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sabato 16 gennaio 2016

COME SPIEGARE IL GIORNO DELLA MEMORIA AI BAMBINI.


TRATTO DA DONNAD

Il 27 gennaio è il Giorno 
della Memoria, istituito
 per ricordare lo stesso giorno
 del 1945 in cui l’esercito 
sovietico varcava i cancelli di 
Auschwitz e scopriva l'orrore 
del campo di concentramento 
più grande costruito dai
 nazisti nel corso della 
Seconda Guerra Mondiale.
Ogni anno il 27 gennaio 
torniamo con la mente 
allaShoah, allo sterminio 
programmato delle popolazioni
 ebraiche di tutta Europa, 
al ricordo di tutte le vittime
del nazismo.
È sempre difficile parlare 
di morte, terrore e
 persecuzione, figuriamoci
se dobbiamo parlarne
 ai nostri bambini. 
È però necessario e 
doveroso trasmettere
 loro i fatti storici, anche 
se brutali, che hanno
 condizionato così fortemente
 il nostro presente, perché 
ricordare, è un buon modo 
per fare sì che certi 
orrori non si ripetano. 
Si può parlare della Shoah 
ai bambini? Sì, si può fare,
ma si deve utilizzare il loro
 linguaggio e stare attenti
 a raccontare l'accaduto 
nella misura in cui il nostro
 piccolo possa comprenderlo.
Il tono
Shoah è un termine 
ebraico che significa 
«tempesta devastante».
 Parla della Shoah ai tuoi
 bambini, racconta con
 delicatezza -ma con 
fermezza- quanto è 
accaduto durante le due 
Guerre Mondiali, ma 
racconta anche com’è 
possibile fare diversamente 
per non commettere
 più gli stessi errori. 
I mezzi
I libri, le illustrazioni, 
i documentari, i film 
ci vengono in aiuto. 
Spesso le immagini sono
 molto eloquenti e le storie
 aiutano a capire meglio
 i sentimenti.
I poeti, i narratori o 
chi l'ha vissuta davvero 
quella guerra sono persone 
in grado di trovare meglio 
di noi le parole per descrivere 
questo evento.
Per esempio se il tuo bimbo 
ha tra i 10 e i 14 anni puoi 
leggergli o fargli leggere Il
 Diario di Anna Frank e
 Se questo è un uomo di 
Primo Levi o fargli vedere 
il film Schindler's list. Se
 invece è più piccolo, potresti 
preferire film come La vita è 
bella Il bambino 
con il pigiama a righe
tratto dal libro omonimo 
di John Boyne.

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