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giovedì 29 settembre 2022
CURIOSITA':I 10 GIORNI CANCELLATI DAL CALENDARIO.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Spesso lo diciamo anche noi: “Oggi non
è successo proprio nulla!”. Ovviamente
è un modo di re perché nel mondo ogni
istante succede qualcosa, ma in passato
si è effettivamente cancellato alcuni giorni
dalla storia perché “non è successo nulla”.
Detto in parole più semplici, il 5 ottobre
1582 non è mai esistito e nemmeno i Nove
giorni seguenti.
Si può cancellare il tempo? No,
ovvio che no, ma la scelta di eliminare
dei giorni della nostra storia non è derivata
dal capriccio di qualcuno, bensì dall’effetto
di un errato calcolo degli anni secondo
il calendario giuliano.
Gli antichi avevano già tentato il
calcolo dell’anno solare, ma prima
del 1582 si prendeva per buono che
l’anno durasse 365 giorni e 6 ore:
in realtà l’anno medio solare dura 365 giorni, 5 ore,
48 minuti e 46 secondi (non è proprio vero
perché la durata non è sempre uguale e dipende
dalla posizione della Terra sull’orbita che si
utilizza come partenza, ma non sottilizziamo),
tuttavia per chi stilò le prime calende non
sembrava che pochi muniti potessero cambiare
qualcosa a conti fatti.
Partendo dall’anno 46 a.C. la riforma
di Giulio Cesare propose un calendario
in cui l’anno solare durava 365 giorni e
6 ore e quindi si semplificava il conteggio
dei giorni imponendo l’anno durasse soli 365
giorni e che ogni 4 anni l’anno ne durasse
366 con l’aggiunta del giorno 29 febbraio.
Presto però ci si accorse che quegli 11
minuti e 14 secondi di differenza incidevano
eccome sul calcolo dell’anno e che ogni 128
anni producevano un giorno di differenza
rispetto al calendario. Se alle persone
comuni e perfino ai re la cosa interessava
poco, fu la Chiesa a preoccuparsi della
questione: quel divario, seppure piccolissimo,
minacciava di spostare le principali festività
cristiane, specialmente la Pasqua (che cade la
prima domenica dopo il plenilunio di primavera).
Era necessario quindi conoscere esattamente il giorno
dell’equinozio in modo che tutte le festività
liturgiche fossero onorate in maniera corretta.
La prima correzione al calendario avvenne nel 325 d.C.,
quando il concilio di Nicea spostò la data
dell’equinozio dal 25 marzo al 21 marzo; ma da
allora ci si accorse che era necessario un continuo
spostamento della data sul calendario (spere per
il fatto dei 128 anni) e si arrivò al XVI secolo
quando si era ormai traslato l’equinozio all’11 marzo
(e tutte le date liturgiche di conseguenza).
Se l’idea della correzione continua del
calendario non andava a genio alla Chiesa,
si dovette attendere le disquisizioni di matematici
e astrologi di grande fama per arrivare ad una
soluzione efficace: i primi a suscitare la questione
furono Niccolò da Cusa e Copernico e la cosa interessò
a tal punto papa Gregorio XIII che il 24 febbraio
del 1582 annunciò una nuova riforma.
Poiché il divario rispetto il primo calendario
era già di 10 giorni, l’equinozio di primavera
fu nuovamente traslato togliendo alla storia
quei 10 giorni in esubero e per impedire che
la differenza di undici minuti producesse lo
stesso problema in futuro, si stabilì che degli
anni secolari (tutti bisestili nel calendario giuliano)
solo quelli che erano divisibili per 400 restassero
bisestili: il 1600, ad esempio era bisestile, come
anche il 2000, mentre non lo sono stati il 1700,
il 1800, 1900 e non lo sarà il 2100. Con questo
piccolo accorgimento la differenza esiste ancora,
ma è stata ridotta a circa 24 secondi per anno:
ciò sta a significare che in 3.500 anni
si accumulerà la differenza di un giorno.
Ora bisognava decidere quali giorni
cancellare: si scelse di eliminare i giorni
tra il 4 e il 15 ottobre del 1582, che a conti
fatti non sono mai esistiti.
Ma avete mai visto l’intera umanità accordarsi
per una scelta comune? Ovviamente no, e infatti
inizialmente la riforma fu accettata solo dagli
stati cristiani (Italia, Spagna, Portogallo e Francia),
mentre i paesi protestanti, musulmani e ortodossi
proseguirono con i loro calendari.
Ci volle tempo affinché tutti si unificassero alla
riforma: la Svizzera modificò il calendario nel 1701,
l’Inghilterra nel 1752, la Russia addirittura nel 1923,
ecc.. e ognuno di loro scelse 10 giorni da cancellare
sui propri calendari in modo da unificarsi alla
scelta di Gregorio XIII.
Concludendo, nella storia di ogni paese del
mondo ci sono dei giorni fantasma che non sono
mai esistiti e ancora oggi non teniamo conto
del fatto che né la durata del giorno, né
quella dell’anno sono costanti: ciò porterà
ad una correzione e la conseguente cancellazione
di altri giorni della storia.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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