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venerdì 25 marzo 2022
MISTERI:LA GROTTA DELLE STRIARE-LEGGENDE METROPOLITANE
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Il potere della Chiesa in Italia ha
sicuramente influito sulle credenze,
sulle tradizioni e le leggende che tutt’oggi
si tramandano di genitori in figlio. Se
analizziamo il folclore delle varie regioni
una delle figure costanti da nord a sud è
la strega, che poi un ogni zona cambia
leggermente, viene adattata e personalizzata.
Le streghe sono state e sono figure molto
presenti nella tradizione italiana e hanno
assunto diversi nomi.
Nel Salento vengono chiamate “macare”
o “striare” e ancora oggi si parla di
luoghi dove sarebbero solite ritrovarsi.
Sulla bellissima falesia che collega il
porto di Castro con Porto Miggiano a pochi
metri dal mare si apre la Grotta delle
Striare. Siamo sulla costa di Santa Cesarea
Terme dove si può godere di panorami
stupendi, ma anche misteriosi per via dei
molti anfratti che creano un gioco di luce
e ombre molto suggestivo.
Questa grotta prende il nome da
antiche dicerie secondo cui al suo
interno si radunavano le striare per
mescere pozioni, danzare con il diavolo
e lanciare i loro anatemi sulla brava
gente. Ad alimentare questa credenza ci
sono delle rocce alla sua entrata che
sembrano mani femminili dotate di lunghe
unghie che, soprattutto al calare del
sole, creavano un senso di inquietudine
tale da convincere gli abitanti della
zona che questa grotta fosse abitata
da streghe.
Anche i più scettici evitavano di
avvicinarsi e chi era talmente coraggioso
da voler controllare con i propri occhi
tornava in città affermando di aver
visto i vapori dei calderoni e aver
annusato l’odore pestilenziale delle
pozioni venefiche delle striare. Su
questa cosa bisogna precisare che
non erano invenzioni, ma era tutto
vero: probabilmente non c’erano
effettivamente le streghe nella grotta,
ma ancora oggi si possono vedere dei
vapori sprigionarsi dall’acqua, in
realtà dovuti alle acque delle sorgenti
sulfuree; in quanto all’odore, in certi
periodi dell’anno, quando c’era scirocco,
nell’aria si mescolavano le esalazioni
dell’acqua salata con quelle sulfuree,
creando il classico odore di uova marce
che si spandeva fino all’entrata della
grotta.
Non dimentichiamo poi che le streghe,
come figure negative del folclore
italiano, sono giunte fino ad oggi e
ancora i nostri nonni erano soliti accusarle
ogni qual volta succedevano incidenti nei
campi, in casa o fatti difficilmente spiegabili.
Qui nel Salento poi le streghe (è sbagliato definirle
tali, ma le chiamo così per capirci) ancora oggi
si radunano per il culto della natura in particolari
date e danno luogo a rituali e cerimonie che
a qualcuno fanno ancora storcere il naso (il
famoso culto wicca). Qui quindi l’ideologia di
strega non è mai stato abbandonato pienamente
e, sebbene le odierne streghe non danzino
assieme al diavolo di notte e non lanciano
anatemi agli sfortunati contadini, ancora
oggi sono additata come donne da evitare e
pericolose.
Nei paesini sono in molti a sostenere che
ancora oggi, in alcune notti di luna piena
e fino all’alba si diffondono nell’aria suoni
e rumori spaventosi, grida, canti e risate
oscene che terrorizzano perfino gli animali
domestici nelle fattorie. Si dice che, se
aveste la sfortuna di avvicinarci alla
grotta di notte, è probabile che veniate
coinvolti in un sabba e, se non volete esser
costretti a ballare freneticamente per una
notte intera e morire stremati, dovete
recitare per tre volte consecutive questa
filastrocca di scongiuro:
«Zzumpa e balla, pisara, zzumpa
e balla forte, se scappi de stu chiacculu
non essi cchiui de notte…
Sutta l’acqua e sutta lu jentu
sutta lu noce de lu mulinu a jentu.»
FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere
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