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martedì 13 maggio 2014

AIUTO! HO PERSO IL LAVORO.


TRATTO DA  "DONNAD":


AIUTIAMO CHI PERDE IL LAVORO



Ognuna di noi probabilmente conosce
una persona che in tempi difficili come
questo ha perso il lavoro. Alle volte
risulta difficile anche confrontarsi
 con chi si trova ad essere disoccupato.
 Proviamo a capire quali meccanismi
 si innescano in una persona che ha
perso il lavoro e quali sono degli
atteggiamenti positivi che si possono
tenere nei suoi confronti.


La pigrizia

Quando si perde il lavoro non ci 
sono più gli orari e gli impegni a 
scandire le giornate, ed è più facile
 diventare pigri. Durante questo
 inatteso e indesiderato tempo libero
, molte persone tendono a lasciarsi
 andare all'ozio, che in un secondo
 momento può diventare vera e propria
 apatia. Cosa puoi fare tu come amica?
 Non sottolineare mai questa pigrizia,
 e soprattutto non insinuarla! Magar
 sei di fronte a una persona molto
 attiva e il fatto che tu sospetti la sua
 inattività sarebbe una critica gratuita,
 che ferirebbe l'interessato.

La perdita d'identità

Molto spesso, nel bene e nel male,
 il nostro lavoro ci dice chi siamo:
si tende ad identificarsi moltissimo
 con la propria professione.
 Capita di presentarsi agli altri facendo
 per prima cosa riferimento al
 proprio lavoro o all'azienda della
 quale si è dipendenti e il venire meno
 di questo riferimento può generare
 un disorientamento profondo che
porta a chiedersi: e ora, chi sono?
Ricorda a chi sente di aver perso la
 propria identità che una persona
 vale e va considerata per ciò che
 è, non solamente per ciò che fa o
 che sta facendo in questo preciso
 momento. Essere momentaneamente 
fuori dal mondo del lavoro non significa
 essere fuori dal mondo. Il carattere e le 
capacità esistono prima ed esistono dopo
 il lavoro: un disoccupato è nella sua 
essenza e nella sue potenzialità lo stesso 
di prima!

L'auto-sabotaggio

Non sempre quando ci si rimette in 
gioco cercando lavoro il primo 
colloquio è quello decisivo. Dopo
 qualche tentativo fallito entra in gioco
 un meccanismo di protezione di questo
 tipo: per evitare di andare incontro
 all'ennesima delusione la persona mette
 in atto, senza rendersene conto, una 
specie di sabotaggio a se stessa. Fa
 in modo che il colloquio vada "male" 
così avrà la certezza di un insuccesso,
 e si proteggerà dalla delusione che
 deve affrontare ogni volta che una
 speranza viene disattesa.
Prova ad aiutare la persona facendola
 riflettere sul fatto che ogni colloquio è
 un'opportunità diversa, e che non è 
detto che il copione si ripeta ogni
volta allo stesso modo! Spronalo a
 non essere prevenuto e anzichè rimuginare
 sulle domande poste dall'esaminatore,
 che lo hanno penalizzato in passato,
 immaginate insieme delle risposte diverse,
 che possano portare il discorso verso
 altri quesiti: invogliate chi vi colloquia
 a farvi delle domande a cui siete certi 
di poter dare delle risposte soddisfacenti!
 In bocca al lupo!

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