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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
giovedì 8 dicembre 2022
misteri:LA MASCA MICILINA-MAGIA
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
In Italia gran parte del folclore in
qualche modo si riconduce alle mitiche streghe.
A pensarci bene è plausibile, anche perché la
Chiesa in Italia ha per secoli mantenuto il
potere e sappiamo bene con quali mezzi: la caccia
alle streghe e agli eretici ha portato alla morte
di migliaia di persone e la paura ha permeato la
mentalità delle generazioni fino pochi decenni fa,
originando anche le credenze molto forti che le
streghe ancora si ritrovino nei boschi e sulle
nostre montagne.
Streghe quindi. Ogni regione è partita dalle
classiche streghe (quelle che mescevano
calderoni e ballavano con Stana attorno ad
un fuoco) e le varie tradizioni hanno poi
personalizzato le figure rendendole uniche
nel loro genere.
In Piemonte si parla di “masche” che, al
contrario di quanto pensino oggi i giovani,
non hanno nulla a che fare con le streghe,
sebbene molti aspetti siano simili. In effetti
si fa molta confusione a riguardo e qui nelle
prime righe cercherò di chiarire un po’ la
differenza tra le due figure.
STREGHE: le streghe sono donne, per lo
più malvagie, che hanno stretto un patto
con il diavolo o che sono state corrotte
dai suoi poteri. In nome di Satana compiono
atti malvagi verso le persone o gli
animali, lanciano maledizioni, rapiscono
i bambini e portano disgrazie. Generalizzo
ovviamente, ma solitamente si celano dietro
persone comuni, anche sposate con figli, e
si ritrovano in luoghi isolati durante certe
notti per il sabba, un concistoro in presenza
del diavolo, dove celebrano riti e si
caricano del potere infernale. Lanciano
incantesimi e creano pozioni proprio usando
i poteri ricevuti dal diavolo (più raramente
ottenuti per insegnamento di un’altra strega)
e la loro anima corrotta è sensibile agli
oggetti sacri, alle preghiere e ai riti
cristiani, al punto che per uccidere una
strega normalmente serve un prelato.
MASCHE: la masche sono donne che ricevono
i poteri per “eredità” dalla propria madre
o da un’altra masca che in prossimità della
morte trasferisce le proprie facoltà e il
proprio grimorio. Non hanno nulla che fare
con al religione (in realtà le masche si
avvicinano molto al culto wiccan come
caratteristiche, ma sono diverse anche
da quel tipo di streghe) e le loro sono
per lo più facoltà sovrannaturali con le
quali tolgono o lanciano fatture, curano
mali inguaribili con unguenti misteriosi,
possono trasformarsi in animali e possono
scatenare tempeste o inondazioni. Sono
solitarie e di solito vivono in case isolate;
preferiscono non essere disturbate e sono
molto permalose. Sono ottime erboriste e
lanciano incantesimi per portare amore,
ma anche disgrazia e sfortuna.
Le masche quindi sarebbero donne comuni
che in gran segreto ereditano poteri e
un diario chiamato “Libro del Comando”
dove sono scritte con inchiostri segreti
di vari colori le formule per gli
incantesimi e i consigli della masca
precedente.
In Piemonte la credenza delle masche
è più viva che mai e tra tutte spicca
il nome di Micilina. Micilina è una
donna realmente vissuta a Pocapaglia,
in provincia di Cuneo, e la sua vita
(la sua sorte più che altro) è documentata
in un manoscritto del XVIII secolo che oggi
è conservato nel museo del comune stesso.
Oggi il nome Micilina è diventato Michela
(o Michelina), ma al tempo era molto comune.
Micilina nacque a Barolo da una famiglia
di contadini e il suo destino fu segnato
dal padre che la diede al figlio di un
proprietario terriero benestante. Fin da
ragazzina fu quindi costretta a convivere con
un marito che non amava e che la strappò al suo
paesino per portarla a Pocapaglia, dove la costrinse
a seguirlo nei campi e a lavorare duramente
dall’alba alla sera tardi.
Essendo un paesino molto piccolo, la “straniera”
venne subito accolta con molta diffidenza dai paesani,
che spesso non risparmiavano sotterfugi, dicerie e
sospetti: Micilina aveva lunghi capelli rossi
e una carnagione molto chiara e al tempo si
credeva che le donne con quei tratti portassero
sfortuna e fossero malvagie.
Ad appesantire maggiormente il suo fardello
c’era il fatto che la ragazza non era portata per
il lavoro nei campi e preferiva cose più semplici,
come occuparsi della casa e fare il pane. Per questo
motivo cercava di sviare gli ordini del marito
nascondendosi nel granaio o tra il fieno tagliato e
quando suo marito la scovava solitamente la riempiva di botte.
Ma il vero problema di Micilina furono le dicerie che lo stesso
marito metteva in giro: spesso, quando si ubriacava assieme agli
amici in osteria, si lamentava che sua moglie
spariva all’improvviso, anche in piena notte,
alimentando il suo e il sospetto degli abitanti
che fosse una masca.
Una masca ci divenne probabilmente proprio
per quelle voci: qui ovviamente si passa alla
leggenda, ma pare che quei sotterfugio attirarono
l’attenzione di una vera masca che in gran segreto
la istruì sui metodi per vivere in maniera più leggera
e far fronte al duro lavoro con il minimo sforzo.
