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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
giovedì 8 luglio 2021
misteri:EMILY ISABELLA BURT: LA LUPA MANNARA DELLA GEORGIA.
tratto da il paranormale.com
Nel secolo scorso, ma soprattutto nell’ultimo
ventennio, in tutto il mondo c’è stato un boom
di film, riviste, libri, storie e gadget sui
vampiri. Oggi il vampiro è un’icona horror,
una creatura che tanto temuta in passato quanto
ammirata e “desiderata” oggi (e per desiderata
intendo anche sessualmente). Al di là di quale
vampiro vi piaccia (Edward Cullen, Lestat, Selene,
Dracula, Blade, Nosferatu, ecc..) quello che è
certo è che nessuno di loro si può definire tale,
almeno non come fu pensato originariamente.
Ma perché si parla tanto di vampiri e non di
licantropi? Le due creature hanno spesso luoghi
comuni nella storia, ma i licantropi hanno origini
molto più antiche e perfino le leggenda a riguardo
sono molto di più; eppure la figura del mannaro
(non sono solo i lupi ad essere mannari) non ha mai
veramente avuto successo sul piccolo schermo o nella
cultura moderna.
Quello di cui sto per parlarvi è uno di quei casi
storici (quindi documentati e non inventati) che
hanno portato a credere che i licantropi siano
veramente esistiti, sebbene ci siano alcuni punti
oscuri che avrebbero dovuto essere sviluppati
a loro tempo per giungere ad una conclusione
inequivocabile.
Secondo i documenti del tempo nel 1855 nella
campagne e nei boschi della Georgia si aggirava
un lupo mannaro affamato, pronto ad aggredire
chiunque gli capitasse a tiro nelle notti di
plenilunio. Da lì a collegarlo alla giovane Emily
ci volle un po’, ma le prove sembrarono al tempo
inoppugnabili, tanto che da lupo mannaro si
passò a parlare di “Emily, la ragazza licantropo”.
Emily Isabella Burt era una ragazzina 14enne
di famiglia ricca e viveva nei pressi di Woodland;
terza di cinque figli, era la più timida e
impacciata, spesso sopraffatta dai fratelli e
al centro degli scherzi dei compagni di scuola.
Quell’anno il padre di Emily morì, ma lasciò
una grossa somma di denaro che permise alla
madre di continuare a crescere i figli in maniera
decorosa e assicurò a tutti un futuro tutto
sommato agiato. Emily però non prese bene
la dipartita del padre, anche perché era
l’unico che veramente la capiva e con cui
riusciva a confidarsi: Mildred Owen, la madre,
preoccupata per la salute della figlia, decise
allora di mandarla in Inghilterra da una sua
parente e di farla distrarre frequentando un
anno di scuola in Europa.
Se all’iniziò la lontananza da casa sembrò
avere un effetto benefico sulla ragazzina,
dopo un solo semestre Emily venne rimandata
a casa e i parenti scrissero a Mildred che
la ragazza mostrava strani segni di nervosismo
e rabbia incontrollata. Non passò molto tempo
che in effetti che la madre e fratello notarono
qualcosa di strano in lei: era sfacciata,
maliziosa nel parlare, amava provocare i
maschi, anche gli anziani vicini, scoprendo
parti del corpo, era iperattiva, sfociava
spesso in malumori o gesti di stizza e di
notte mugolava e non riusciva a dormire.
Solo più tardi ci si accorse che quei
comportamenti avvenivano principalmente
nella settimana a cavallo della luna piena,
ma anche allora il timore della madre e dei
vicini fu che fosse semplicemente pazza.
Passò ancora qualche mese ed Emily iniziò ad
aggiungere un ulteriore bizzarro comportamento:
sempre nei giorni a cavallo del plenilunio la
ragazza si alzava in piena notte e a piedi
nudi usciva di casa per addentrarsi nella
foresta poco lontano da casa. Tornava sempre
al mattino, nuda o con la veste da notte
strappata. Mildred chiamò dei medici affinché
controllassero sua figlia e loro riscontrarono
uno sviluppo anomalo delle arcate dentali
nei pressi dei canini e capelli che
crescevano due volte la velocità normale.
A parte questo la ragazza sembrava normale,
anche perché le visite avvenivano dopo alcuni
giorni che Emily manifestava quei comportamenti
(quindi dopo che l’effetto della luna piena era
svanito) e quindi la trovavano sempre calma e
razionale. Lei dal canto suo, affermava di
ricordare nulla delle notti che trascorreva
nei boschi e nemmeno dei suoi comportamenti
bizzarri in quei giorni. I medici giunsero
alla conclusione che la ragazza non avesse
nulla e che quei comportamenti fossero dovuti
semplicemente ai cambiamenti della pubertà.
