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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
venerdì 18 settembre 2020
SERIAL KILLER E DELITTI: MARC DUTROUX, IL MOSTRO DI MARCINELLE.
TRATTO DAL IL PARANORMALE.COM
Marc Dutroux, il mostro di Marcinelle
Qualcuno di voi ricorderà quest’uomo:
in fondo non è molto che è stato
arrestato e la sua vicenda sconvolse
tutte l’Europa per la brutalità con
cui mise fine ad almeno 4 vite,
tutte poco più che bambine.
Marc Dutroux nacque il 6 novembre
1956 a Ixelles, uno dei 19 comuni di
Bruxelles. I genitori erano una coppia
di insegnanti e poco dopo al nascita
del loro figli si traferirono in Burundi
dove nacque Johan, un bambino molto
difficile che crescendo mostrerà una
marcata schizofrenia e finirà per
impiccarsi.
Dopo alcuni anni i genitori di
Marc iniziarono a litigare sempre
più spesso e a nulla valse il loro
ritorno in Belgio: quando il bambino
aveva 10 anni i due divorziarono e
i due bambini vennero affidati alla
madre, a cui Marc non era affatto legato.
Verso i 16 anni iniziò a rubare motorini
per rivenderli e conservare il ricavato
per quella che doveva essere la sua fuga
da casa. Si diplomò e a 20 anni si sposò
per la prima volta con una ragazza di
nome Francoise, da cui ebbe due figli.
Anche il suo matrimonio però non fu
felice e nel 1983 i due divorziarono
e Dutroux ottenne l’affidamento dei
figli. La donna parlò di atti di
violenza nei suoi confronti e di
continua infedeltà, ma non sporse
mai denuncia nei suoi confronti.
Sempre nel 1983 Dutroux incontrò
la sua seconda moglie, Michèle Martin,
con cui ebbe altri tre figli,
l’ultima nata nel novembre del 1995.
Si trasferirono a Marcinelle,
dove tutto ebbe inizio.
Si pensa che i suoi crimini in
questo senso iniziarono nel 1985,
quando rapì e violentò 5 ragazzine
tra gli 8 e i 17 anni e una donna
di 50 anni. La donna riuscì a scappare
e raggiunse la polizia che in poche
ore lo arrestò: nel 1989 venne condannato
ad 11 anni di reclusione, ma in carcere
si mostrò talmente mite e collaborativo
che dopo soli due anni venne
rilasciato per buona condotta.
Tornato a casa per un certo periodo
lasciò calmare le acque, ma assieme
alla moglie e ad un complice iniziò
ad interessarsi alle videocassette
pornografiche e scoprì che molte
persone cercavano qualcosa di ancora
più perverso e che erano disposte
a pagare parecchio epr fotografie
o video con bambini.
Nel giro di 5 anni Dutroux arrivò
ad avere 6 case, oltre una decina
di automobili e un furgone bianco,
quello che sistematicamente usava
per rapire le ragazzine che poi
violentò e uccise. Ufficialmente
risultava disoccupato, ma il suo
tenore di vita non sfuggì ai vicini
che iniziarono a nutrire seri
sospetti sulle sue uscite notturne.
Tutta la vicenda di Marc Dutroux
venne alla luce solo nel 1996 e
per un errore madornale dell’uomo:
il 9 agosto la 14enne Laetitia Delhez
venne trascinata con forza nel furgone
mentre tornava a casa a piedi dalla
piscina comunale, ma l’uomo non si
accorse che qualcuno lo stava
fissando dal suo balcone. Il testimone
riuscì a identificare il veicolo bianco
e segnalò al targa alla polizia, che
il 12 agosto arrestò Dutroux, sua
moglie Michèle Martin e Michel Lelievre,
un loro complice, con l’accusa di rapimento.
Solo tre giorni più tardi gli investigatori
scesero nella cantina della casa e lì
trovarono Laetitia e un’altra bambina
di 12 anni, Sabine Dardenne, sotto shock,
magre, con evidenti segni di violenza sul
corpo e alcune cicatrici recenti.
Messo sotto torchio Dutroux confessò
le sue malefatte, alcune al di là
delle aspettative degli stessi inquirenti.
Ok, torniamo indietro e ripercorriamo
la sequenza storica.
Partiamo dal fatto che Dutroux confessò
solo ciò che successe tra il 1995 e io
momento dell’arresto un anno dopo:
c’è un buco di 4 anni (dal 1991, quando
uscì di galera, al 1995) nei quali si
arricchì a dismisura vendendo
videocassette pedopornografiche e
commerciando con una rete di decine
di pedofili che gli indicavano i gusti
e quali ragazzine erano nei loro desideri.
Noi però sappiamo solo che successe
dal 14 giugno del 1995.
Quel giorno, di pomeriggio, a Gràce-Hollogne
(nei pressi di Liegi) una bambina di 8
anni di nome Melissa Russo stava giocando
nel cortile di casa sua con la sua amichetta
coetanea Julie Lejeune. Anche in quel caso
pare che a Dutroux un cliente lo avesse
informato che la bambina era solita
allontanarsi di casa spesso per
raggiungere un cavalcavia vicino
casa dove andava a guardare le auto
che passavano; l’uomo attese pazientemente,
passando a diverse ore per controllare
i genitori di Melissa, poi giunse con
il suo furgone e assieme alla moglie
le rapì e le condusse a casa sua dove
le rinchiuse in cantina.