Divenuta la seguace di una vecchia donna del paese,
la reputazione di Micilina crollò e lo stesso marito
iniziò a temere che tutti gli abitanti li avrebbero
scacciati dal paese. Per riportare sulla giusta via
Micilina la chiuse nella stalla e per giorni la torturò
e punì in ogni modo possibile, ma la sorte volle che
un giorno l’uomo cadesse da un albero di gelso e battesse
la testa. Morì il giorno seguente e tutti i paesani
ebbero al conferma che Micilina fosse una masca.
Tutti da allora presero le distanze da lei e
addirittura il paese stesso si allontanò dalla sua casa:
le cascine nei pressi della casa di Micilina vennero
abbandonate e i paesani preferirono spostarsi e costruire
la casa dall’altra parte, in modo da isolarla sempre più.
Gli anni passarono a Micilina divenne molto temuta
(perché probabilmente sfruttò la nomea per impaurire
la gente che passava dalle sue parti): si diceva
che chiunque avesse a che fare con lei finiva
sempre in un mare di guai.
E guai a guardarla sottecchi o a sparlare di lei:
aveva l’udito finissimo e si rischiava di perdere
il raccolto dell’anno o che la casa fosse scoperchiata
dal vento!
Su Micilina si raccontano tanti aneddoti, ma
bisognerebbe verificare se siano veri o frutto delle
superstizioni locali. Pare che fosse particolarmente
ostile verso le ragazzine che passeggiavano felici nei
prati e che mandasse loro maledizioni terribili per
la rabbia di non aver avuto una gioventù felice.
Si dice che le bastasse un tocco o una carezza da
far diventare la malcapitata gobba o zoppa, bastasse
incrociare il suo sguardo per avere gli incubi per
un intero mese, tagliarle la strada per inciampare o
avere un incidente tornando a casa…
Gli abitanti di Pocapaglia ne avevano il terrore,
sebbene risulta anche che Micilina abbia aiutato
molti abitati a guarire da malanni e malattie:
quando non sapevano più a chi rivolgersi, quando
i dottori tardavano ad arrivare o non sapevano
curare i propri cari, allora non restava che
supplicarla di risolvere la situazione. Quando
Micilina divenne anziana erano in molti a presentarsi
alla sua porta in cerca di unguenti, una
benedizione o il suo tocco guaritore: ognuno
però temeva di rimanere in debito con lei e
per questo le portava doni in cambio (formaggi,
salumi, carne e vino) come obolo e per scusarsi
di averla disturbata.
E ci fu chi preferì trattarla come una comare
piuttosto che emarginarla: i contadini e i
cacciatori, pur incolpandola ogni volta che
una calamità colpiva il paese, preferiva
ingraziarsela e furono molte le comari che
andavano a trovarla di tanto in tanto.
Sulla morte di Micilina le leggende prendono
strade diverse: c’è chi dice che uccise un
bambino, c’è di afferma che fece cadere una
valanga sul paese, chi che fece scoppiare un
incendio devastante che distrusse mezzo paese;
sta di fatto che il popolo superstizioso un
giorno l’accusò di stregoneria e chiese
l’intervento delle autorità civili e religiose,
che organizzarono un processo basato su
improbabili testimonianze e sulla tortura.
Micilina confessò di essere una masca e di
aver influito per anni sul destino di
Pocapaglia: firmò in questo modo la sua
condanna a morte e venne bruciata viva
sul rogo su un’altura tra due voragini
a nord di Pocapaglia.
La leggenda di Micilina però continua perché
si dice che avesse molte compagne che dalla sua
morte in avanti continuarono ad agire in gran
segreto per punire coloro che la fecero condannare
a morte. Nei cortili delle case avvenivano fatti
molto strani: chiocce di capelli rossi (come quelli
di Micilina), animali da fattoria morti sulla
soglia di casa, invasioni di ragni in casa e nei
granai, serpi velenose e perfino saette che
colpivano porte e finestre.
Venendo ai giorni nostri, la paura delle masche
di Pocapaglia non è affatto diminuita nel tempo:
ancora al tempo dei nostri nonni si evitava di
dare la mano alle donne sole e anziane perché
la tradizione vuole che una masca, se è
consapevole di dover morire, deve passare
le sue capacità ad un’altra persona e per
farlo le bastava un tocco.
Infine c’è la questione del Libro del
Comando di Micilina. Di questo scritti
un articolo tempo fa, ma abbreviando si
dice che negli anni ’90 un gruppo di ragazzi
di Pocapaglia nei pressi del castello ormai
diroccato trovò il libro di Micilina, che
consegnò alla Curia. Poiché quel libro era
stato nascosto per essere lasciato ad una
futura masca, molti credono che a Pocapaglia
ci siano ancora alcune Masche di cui una con
poteri limitati per nona aver potuto riceverne
i poteri. Si dice che sulla prime due pagine
del libro ci siano riportati nomi di donne con
a fianco delle date e che le ultime 4 righe siano
le date degli ultimi 4 nomi: 1937 1950 1967 2017!
Per concludere: volete vedere le masche? Bene,
le masche di Pocapaglia si ritrovano due volte
all’anno verso la mezzanotte di un giovedì del
mese di aprile e un giovedì del mese di novembre;
per celebrare Micilina il loro ritrovo sarebbe
proprio sul luogo dove venne bruciata la masca
Micilina, in località San Sebastiano sulla strada
che da Pocapaglia conduce alla frazione di Saliceto.
Per sapere se è il giovedì giusto basterà osservare
i gatti che incontrerete sulla strada: avranno
occhi particolarmente luminosi e se si fa un po’
di attenzione si potrà vedere nelle loro ombre
delle figure non feline, ma di fanciulle!
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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