TRATTO DA "DONNAD":
AIUTIAMO CHI PERDE IL LAVORO
Ognuna di noi probabilmente conosce
una persona che in tempi difficili come
questo ha perso il lavoro. Alle volte
risulta difficile anche confrontarsi
con chi si trova ad essere disoccupato.
Proviamo a capire quali meccanismi
si innescano in una persona che ha
perso il lavoro e quali sono degli
atteggiamenti positivi che si possono
tenere nei suoi confronti.
una persona che in tempi difficili come
questo ha perso il lavoro. Alle volte
risulta difficile anche confrontarsi
con chi si trova ad essere disoccupato.
Proviamo a capire quali meccanismi
si innescano in una persona che ha
perso il lavoro e quali sono degli
atteggiamenti positivi che si possono
tenere nei suoi confronti.
La pigrizia
Quando si perde il lavoro non ci
sono più gli orari e gli impegni a
scandire le giornate, ed è più facile
diventare pigri. Durante questo
inatteso e indesiderato tempo libero
, molte persone tendono a lasciarsi
andare all'ozio, che in un secondo
momento può diventare vera e propria
apatia. Cosa puoi fare tu come amica?
Non sottolineare mai questa pigrizia,
e soprattutto non insinuarla! Magar
sei di fronte a una persona molto
attiva e il fatto che tu sospetti la sua
inattività sarebbe una critica gratuita,
che ferirebbe l'interessato.
La perdita d'identità
Molto spesso, nel bene e nel male,
La perdita d'identità
Molto spesso, nel bene e nel male,
il nostro lavoro ci dice chi siamo:
si tende ad identificarsi moltissimo
con la propria professione.
Capita di presentarsi agli altri facendo
per prima cosa riferimento al
proprio lavoro o all'azienda della
quale si è dipendenti e il venire meno
di questo riferimento può generare
un disorientamento profondo che
porta a chiedersi: e ora, chi sono?
Ricorda a chi sente di aver perso la
propria identità che una persona
vale e va considerata per ciò che
è, non solamente per ciò che fa o
che sta facendo in questo preciso
momento. Essere momentaneamente
fuori dal mondo del lavoro non significa
essere fuori dal mondo. Il carattere e le
capacità esistono prima ed esistono dopo
il lavoro: un disoccupato è nella sua
essenza e nella sue potenzialità lo stesso
di prima!
L'auto-sabotaggio
Non sempre quando ci si rimette in
L'auto-sabotaggio
Non sempre quando ci si rimette in
gioco cercando lavoro il primo
colloquio è quello decisivo. Dopo
qualche tentativo fallito entra in gioco
un meccanismo di protezione di questo
tipo: per evitare di andare incontro
all'ennesima delusione la persona mette
in atto, senza rendersene conto, una
specie di sabotaggio a se stessa. Fa
in modo che il colloquio vada "male"
così avrà la certezza di un insuccesso,
e si proteggerà dalla delusione che
deve affrontare ogni volta che una
speranza viene disattesa.
Prova ad aiutare la persona facendola
Prova ad aiutare la persona facendola
riflettere sul fatto che ogni colloquio è
un'opportunità diversa, e che non è
detto che il copione si ripeta ogni
volta allo stesso modo! Spronalo a
non essere prevenuto e anzichè rimuginare
sulle domande poste dall'esaminatore,
che lo hanno penalizzato in passato,
immaginate insieme delle risposte diverse,
che possano portare il discorso verso
altri quesiti: invogliate chi vi colloquia
a farvi delle domande a cui siete certi
di poter dare delle risposte soddisfacenti!
In bocca al lupo!
Nessun commento:
Posta un commento