la ragazza stava
decidendo sulla sua scelta finale.
Ma mentre il fascino e i suoi sorrisi non
avevano rivali sul palco, Alcala mostrò un lato
più sinistro quando incontrò nella stanza verde
nel retro della trasmissione la giovane Cheryl.
Lì si presentarono e fecero le prime parole
guardandosi negli occhi.
<>
Queste furono le parole di Cheryl Bradshaw
diversi anni dopo la cattura di Alcala.
Per sua fortuna anche se Alcala aveva
vinto un appuntamento con Bradshaw,
la donna aveva tutto il diritto di
rifiutare di uscire con lui, secondo
le regole del gioco. Fu la scelta
che probabilmente le salvò la vita.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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