Le indagini vennero avviate il giorno
stesso e si protrassero in tutta Europa,
ma senza alcun risultato. Nel mentre la
coppia iniziò ad usare le bambine sia
per registrare oltre 600 videocassette
pornografiche, sia per concederle ai loro
contatti, che si presentarono a decine e
si fecero anche riprendere nei filmini
mentre violentavano, graffiavano,
mordevano e le costringevano ad ogni
perversione immaginabile.
Bernard Weinstein, uno dei pedofili
che venne a casa Dutroux per avere
rapporti con le bambine, le trovò
mal ridotte e con profonde ferite e
bruciature sul corpo, così rifiutò di
pagare per il rapporto sessuale e
minacciò di denunciare il loro losco
traffico. Nel dicembre Dutroux lo chiamò
nuovamente a casa, ma questa volta approfittò
di una su distrazione per colpirlo alla
nuca e lo finì con un coltello da macellaio.
Lo seppellì in giardino, dove da lì a poco
sarebbero finite anche le due bambine.
Weinstein era uno dei complici più fidati
di Dutroux e fu proprio lui, in cambio
di 50.000 franchi ad indicargli Melissa
Russo come possibile bambina per i loro
commerci.
Dutroux il 6 dicembre del 1995 finì
in carcere dopo che la banca notò un
eccessivo spostamento di denaro
( i famosi 50.000 franchi) e fu accusato
di traffici illeciti, sebbene a
carico suo non ci fosse alcuna prova
schiacciante. Venne rilasciato alcuni
giorni dopo e quanto tornò a casa si
accorse che la moglie non aveva badato
a dare da mangiare alle due bambine
in cantina. Quando scese a controllare
le trovò talmente deperite che non
riuscì a salvarle e morirono poche
ore dopo il suo arrivo.
L’uomo allora le mutilò, le
rinchiuse in un sacco nera della
spazzatura e le seppellì di fianco
al cadavere di Weinstein. Perse quelle
due fonti di guadagno iniziò a cercare altre
ragazzine da rapire e sfruttare per girare
video o venderle ai suoi clienti.
L’occasione giunse il 9 maggio 1996 mentre
la 12enne Sabine Dardenne si recava a scuola.
Nuovamente venne caricata sul furgone e
rimase nella cantina di Dutroux per 79 giorni.
In quel tempo la bambina praticamente non
uscì mai dai sotterranei e lì fu costretta
a rapporti con uomini e donne di ogni età,
compresa la moglie di Marc Dutroux che
comparve in parecchi video. Anche allora
le indagini aprtirono immediatamente, ma
a Marcinelle l’uomo aveva discrete
conoscenze e riuscì sempre a sviare
ogni sospetto su di se o a fare pressione
affinchè le autorità non si avvicinassero
troppo a casa sua.
E giungiamo al 9 agosto quando toccò a
Laetitia Delhez essere rapita: e domande
dei clienti di Dutroux erano sempre più
perverse e molti si lamentavano di vedere
o incontrare sempre la stessa bambina,
così decise di offrire un’alternativa a
Sabine. Per fortuna rapì Laetitia in pieno
giorno e in una strada molto trafficata e
quell’errore gli costò la galera.
Nell’interrogatorio Dutroux raccontò ogni
cosa, facendo parecchi nomi dei suoi
complici e indicando dove erano sepolte
le sue vittime. Tra gli altri venne arrestato
anche un certo Michel Nihoul, un agente
immobiliare di 55 anni che, oltre ad
abusare delle bambine, si occupava della
distribuzione delle videocassette e di
fare da tramite con i vari pedofili.
In casa di Marc Dutroux gli inquirenti
trovarono una specie di cunicolo
sotterraneo che ospitava diverse
stanze e in una di loro c’erano
Sabine e Laetitia, terrorizzate, ma
tutto sommato in condizioni buone.
Le due bambine dissero che Michèle Martin
era solita somministrare loro delle gocce o
delle pillole prima degli incontri sessuali
e lo stesso accadeva per farle addormentare.
Il 23 aprile 1998, durante un’udienza,
Dutroux riuscì a fuggire dal palazzo di
giustizia di Neufchateau: riuscì ad eludere
una guardia, ad impossessandosi della sua
arma e a raggiungere un’auto per dirigersi
verso Arlon; venne arrestato qualche ora
dopo da una guardia forestale.
Il 17 giugno del 2004 la giuria popolare
riconobbe Dutroux colpevole dei sequestri,
delle violenze e degli omicidi delle ragazzine
e di Bernard Weinstein; Dutroux fu condannato
all’ergastolo, Michèle Martin a 30 anni
di reclusione, 25 a Michel Lelievre
e soli 5 anni a Michel Nihoul per reati minori.
Putroppo però il 28 agosto 2012
la Corte di Cassazione ha concesso
la libertà condizionata alla moglie,
dopo soli 16 anni scontati su 30.
Michèle Martin sarà obbligata a risiedere
il resto della vita in un convento e non
potrà recarsi nelle province di Liegi e
Limburgo dove vivono le famiglie delle vittime.
FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere
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