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sabato 24 giugno 2017

Come il rapporto con tuo padre condiziona le tue relazioni amorose.

ARTICOLO TRATTO DA
  "ELLE"


A un certo punto, mentre 
crescevamo, abbiamo sentito
 tutti parlare del famoso 
Complesso di Edipo, un 
concetto coniato dal filosofo
 Sigmund Freud per spiegare
 la maturazione del bambino 
attraverso l'identificazione 
col genitore del proprio sesso 
e il desiderio nei confronti 
del genitore del sesso opposto.
Senza addentrarsi troppo 
nella filosofia freudiana, 
le relazioni con i genitori
 influiscono sulla nostra 
vita adulta. Ed è un dato 
analizzato e provato da diverse
 teorie psicologiche.
Sebbene il rapporto con 
entrambi i genitori sia 
egualmente fondamentale 
per la crescita e lo sviluppo, 
il legame che noi donne 
abbiamo con nostro padre è 
di sicuro determinante per 
la nostra vita di coppia.

Papà carismatico? Partner 
carismatico. Papà introverso? 
Partner introverso. Anche 
se a ogni teoria corrisponde 
l'eccezione, molti psicologi 
sostengono che il rapporto 
con il padre condiziona la 
vita amorosa.

La psicoterapeuta Shirani 
M. Pathak, specializzata
 in relazioni al Relationships 
Center of Silicon Valley, ha
 spiegato questo concetto sul
 magazine online Hello Giggles. 
"Come esseri umani tendiamo 
a imparare e fare nostri molti 
degli atteggiamenti che 
adottano i nostri genitori",
 racconta la Pathak, "Avere
 una madre e un padre che 
dopo 30 anni stanno ancora 
insieme, oppure dei genitori
 divorziati, o ancora, che 
stanno insieme ma hanno
 da sempre un rapporto molto
 litigioso, ha in ogni caso
 un effetto su come noi,
 in età adulta, viviamo
 le relazioni con i partner".

Senza accorgercene, 
ci ritroviamo a replicare
 quelli che sono i comportamenti 
che abbiamo visto tra i nostri 
genitori: il loro modo di interagire,
 di comunicare, l'idea 
dell'amore, delmatrimonio
della famiglia. Le portiamo 
tutte dentro di noi, e anche
 se inconsciamente, le 
facciamo rivivere nella 
nostra storia personale 
con i compagni che ci scegliamo.
Se abbiamo un padre 
particolarmente "problematico",
 sensibile e riflessivo,
 tenderemo a scegliere dei 
partner altrettanto "problematici", 
sensibili e riflessivi. In pratica,
 usciamo con una versione 
più giovane (e più bella) 
di nostro padre? "Sì", 
risponde la dottoressa Pathak,
"anche se ci sono le eccezioni,
 la maggior parte di noi sceglie 
dei partner che somigliano 
caratterialmente al tipo di 
padre che abbiamo avuto, 
anche se non lo vediamo 
consciamente o a volte 
non lo vogliamo ammettere".
Queste caratteristiche 
simili possono manifestarsi 
in modi sottilmente diversi:
non necessariamente ogni
 singolo aspetto caratteriale 
di nostro padre rivive nel nostro 
fidanzato. Possiamo avere 
un papà molto aperto e
 socievole, e un ragazzo o
 marito più timido. "Non 
è tutto perfettamente replicato 
secondo uno schema preciso", 
spiega la 

psicologa. Ma guardando
 un po' più a fondo potremo
 notare che se abbiamo 
un rapporto difficile, 
burrascoso e altalenante 
con nostro padre, il modo 
di vivere la coppia sarà 
altrettanto complicato, 
litigioso, intenso.

Succede inoltre che, se 
nella nostra storia familiare c'è 
una separazione o un divorzio, 
la nostra visione dell'amore e
 della famiglia prenderà una 
piega diversa rispetto a coloro 
che sono cresciuti con due 
genitori sposati. Non significa
 che il futuro ci riservi le stesse
 situazioni vissute dai genitori,
 anzi, però può accadere che 
quelle situazioni ci continuino
 a spaventare e condizionare nel 
vivere la nostra vita adulta. 
Allo stesso tempo, se abbiamo 
dei genitori molto uniti, può 
accadere che nella nostra vita
 siamo particolarmente disturbati 
all'idea di stare da soli.

"Anche quando diventiamo
persone adulte, la nostra infanzia
 vive dentro di noi e si manifesta 
inevitabilmente attraverso 
atteggiamenti inconsci che 
abbiamo assimilato da piccoli. 
Quando scegliamo un partner è 
come se facessimo un rimpiazzo 
del nostro genitore di sesso
 opposto, anche se questo 
non è affatto un atto consapevole.
Abbiamo avuto un padre poco presente?
 Forse i nostri partner futuri 
saranno uomini in carriera, 
che mettono il lavoro al primo posto.
E lo stesso facciamo nel modo 
di vivere le relazioni con i 
partner. Abbiamo dei genitori 
separati? Forse non crediamo 
troppo nell'amore eterno",
 dice la dottoressa in psicologia.
Anche lo psicoterapeuta inglese 
John Bowlby aveva analizzato i 
rapporti figlio-genitore e aveva
 stilato la teoria dell'attaccamento
secondo cui, appunto l'attaccamento
 genitoriale che abbiamo nell'infanzia
 si manifesta quando ci relazioniamo 
con i partner della nostra vita, 
condizionandoci nella scelta 
e nei comportamenti.

Insomma, pare proprio che 
in psicologia e filosofia, 
due materie che attingono 
l'una dall'altra, questo sia un
 tema che continua a ricorrere
 nel tempo. Ci sarà un motivo?
Che ci piaccia o no, il fenomeno 
della scelta del partner 
condizionata dal tipo
 di genitori che abbiamo 
sembra accadere nella vita di 
(quasi) tutte noi – e tutti noi, 
uomini compresi nel rapporto 
con le madri.
Il consiglio che da la psicologa 
Shirani Pathak è quello di "non
 temere di provare il percorso 
terapeutico. Indagare dentro se stessi
 è un duro lavoro che spesso è 
difficile da fare avendo uno
 sguardo coinvolto in prima persona.
E anche senza ricorrere a degli 
incontri con uno psicologo, fa 
bene soffermarsi adapprofondire
 e analizzare il rapporto con 
i propri genitori, cercando di 
capire cosa ci è rimasto e 
ci fa stare male e perché.
L'atteggiamento giusto è quello 
di cercare di non mantenersi legati 
per sempre a quell'idea di rapporto, 
ma piuttosto farcene una 
che sia solo e unicamente nostra".


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