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venerdì 22 aprile 2022
MISTERI:IL FANTASMA DI COSTANZA DE CUPIS.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Quando si parla di fantasmi o costruzioni
infestate si tende ad immaginare luoghi
isolati, lontano da tutto e da tutti, spesso
teatro di omicidi o morti violente. E spesso
le indicazioni geografiche sono vaghe, a
volte errate o si dice che quella costruzione
è crollata o è stata abbattuta. Per una
volta vi parlo di un fantasma in pieno
centro della nostra capitale, in una delle
vie più famose e la cui dimora è ancora
visibili e alcune volte visitabile.
Non serve essere di Roma per sapere dove
si trova Piazza Navona; ecco, il resto di
questo edificio si affaccia proprio lì,
anche se l’entrata principale è in via
dell’Anima. Oggi si chiama Palazzo De Cupis,
ma prima che avvenisse la storia che vi
scriverò tra poco era conosciuto come Palazzo
Pamphilj.
Nei primi anni del 1600 a palazzo viveva
Costanza Conti un ragazza descritta come
molto avvenente. La cosa che però colpiva
chiunque la vedesse erano le sua mani,
di un candore unico e dalla bellezza
invidiata da tutte le dame dell’aristocrazia.
La giovane donna andò in sposa al nipote
del cardinale Giandomenico De Cupis e
anche dopo il suo matrimonio la usa
bellezza rimase tale e le sue mani
rimasero perfette, tanto che un artista
di nome Bastiano le chiese di poterne
fare un calco per mostrarle a tutti nella
propria bottega. L’uomo fece un calco
in gesso di una sua mano e la sua opera
divenne talmente FAMOSA che la gente andava
a vederla in pellegrinaggio quasi fosse una
reliquia.
La leggenda vuole che un giorno un frate
di San Pietro in Vincoli, giunse alla bottega
a rimirare quella opera d’arte e che,
stupefatto da tutta l’ammirazione della
gente che quasi venerava quel calco,
disse un frase del tipo:
«Se quella mano è umana, merita
d’essere tagliata!»
Probabilmente si riferiva al fatto
che le persone ne parlavano quasi
con blasfema ammirazione e che
sembravano più attratti da quel pezzo
di gesso che dalla croce del Cristo.
Quell’episodio giunse alle orecchie di
Costanza che da quel giorno si fece
prendere dal terrore e dall’angoscia,
vedendo in quell’affermazione un oscuro
presagio. La donna, religiosissima, ordinò
che il calco venisse distrutto e prese
la decisione di rinchiudersi in casa per
rinunciare alla vita mondana e espiare
colpe che effettivamente non aveva
pregando e cucendo.
Qualche tempo dopo la ragazza si punse
il dito con l’ago mentre stava ricamando
e quella che sembrava una ferita di poco
conto si infettò e si estese rapidamente
a tutta la mano e il braccio. La mano andò
in cancrena e a nulla servirono gli unguenti
e le medicine dei medici: dovette essere amputata.
Ma nemmeno quella drastica decisione riuscì
a salvare Costanza perché l’infezione era
ormai in circolo e la donna morì a causa
della setticemia.
Questa triste vicenda nei decenni a seguire
venne tramandata di padre in figlio, assunsero
i connotati di una leggenda e i romani ancora
oggi sostengono che il fantasma di Costanza
De Cupis si aggiri nel palazzo e che una
bellissima e pallida mano appaia dietro
il vetro di una finestra di Palazzo De
Cupis quando la luna fa capolino e i suoi
raggi illuminano la facciata.
In molti sostengono che quella
forma sia speso visibile anche
dalla piazza sottostante.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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