Lasciate ogne speranza, Voi ch' intrate...
Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
venerdì 23 aprile 2021
leggende metropolitane:La processione dei morti del casertano.
tratto da il paranormale.com
Questo è uno dei rarissimi casi in cui
le mie fonti si riducono ad un unico sito
web: in questo caso, poiché mi ispiro principalmente
a ciò che racconta la pagina in questione, è
mio dovere indicarla come fonte. Si tratta
del sito balstingnews.com. Ho cercato riferimenti
altrove, anche in biblioteca, ma a meno che
non sia del tutto inventata, questa
leggenda è davvero poco conosciuta.
Tuttavia, poiché il contenuto di questa
leggenda mi ha davvero incuriosito, non
mi limiterò a riportarla così come è
descritta sul sito, ma aggiungerò alcune
mie considerazioni e ricerche sulle tradizioni
locali che possono spiegarne il significato.
Già, è proprio questo che mi porta scrivere
un articoli del quale ho solo una fonte: per
quanto il sito stesso non fornisce fonti da
cui ha attinto, essendo io pertenopeo di
nascita ho avuto la possibilità di immergermi
nelle tradizioni campane e in qualche modo
questa leggenda sembra riportare molte
delle credenza regionali che si tramandano
da secoli.
Il “culto dei morti” in Campania ha
origini antichissime, segno che la
notte di Halloween non è di certo
l’unico evento pauroso legato alla
morte, solo il più famoso. Certo,
Halloween ha origini molto antiche,
ma la celebrazione dello Samhain
(per i celti l’anno nuovo iniziava
il 1° novembre e lo Samhain era proprio
il passaggio dall’estate alla stagione
fredda) si è evoluta in modo diverso a
seconda delle zone e anche nel sud Italia
ha avuto ampio sviluppo fino ad arrivare
al giorno d’oggi.
Se restringiamo la zona al casertano
e alcune zone limitrofe, oggi negli
anziani sopravvive ancora convinzione
del ritorno delle anime dei morti la
notte fra il 1 e il 2 novembre in modo
che possano ricongiungersi con i vivi o
anche solo tornare in quei luoghi dove
hanno vissuto. Qui però invece di Halloween
si parla di “Tempus Tremendum”.
Sin dall’antichità si crede che la notte
fra il 1 e il 2 novembre le anime dei
trapassati ritornassero nelle abitazioni
per raggiungere i propri cari e si
manifestassero come presenze silenziose
e benevole che vegliavano sui parenti
ancora in vita. Ma come ho detto non
si trattava semplicemente di uan
credenza, ma di una vera e propria
convinzione, al punto che era usanza
imbandire la tavola della cucina e lasciare
un bicchiere di vino, uno d’acqua, del
pane ed un pezzo di baccalà per rifocillare
l’anime del defunto prima della sua partenza
per l’Aldilà. In alcune zone poi si lasciava
anche un dolce chiamato “il pane dei morti”.
Si può parlare quindi di una vera e propria
processione di anime defunte che dal Regno
dei Morti giungeva nel nostro e che al
termine della loro visita nuovamente
si univano per farvi ritorno.
A differenza del mito di Halloween nel
casertano non si parlava di un’unica
notte di permanenza: secondo la tradizione
le anime dei defunti si fermavano fino
alla notte tra il 5 e il 6 gennaio e
ancora oggi è usanza mettere una candela
o una lampada accesa per accompagnare i
defunti nel loro viaggio.
Ed eccomi giunto alla fatidica leggenda:
forse con queste premesse sarà più facile
capirne il significato.
C’era una bambina del casertano una
bambina che aveva perso la mamma per
una brutta malattia. Il padre convolò
di nuovo a nozze, ma la matrigna non
era così amorevole come la mamma.
La bambina era sempre triste e la
donna un giorno le disse che c’era
un modo per rivedere la sua mamma:
se ogni mattina si fosse pulita le
orecchie e avesse raccolto il cerume
per un intero anno avrebbe potuto creare
una candela ed accenderla la notte del
2 novembre e se dinnanzi ad essa avesse
recitato una un’antica preghiera avrebbe
rivisto la cara mamma.
La bambina, con pazienza e piena di
speranza, riuscì a creare la candela e
la notte del 2 novembre l’accese e recitò
la formula magica. La piccola si affacciò
alla finestra e con orrore vide che le
parole della matrigna si erano avverate:
una lunga processione di defunti su muoveva
lungo la strada e tra di loro c’era anche
sua mamma, ma con un aspetto orrendo e mostruoso.
Quella processione era una visione infernale e
la bambina capì perché gli spiriti dei cari
non si mostrano ai vivi, ma entrano in casa
e al più appaiono come ombre.
Anche la matrigna lo sapeva e sapeva
anche che vedere la processione dei
morti significava morire in poco tempo.
La bambina pochi giorni dopo fu colpita
dalla febbre e si ammalò; riuscì appena
a raccontare a suo padre la tremenda scena
a cui assistette e poi morì.
Piccola precisazione: la leggenda l’ho
leggermente riadattata perché in questo
modo mi pare più simile a ciò che ancora
oggi si crede nella provincia di Caserta e
in generale in Campania.
FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento