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giovedì 6 ottobre 2022
TECNOLOGIA E SCIENZA:GLI ESPERIMENTI PER RESUSCITARE GLI ANIMALI.
ARTICOLO TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Alcuni tra i peggiori esperimenti che
l’uomo ha fatto sono stati eseguiti dalle forze
militari. Durante le due guerre mondiali poi tutte
le nazioni si sono sbizzarrite in test e pratiche
mediche davvero raccapriccianti.
Molti pensano che solo i tedeschi e i giapponesi
facessero esperimenti al limite dell’umano, ma
i russi e gli americani non erano da meno.
Dietro la “Cortina di Ferro” i sovietici si
dilettavano con pratiche più sinistre di quelle
che una mente normale potrebbe immaginare: rianimavano
singoli organi e parti del corpo dando vita a
raccapriccianti creature. Lo scopo? La resurrezione umana…
Alcune delle ricerche e operazioni più inquietanti
sono legate agli esperimenti sulla rianimazione degli
organismi viventi a opera dello scienziato S.S. Bryukhonenko,
condotti presso l’Istituto di Fisiologia e Terapia
sperimentale di Voronezh, nell’ex URSS.
Un video del 1940 (che non metto per rispetto alla
morale e soprattutto agli animali torturati), mostra
i dettagli degli esperimenti in cui alcune parti
di animali morti (cani, gatti, scimmie, ecc.) vengono
rianimate attraverso l’uso di macchinari. Le parti degli
animali venivano agganciate a una macchina che il dott.
Bryukhonenko battezzò ‘autojector’, una macchina
che riproduceva le funzioni del cuore e dei polmoni.
A questa macchina venivano collegate anche le teste
degli animali e in particolar modo quelle dei cani
che sembravano le più reattive agli stimoli. Le
teste mozzate dei cani, sotto l’impulso elettrico,
riprendeva lentamente vita anche se per poco.
Questa macchina degli orrori fu presentata per
la prima volta nel 1928, durante il Terzo Congresso
dei Fisiologi dell’URSS.
Un esperimento simile è stato condotto nel 1954 da
Vladimir Demikhov, un altro scienziato sovietico che,
invece di tenere il cane in vita con una macchina, lo
collegò agli organi vitali di un altro animale.
Il cane a due teste di Demikhov compare in un video
in lingua russa conservato in un archivio pubblico
(che nuovamente mi rifiuto di postare).
Per fare ciò Demikhov tagliò a metà un cucciolo,
appena sotto le zampe anteriori, e lo innestò sul
collo di un cane adulto. Creò 20 di queste creature a
due teste, ma nessuna di loro visse a lungo a causa
del rigetto dei tessuti.
Nonostante la breve durata della vita dei
suoi animali (circa un mese al massimo), gli
esperimenti di Demikhov ebbero una grande risonanza
a livello internazionale e ci fu una sorta di corsa
alle armi nel campo della rianimazione. Il 14 marzo 1970
il Governo americano finanziò un progetto simile
condotto da Robert White, il quale tagliò la testa
di una scimmia e la riportò in vita innestandola sul
corpo senza testa di un’altra scimmia. Sopravvisse
un solo giorno, guardando con odio il dott. White.
In un’intervista con la BBC White dichiarò che lui e il suo
team erano stati capaci di «trapiantare un cervello
in un animale integro e di mantenerlo in vita
per molti giorni.
La BBC sintetizzò così l’intervista:
«Ha detto che questo significava che la
scimmia era cosciente, non aveva perso il
senso della vista, dell’udito, del gusto e
dell’olfatto perché i nervi cranici erano
stati lasciati intatti».
In seguito al successo riscontrato, White si
mise alla ricerca di due pazienti umani disposti
a sottoporsi al suo esperimento. Trovò Craig Vetovitz,
un portatore di handicap, ma dal momento che non
riuscì a trovare un secondo soggetto disponibile,
il suo progetto svanì nell’ombra.
La domanda che mi pongo è questa:
è giusto permettere queste
sperimentazioni?
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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