Nel 1851, l’anno dopo, le cose però peggiorarono.
In primavera gli agricoltori e i pastori della
zona iniziarono a lamentare la morte di molti
dei loro animali da fattoria, quasi tutti
trovati nei loro cortili sbranati o fatti a pezzi.
In tutta la contea di Talbot i coltivatori
nei giorni di luna piena trovavano nei loro
campi carcasse macellate di animali, apparentemente
vittime di un attacco di lupi.
Gli agricoltori di Woodland si organizzarono
per una battuta di caccia ai lupi e dopo
settimane di insuccessi uscirono una notte
di luna piena nel giugno di quell’anno
riuscendo finalmente a trovare la creatura
responsabile delle aggressioni al bestiame.
Nel folto del bosco videro (e riportarono nei
documenti di allora) una creatura dal pelo
folto color scuro che poteva muoversi a due
o a quattro zampe, con lunghi artigli e zanne
mostruose; appariva in tutto e per tutto come
un lupo, ma la postura erette fece subito
gridare al “lupo mannaro”. A questo si aggiunse
il fatto che molti di loro spararono alla creatura,
ma nessuno di loro riuscì ad abbatterla, portando
a pensare che fosse immune ai colpi normali.
I cacciatori dovettero attendere la successiva
luna piena e nel mentre, guidati da un anziano
particolarmente attivo, presero la vicenda talmente
sul serio che fusero diversi oggetti in argento
per creare proiettili (si pensa ancora oggi
che l’argento sia una delle poche cose a danneggiare
i lupi mannari). Gli agricoltori arrivarono anche
a sciogliere le loro croci appese in casa pur
di avere pallottole a sufficienza per uccidere la bestia.
Infine all’avvicinarsi del plenilunio iniziarono
a darsi il cambio e fare turni ai bordi di ogni
bosco della zona in modo da essere pronti ad
ogni movimento sospetto nel sottobosco. Le molte
energie spese furono nuovamente ripagate e una
notte nel bosco fuori Woodland un gruppo di
pattuglia si imbattè in una silhouette
spaventosa grande come un uomo, ma con
l’aspetto animalesco di un lupo che
camminava su due zampe. I cacciatori
fecero fuoco con i loro fucili e ci
furono lunghi momenti concitati e di
confusione; la creatura fuggì nella
foresta, ma diverse chiazze di sangue a
terra diedero la conferma che quella
volta l’avevano colpita.
Mildred Owen Burt si svegliò al suono
delle spari, e conoscendo l’attitudine
della figlia di uscire di notte si
allarmò e andò a controllare in camera
sua: il letto di Emily era vuoto. Preoccupata
per quegli spari troppo vicini a casa, accese
una lanterna e si diresse verso la foresta
seguendo la luce delle lanterna che già si
muovevano nel sottobosco. Al suo arrivo vide
con orrore Emily a terra in un lago di sangue.
Il giorno successivo il medico locale a
chiudere le ferite di Emily e a salvarle la
vita perché era stata colpita solo ad una
spalla; le voci di “incidente” di Emily e
quelle sulla caccia ai lupi mannari iniziarono
a mescolarsi nelle taverne locali, fino
alla conseguente conclusione che fosse
proprio Emily la creatura mostruosa che
uccideva gli animali nelle fattorie.
Per il bene della ragazza Mildred mandò
sua figlia a Parigi da un medico che affermava
di essere “specializzato in licantropia”.
Secondo le leggende gli attacchi agli animali
cessarono completamente da allora e quando Emily
Isabella Burt tornò in Georgia alcuni anni dopo
era stata curata dalla sua misteriosa malattia,
non manifestando più alcun sintomo di nervosismo
o stravaganze.
Emily visse il resto della sua vita a Woodland
e divenne un’imprenditrice di successo. Morì
Nel 1911, all’età di 70 anni.
Ancora oggi ci si chiede cosa fosse
in realtà la creatura che uccideva gli
animali nelle fattorie della contea di
Talbot e se Emily davvero c’entrasse qualcosa.
La storia della lupa mannara è caldamente
contestata da scettici e studiosi, ma la
gente di quei luoghi sono inclini a pensare
che la bestia fosse proprio la ragazzina.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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