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venerdì 1 luglio 2022
MISTERI: CURIOSITA'-KATSKHI PILLAR, L’EREMO PIÙ ISOLATO AL MONDO.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Gli asceti e gli eremiti non sono
semplici misantropi, ma persone che
si isolano dal resto della società alla
ricerca di una pace interiore o per
staccarsi delle cose terrene ed avvicinarsi
a Dio. Da noi in Occidente gli eremiti
sono rimasti in pochi e gli asceti per
lo più si riuniscono in templi e chiese
isolati nei quali vivono secondo rigide
regole autoimposte.
Tra tutti c’è un luogo davvero impervio
che non solo è isolato, ma è difficile da
raggiungere per chiunque, perfino dal suo
unico abitante: si tratta del Katskhi Pillar,
una chiesa edificata sopra un pilastro di
oltre 40 m di altezza.
Il Katskhi Pillar è conosciuto anche
come “Pilastro della vita” ed è considerato
un luogo sacro dagli ortodossi. Si trova
in Georgia nella regione dell’Imereti
nei pressi di un affluente del fiume
Q’virila e vicino alla città di Chiatura.
Di questo eremo si hanno notizie
già dal XVI secolo, quando alcuni
monaci georgiani decisero di ritirarsi
sul pilastro di roccia alla ricerca
dell’illuminazione spirituale; poi
della chiesa si persero le notizie e
fino al 1944 fu lasciata in stato di
abbandono e preda alla vegetazione e
alle intemperie. Quell’anno Alexander
Japaridze e il suo gruppo di scalatori
volle salire sulla cima del Katskhi Pillar
e lì riscoprì quel luogo dimenticato.
L’edificio ha una superficie di circa
150 m2 e ha risentito dei molti decenni
di abbandono; è composto dalla chiesa vera
e propria, dedicata a Massimo il Confessore,
una cripta, tre celle dove dormivano gli
eremiti e un muro di protezione.
Si è dovuto attendere il 1995 affinchè
qualcuno decidesse di tornarci a vivere:
il monaco Maxime Qavtaradze, nativo di
Chiatura, si è arrampicato lungo il
pilastro e lì ha iniziato la sua vita
da eremita. Nel 1999, su sua richiesta,
iniziò lo studio architettonico della
struttura e tra il 2005 e il 2009 fu
eseguito il restauro delle parti principali
del tempio grazie all’Agenzia per la
conservazione dei Beni Culturali della
Georgia. Per i primi due anni Maxime ha
dormito in un frigorifero per proteggersi
dalle intemperie; poi nel 1997 gli fu
portato un letto.
Il monaco oggi vive in parziale
isolamento, scendendo a terra non
più di due volte a settimana per procurarsi
le provviste ed intrattenersi con le
persone in difficoltà dispensando loro
consigli. Il cibo e i beni primari
vengono recapitati in cima con un
sistema di carrucole, ma Maxime ancora
oggi sceglie di arrampicarsi su una
scala a pioli di ferro con 131
gradini incastonata nella roccia.
Come ho scritto prima, la difficoltà
maggiore è proprio raggiungere la
chiesa e scalare i 40 m del pilastro
di roccia su cui appoggia; oggi la
chiesa è aperta ai turisti ed è
possibile salire sulla cima scalando
il pilastro o adoperando un’esile
scaletta tutt’altro che fissa e sicura.
Molti si sono chiesti con quanta
fatica e con quali mezzi siano
riusciti a trasportare fino in cima
i materiali necessari ad edificare
il Katskhi Pillar e come faccia ancora
oggi a resistere alle tempeste e alla
continua erosione.
La chiesa purtroppo ancora oggi è
vietata alle donne, così come vuole
il rigido culto ortodosso; le donne
che giungono fin lì possono intrattenersi
ai piedi della colonna di roccia, dove
possono visitare un piccolo luogo di
culto eretto da Simeon Stylites,
l’ultimo eremita che ha vissuto
sul Katskhi Pillar prima di Maxime
Qavtaradze.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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