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venerdì 14 maggio 2021
MISTERI: UFOLOGIA-IL CASO VALERIO LONZI: INCONTRI RAVVICINATI.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Quando le testimonianze di un presunto
incontro ravvicinato non portano prove
visibili come fotografie o oggetti e si
limitano a due o tre versioni di amici
o conoscenti stretti, solitamente si
archivia la questione come burla o
tentativo di attirare un po’ di
attenzioni. Il caso di Valerio Lonzi
è finito in TV alla trasmissione
“Il Bivio”, su molti giornali nel 1993
ed è descritto minuziosamente in un
libro di Corrado Malanga del 1998;
c’è da dire che nel libro compaiono
nomi e cognomi di medici che affermano
di aver preso in carico l’allora ragazzo
e sembrano confermare ciò che ha affermato;
la comunità scientifica, per contro, sostiene
che come molti altri casi simili, anche di
quello di Lonzi non vi è alcuna prova che
il “rapimento” sia realmente avvenuto e
che l’ipnosi regressiva (a cui è stato
sottoposto) è facilmente condizionabile
dall’ipnotista, pertanto non ha validità
epistemica. Malanga, inoltre, è stato
molto criticato perché secondo alcuni
studiosi avrebbe condizionato Valerio Lonzi
fino a fargli dichiarare ciò che egli
si aspettava in modo da giungere alle
conclusioni da lui volute; il fatto
che Lonzi sia l’unico testimone del
fatto porta a chiudere la questione
come allucinazione.
Come considerare dunque le dichiarazioni
di Lonzi? Questa volta non mi esprimerò
in merito, anche perché non ho letto
il libro di Malanga e documentandomi
sulle dichiarazioni di Lonzi ho
tutt’altro che risolto i miei dubbi;
mi limiterò a riportavi la vicenda
così come lo stesso Lonzi la racconta.
La vicenda è dell’estate del 1982,
quando Valerio Lonzi aveva appena 15 anni.
Al tempo era uno scout e con alcuni suoi
amici partecipò ad un incontro organizzato
a Reppia in località Pian della Biscia,
una località montana tra Chiavari e
Sestri Levante.
Il penultimo giorno di campeggio Lonzi
e i suoi amici ebbero il primo episodio
anomalo: poco dopo le 22 videro una sfera
luminosa della grandezza di un pallone
da calcio poggiata al suolo poco distante
dalla loro tenda: era luminosa ed emetteva
una luce verde impossibile da non essere
vista; si trovava in un prato e la fonte
della luce proveniva dal nocciolo e man
mano si attenuava verso l’esterno.
Lonzi e i suoi amici presero una torcia
elettrica e si avvicinarono, ma quando
puntarono il fascio di luce l’oggetto
perse rapidamente intensità fino a
spegnarsi. Giunti sul posto la sfera
si era dissolta nel nulla, ma sul terreno
era visibile un’orma semisferica nell’erba
di colore giallastro come la paglia,
a differenza del verde intenso della
vegetazione del luogo. Lonzi si piegò
e avvertì un intenso calore provenire dal
suolo; ipotizzò che per formare un’impronta
del genere (molto profonda e calda) doveva
trattarsi di un oggetto metallico molto
pesante.
Nessuno dei ragazzi però diede alla cosa
importanza perché quella sera avevano
intenzione di divertirsi e avevano
appuntamento per mezzanotte per andare
al campo delle ragazze. Tornati alla tenda,
Lonzi si distese nell’attesa che passasse
il tempo, ma alle 23.15 circa dovette uscire
dalla tenda per il caldo. Si guardò attorno
e vide uno dei suoi amici, che era uscito
per raccogliere la legna per il fuoco, a
pochi metri da lui con una torcia nella
mano destra, un’ accetta nella sinistra
e la testa reclinata. Era immobile e in
uno stato di trance; attorno a lui c’erano
tre sfere luminose molto simili a quella
vista precedentemente che stavano volteggiando
a mezz’aria.
Le tre sfere poi si mossero verso di lui
che istintivamente accese la torcia e la
puntò nella loro direzione; colpite dalla
luce persero luminosità e scomparvero nel
nulla. In quel momento il suo amico si
risvegliò e i due si guardarono in viso
alla ricerca di una spiegazione. Con loro
sorpresa scoprirono che erano già le 00.15
e trovarono a terra la torcia elettrica
fulminata e con il vetro rotto.
Convinti che nessuno li avrebbe creduti,
decisero di non raccontare nulla a nessuno
e di continuare il loro campeggio come se
nulla fosse successo.
Quando tornò a casa Lonzi fece una doccia
e la madre notò delle ferite sulla sua
schiena: sulla parte bassa c’erano tre
profonde cicatrici lunghe circa 15 cm
che i dottori spiegarono come un
intervento chirurgico con tanto di punti
di sutura. Valerio Lonzi non sapeva né
come né quando gli erano state inflitte
quelle ferite.
Fin qui vi ho riportato le dichiarazioni
di Lonzi in TV e su alcune riviste; dopo
ci sarebbe quello che Malanga riportò nel
suo libro. Ciò che sarebbe venuto fuori da
due anni di analisi ipnotica è che Lonzi
sarebbe stato vittima anche di altri rapimenti
nella sua adolescenza. Addirittura la madre prima
della nascita del bambino avrebbe avuto un
incontro ravvicinato con un UFO che l’avrebbe
colpita con un raggio luminoso, senza però
procurarle alcun tipo di danno.
Valerio Lonzi nella sua infanzia avrebbe più
volte avvistato UFO e avrebbe avuto sogni
lucidi in cui era in compagnia di alieni Grigi.
Oggi Lonzi indaga su fenomeni ufologici come
collaboratore del CUN e, a suo dire, cerca
risposte ai fenomeni che hanno caratterizzato
la sua vita.
FONTE: Misteri dal Mondo – Credere Per Vedere
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