MARIE CLAIRE
Da quando Martina Attili,
la concorrente di X Factor,
ha cantato la cherofobia -
la paura di essere felici e
l'avversione per le situazioni
che possono regalarci della
felicità - per molte persone
si è aperto un mondo di
conoscenza di sé. Magari
abbiamo iniziato a indagare
sulle fobie più strane e poco
conosciute e abbiamo
scoperto che sono tante
e che qualcuna ci riguarda,
e che non lo avremmo mai
saputo, senza quella canzone.
Ma cosa sono le fobie,
e quali sono le più interessanti,
che ci possono incuriosire
quanto la cherofobia?
“Nel Manuale Diagnostico
dei Disturbi Mentali la
fobia è definita così:
‘un’ansia significativa
provocata dall’esposizione a
un oggetto o a una situazione
temuti, che spesso determina
condotte di evitamento,
che in psicoanalisi vuol
dire meccanismo di difesa
simile al diniego”, ci spiega
Valentina Battisti,
psicologa e psicoterapeuta di
Roma. “L’individuo
prova contemporaneamente
repulsione e attrazione
verso l’oggetto/situazione.
Per cui, inconsciamente,
desidera ciò di cui ha paura.
Le persone che soffrono
di questo problema non
vogliono crescere, non
tollerano il distacco da
cose familiari, hanno paura
di individuarsi. Inoltre,
costruiscono una corazza
che serve a proteggere la
fragilità personale”.
Ovviamente e svariate
fobie perché dipendono
dalla storia di ognuno di
noi. A parte le forme infantili
(come la paura del buio?)
il picco si manifesta intorno
ai 25 anni, quando si
dovrebbe saper gestire autonomia,
responsabilità e relazione
sessuale. Ovvero: quando
raggiungiamo davvero la
dimensione adulta. “Gli
individui fobici vanno
abituati alle cose semplici,
a reggere le tensioni, a
insegnargli che affrontando
la paura si sta meglio”,
spiega la dottoressa Battisti.
“È il diventare competenti
su aspetti specifici che fa
superare le paure”.
Vediamo alcune delle fobie
più singolari, oltre a quelle
classiche che riguardano
animali (paura dei ragni e
dei serpenti ne abbiamo?),
sangue, altezze (vertigini a go go).
Tocofobia. È la paura
del parto estrema, che
assume una valenza
particolare soprattutto
se la donna è in stato di
gravidanza di un bambino
molto desiderato e che
potrebbe richiede un cesareo.
Anche se avere un bambino
il sogno di tutte le donne,
sono i racconti ascoltati in
tenera età dalle madri
(un po’ inopportune)
di parti faticosi e dolorosi
in famiglia a causare questa
fobia. Questi racconti
drammatici invece nascono
solo dal bisogno di esaltare
un potere femminile, che
in passato era l’unico. La
conclusione di tanto
condizionamento sociale,
e dell’eccessiva medicalizzazione
della gravidanza porta molte
ragazze a decidere per il
cesareo ancor prima
di avere una relazione!
Gamofobia. È la paura
estrema di sposarsi, o del
matrimonio. In questo
caso bisognerebbe indagare
bene la paura dell’intimità
con l’altro, da intendersi non
solo a livello sessuale, ma
sentimentale. Desiderio o
paura? Probabilmente ha
a che fare il ruolo culturalmente
“fisso” attribuito dalla società
alla donna, che si ritrova a
tormentarsi fra senso di
autonomia e dipendenza dagli altri.
Venustrofobia. È la
paura nei confronti delle
donne belle ed avvenenti.
Chi soffre di questa fobia
prova una paura strettamente
legata al rifiuto, al non
riconoscere l’altro nelle
sue qualità che, ovviamente,
non sono solo estetiche.
È anche una paura di non
essere all’altezza della
donna che si vorrebbe
corteggiare; “siccome
non me lo posso permettere
non mi avvicino proprio”.
È tipico di una persona
che non sfida, non rischia
ed è poco competitiva.
Aurofobia. È una fobia
rarissima che riguarda
qualcosa che ha un valore,
che rappresenta un potere.
È vista come qualcosa che
non si può toccare, “che
non mi posso permettere”.
Per capire da dove deriva,
il terapeuta sonda soprattutto
il rapporto fra madre del
paziente e i gioielli.
Athazagorafobia. Questa
parola che sembra un
codice fiscale è la paura
di essere dimenticati.
Un vero incubo. Viene
generata dalle frasi
arrabbiate dei genitori
(magari in buona fede)
che da bambini in momenti
di esasperazione ci dicono:
“sparisci”, “eclissati”,
“per me non sei nessuno”.
È importante non coltivare
la depressione che ne
può derivare, tendendo
quindi alle chiusure con
il mondo per paura che
si alimenti la paura, perché
la fobia potrebbe diventare
strutturale. Con la diffusione
dei social, chi ne soffre
ha trovato un nuovo
terreno di coltivazione
della fobia. I problemi attuali
sono diventati i pochi like,
il meccanismo di “blocca/sblocca”.
Dextrofobia. Anche questa
è una fobia molto rara ed
è la paura degli oggetti
che si trovano alla destra
del nostro corpo. Ovviamente
le paure sono relative
a oggetti interni, quindi
per comprendere il
significato che ha questo
tipo di fobia è fondamentale
la storia di vita della persona.
Probabilmente la parte
destra è dominante da
un punto di vista religioso
(“siede alla destra del padre”)
quindi indagare quale pensiero
magico c’è dietro il concetto
di destra, per esempio, se
la famiglia molto religiosa
o meno, è fondamentale.
Anche il significato simbolico
è importante. Se si trasforma
in una fissazione o un’ossessione,
la dextrofobia diventa un
problema molto grave,
come per l’aurofobia. Anche
perché le altre fobie in
genere riguardano le relazioni,
e non gli oggetti, come in
questi due casi.
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