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giovedì 15 febbraio 2024
Salvador Dalí- BIOGRAFIE
TRATTO DA BIOGRAFIE
Cocktail ben assortito di genialità e delirio,
pittore del surreale e di mondi onirici, Salvador
Dalí ha avuto una vita segnata dalla stranezza
fin dal principio. Nato a Figueras il giorno 11
maggio 1904 - il nome completo è Salvador Domingo
Felipe Jacinto Dalí Domènech, marchese di Pùbol -
dopo tre anni dalla morte del primo fratello, il
padre pensò bene di chiamarlo allo stesso modo,
forse per non essere mai riuscito a dimenticare il
primogenito. Una circostanza un po' "malata", che
non ha certo giovato all'equilibrio mentale del
piccolo Salvador, il quale, natìo della Catalogna,
appena adolescente espone alcuni dipinti presso il
teatro municipale della sua cittadina, riscuotendo
un significativo apprezzamento critico.
Nel 1921 si iscrive all'Accademia di belle arti
di San Fernando a Madrid, dove stringe amicizia
con il regista Luis Buñuel e il poeta Federico
Garcìa Lorca. Con quest'ultimo trascorre l'estate
a Cadaqués nel 1925. L'anno successivo soggiorna a
Parigi, dove incontra Pablo Picasso, e viene espulso
dall'Accademia. La sua prima pittura è connotata dalle
influenze futuriste, cubiste, e soprattutto dall'opera
di Giorgio De Chirico. Negli anni successivi il suo
sodalizio artistico e intellettuale con Lorca e Buñuel
produce lavori di scenografia teatrale e cinematografica,
come i due celebri film "Un chien andalou "e "L'âge d'or".
Sul piano pittorico ben presto la sua attenzione
viene attirata dalle riproduzioni di dipinti di
Max Ernst, Miró e Tanguy, i maestri dell'inconscio
tradotto su tela. Nel 1929 entra finalmente nel
gruppo dei surrealisti e nel 1931, insieme a
Breton, elabora gli "oggetti surrealisti a funzione
simbolica". Ma il surrealismo di Salvador Dalí è
comunque fortemente personalizzato: ispirato
a De Chirico ed imbevuto di richiami alla psicanalisi
freudiana, é caratterizzato da una tecnica minuziosa,
levigata e fredda.
Nel 1930 pubblica "La femme visible", saggio
dedicato a Gala, sua moglie dal 1929, modella
e musa per tutta la vita. Questo libro segna un
nuovo orientamento di Dalí, che inizia a coniugare
un realismo quasi accademico con un delirio deformante,
talvolta macabro. Qualche anno dopo si scontra con i
surrealisti a proposito del dipinto "L'enigma di Guglielmo
Tell", sinché nel 1936 avviene una prima rottura con il
gruppo di Breton, che diventerà definitiva tre anni dopo.
Nel frattempo Dalí aveva partecipato all'Esposizione
internazionale dei surrealisti a Parigi e ad Amsterdam.
Tra il 1940 e il 1948 vive a New York, insieme a
Gala Éluard, occupandosi di moda e design. In questi
anni ha occasione di esporre le sue opere al Museum of
Modern Art insieme a Miró e di contribuire, con il
disegno delle scene, al film di Alfred Hitchcock "Io ti salverò".
Al termine del soggiorno statunitense rientra in Europa
insieme a Gala.
Nel 1949 prosegue l'attività scenografica per
il cinema collaborando con Luchino Visconti. Nel
decennio sucessivo espone in Italia, a Roma e
Venezia, e a Washington. Nel 1961 viene messo in
scena a Venezia il Ballet de Gala, con coreografie
di Maurice Béjart. Sono molte le esposizioni negli
anni successivi, a New York, Parigi, Londra, sino
all'importante antologica a Madrid e Barcellona nel 1983.
Sette anni dopo espone le sue opere stereoscopiche
al Guggenheim Museum e a maggio del 1978 viene nominato
membro dell' Accadémie des Beaux-Artes di Parigi.
L' anno seguente si tiene una retrospettiva di Dalí
al centre Georges Pompidou di Parigi, trasferita poi
alla Tate Gallery di Londra. Il 10 giugno 1982 muore
Gala e nel luglio dello stesso anno gli viene conferito
il titolo di "archese di Pùbol" Nel maggio del 1983 dipinge
"La coda di rondine", suo ultimo quadro. Nel 1984 riporta gravi
ustioni a causa dell'incendio della sua camera al castello di Pùbol,
dove ormai risiede stabilmente. Salvador Dalì muore il 23 gennaio 1989
nella torre Galatea a causa di un colpo apoplettico.
In rispetto alle sue volontà viene sepolto nella cripta
del Teatro-Museo Dalí a Figueras. Nel suo testamento lascia
allo Stato spagnolo tutte le opere e le sue proprietà.
Viene organizzata una grande retrospettiva postuma
nella Staatsgalerie di Stoccarda, trasferita poi
alla Kunsthaus Zurich.
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