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sabato 29 settembre 2018

Di cherofobia e altre paure strane (di cui soffriamo senza saperlo)

articolo tratto da
MARIE CLAIRE

Da quando Martina Attili, 
la concorrente di X Factor
ha cantato la cherofobia 
la paura di essere felici e
 l'avversione per le situazioni
 che possono regalarci della
 felicità - per molte persone 
si è aperto un mondo di 
conoscenza di sé. Magari 
abbiamo iniziato a indagare
 sulle fobie più strane e poco
 conosciute e abbiamo 
scoperto che sono tante
e che qualcuna ci riguarda, 
e che non lo avremmo mai 
saputo, senza quella canzone.
 Ma cosa sono le fobie
e quali sono le più interessanti, 
che ci possono incuriosire 
quanto la cherofobia?
 “Nel Manuale Diagnostico
 dei Disturbi Mentali la
 fobia è definita così:
 ‘un’ansia significativa 
provocata dall’esposizione a
 un oggetto o a una situazione
 temuti, che spesso determina
 condotte di evitamento,
che in psicoanalisi vuol
 dire meccanismo di difesa
 simile al diniego”, ci spiega
 Valentina Battisti, 
psicologa e psicoterapeuta di 
Roma. “L’individuo 
prova contemporaneamente
 repulsione e attrazione 
verso l’oggetto/situazione.
 Per cui, inconsciamente, 
desidera ciò di cui ha paura. 
Le persone che soffrono
 di questo problema non 
vogliono crescere, non
 tollerano il distacco da 
cose familiari, hanno paura 
di individuarsi. Inoltre, 
costruiscono una corazza
 che serve a proteggere la 
fragilità personale”.
 Ovviamente e svariate
 fobie perché dipendono
 dalla storia di ognuno di 
noi. A parte le forme infantili
 (come la paura del buio?) 
il picco si manifesta intorno
 ai 25 anni, quando si 
dovrebbe saper gestire autonomia,
 responsabilità e relazione 
sessuale. Ovvero: quando
 raggiungiamo davvero la
 dimensione adulta. “Gli
 individui fobici vanno 
abituati alle cose semplici,
 a reggere le tensioni, a 
insegnargli che affrontando
 la paura si sta meglio”,
 spiega la dottoressa Battisti.
 “È il diventare competenti
 su aspetti specifici che fa
 superare le paure”. 
Vediamo alcune delle fobie
 più singolari, oltre a quelle 
classiche che riguardano 
animali (paura dei ragni e 
dei serpenti ne abbiamo?),
 sangue, altezze (vertigini a go go).
Tocofobia. È la paura
 del parto estrema, che 
assume una valenza 
particolare soprattutto 
se la donna è in stato di
 gravidanza di un bambino 
molto desiderato e che 
potrebbe richiede un cesareo.
 Anche se avere un bambino
 il sogno di tutte le donne, 
sono i racconti ascoltati in
 tenera età dalle madri 
(un po’ inopportune) 
di parti faticosi e dolorosi 
in famiglia a causare questa
 fobia. Questi racconti 
drammatici invece nascono 
solo dal bisogno di esaltare
 un potere femminile, che 
in passato era l’unico. La
 conclusione di tanto
 condizionamento sociale,
 e dell’eccessiva medicalizzazione
della gravidanza porta molte 
ragazze a decidere per il 
cesareo ancor prima 
di avere una relazione!
Gamofobia. È la paura
 estrema di sposarsi, o del
 matrimonio. In questo 
caso bisognerebbe indagare
 bene la paura dell’intimità 
con l’altro, da intendersi non 
solo a livello sessuale, ma
 sentimentale. Desiderio o
 paura? Probabilmente ha 
a che fare il ruolo culturalmente
 “fisso” attribuito dalla società
 alla donna, che si ritrova a
 tormentarsi fra senso di
 autonomia e dipendenza dagli altri.

Venustrofobia. È la 
paura nei confronti delle 
donne belle ed avvenenti. 
Chi soffre di questa fobia
 prova una paura strettamente 
legata al rifiuto, al non
 riconoscere l’altro nelle
 sue qualità che, ovviamente, 
non sono solo estetiche. 
È anche una paura di non
 essere all’altezza della
 donna che si vorrebbe 
corteggiare; “siccome 
non me lo posso permettere
 non mi avvicino proprio”. 
È tipico di una persona 
che non sfida, non rischia 
ed è poco competitiva.
Aurofobia. È una fobia
 rarissima che riguarda 
 qualcosa che ha un valore, 
che rappresenta un potere.
 È vista come qualcosa che 
non si può toccare, “che 
non mi posso permettere”. 
Per capire da dove deriva,
 il terapeuta sonda soprattutto 
il rapporto fra madre del
 paziente e i gioielli.
Athazagorafobia. Questa
 parola che sembra un 
codice fiscale è la paura 
di essere dimenticati. 
Un vero incubo. Viene
 generata dalle frasi 
arrabbiate dei genitori 
(magari in buona fede)
 che da bambini in momenti
 di esasperazione ci dicono:
 “sparisci”, “eclissati”, 
“per me non sei nessuno”.
 È importante non coltivare
 la depressione che ne
 può derivare, tendendo
 quindi alle chiusure con 
il mondo per paura che
 si alimenti la paura, perché 
la fobia potrebbe diventare
 strutturale. Con la diffusione
 dei social, chi ne soffre 
ha trovato un nuovo
 terreno di coltivazione 
della fobia. I problemi attuali 
sono diventati i pochi like
il meccanismo di “blocca/sblocca”.

Dextrofobia. Anche questa 
è una fobia molto rara ed
 è la paura degli oggetti 
che si trovano alla destra
 del nostro corpo. Ovviamente
 le paure sono relative 
oggetti interni, quindi
 per comprendere il 
significato che ha questo 
tipo di fobia è fondamentale 
la storia di vita della persona.
 Probabilmente la parte 
destra è dominante da 
un punto di vista religioso
 (“siede alla destra del padre”) 
quindi indagare quale pensiero
 magico c’è dietro il concetto
 di destra, per esempio, se 
la famiglia molto religiosa 
o meno, è fondamentale. 
Anche il significato simbolico
 è importante. Se si trasforma
 in una fissazione o un’ossessione,
 la dextrofobia diventa un
 problema molto grave, 
come per l’aurofobia. Anche 
perché le altre fobie in
 genere riguardano le relazioni, 
e non gli oggetti, come in 
questi due casi.


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