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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
giovedì 10 novembre 2022
MISTERI:LEGGENDE METROPOLITANE-EL SILBON LO SPETTRO MALEDETTO
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Fino a poche decenni fa in Italia la
famiglia era uno dei valori più forti di
una persona e ancora oggi in alcuni paesi
tradire i propri parenti comporta punizioni
tremende, spesso addirittura la morte. Non
deve quindi stupire se in passato siano
nate leggende, aneddoti e storie atte a
spaventare la gente in modo da mantenere
vivo quel senso di rispetto verso i propri
cari.
La leggenda di cui sto per parlarvi è
proprio un esempio lampante di quanto la
gente del Sudamerica tenga ancora a questi
valori e sfrutti addirittura il paranormale
pur di mantenerli vivi. Si racconta un po’
in tutta l’America latina, ma è particolarmente
viva in Venezuela e Colombia; riguarda lo spettro
di un ragazzo condannato in eterno a vagare nelle
pianure e nelle foreste con sulle spalle un sacco
con all’interno le ossa del padre che lui
stesso ha ucciso.
Viene chiamato”El Silbon” ed è solito
annunciarsi con un suono o un fischio
che ripercorre la scala musicale dal DO
al SI. La leggenda di El Silbon è vecchia
di secoli e nel tempo a seconda della zone
è stata adattata e arricchita di particolari;
ne esistono diverse versioni, ma le principali
sono tre, tutte molto simili.
1- La versione più raccontata parla di un
giovane capriccioso e viziato, abituato
sin da bambino ad essere soddisfatto in
tutto. Un giorno il ragazzo, appena adolescente,
disse al padre che aveva voglia di mangiare
frattaglie di cervo e come sempre il padre
cercò di accontentarlo andando nel bosco a
cacciare. Purtroppo quella fu una brutta
giornata e di cervi non se ne videro, così
il padre tornò a casa e disse al figlio che
avrebbe riprovato il giorno dopo. Il ragazzo
però non accettò quella risposta e con un
coltello da caccia uccise il padre, prese
i suoi intestini e li portò alla madre affinché
li cucinasse. La madre, che non sapeva nulla
dell’omicidio, ebbe però un sospetto quando
non vide tornare il marito e così chiamò
il suocero per avvertirlo di quella strana
sensazione che provava. Il nonno del ragazzo
in poco tempo scoprì il cadavere e decise di
punire il nipote in maniera esemplare: lo legò
ad un albero e lo frustò sulla schiena ripetutamente
fino a farlo sanguinare; poi versò sulle sue ferite
essenza di chili (alcuni dicono limoni spremuti)
affinché soffrisse più dolore possibile e poi gli
mise in spalla un sacco con dentro i resti del padre.
Infine lo maledì e dopo averlo slegato gli mise
alla calcagna il suo cane affinché lo mordesse
ogni volta che si sarebbe fermato. El Silbon
è destinato a vagare in eterno senza mai fermarsi,
inseguito da un terribile cane mostruoso pronto
a sbranarlo ogni volta che cerca di riposare.
L’unico modo che ha El Silbon di rifiatare è
fischiettare una melodia che segue la scala
musicale tradizionale perché quel suono
confonderebbe il suo inseguitore.
2- El Silbon era un ragazzo viziato,
cresciuto di eccessi sempre sminuiti
dai genitori durante la sua adolescenza.
Un giorno lasciò la sua casa per vedere
il mondo e poter fare tutto quello che
voleva: iniziò a vivere un’esistenza dissoluta
fatta di eccessi, alcool e sesso promiscuo;
divenne violento e uccise diverse persone
per motivi futili in risse o semplici
vendette e alla fine finì in carcere,
dove ebbe modo di riflettere sui suoi
errori. Quando venne rilasciato tornò
a casa e lì, nonostante tutti i suoi
atti atroci, venne accolto con gioia
e affetto. Dopo pochi giorni il padre
lo invitò con sé a caccia e quando furono
in mezzo al bosco trovarono un albero
sottile e contorto che bloccava la loro
strada. A quel punto il ragazzo disse:
«Papà, perché non raddrizzi quell’albero
per passare dall’altra parte?»
«Mi dispiace figlio mio, quell’albero non
può più essere raddrizzato, doveva essere
fatto quando era tenero e flessibile. Ora è
cresciuto e non è più possibile.»
«Ah, ecco! Se sapevi che le cose vanno
raddrizzate quando sono piccole, perché
non mi hai raddrizzato quando era il momento?
Mi hai lasciato crescere male, contorto e capriccioso
… Ho ucciso tante persone e ora soffro per le
colpe ogni giorno della mia vita!»
Detto questo il figlio afferrò suo padre per
il collo, lo pugnalò e lo privò degli intestini,
che portò alla madre per fare un arrosto. Il
finale è simile alla prima versione: la madre
avvisò il nonno che lo punì frustandolo e
lanciando su di lui una maledizione; gli mise
in spalla una sacco con i resti del padre e
lo condannò a vagare senza metà rincorso
dal suo cane che lo avrebbe tormentato in
eterno.
3- El Silbon era un ragazzo pacato
e buono che però un giorno scoprì che
stava succedendo qualcosa di strano
tra sua moglie e suo padre: alcune
versioni dicono che la picchiava, altre
che la violentò. Quando il ragazzo colse
sul fatto suo padre, lo colpì con un bastone
e lo strangolò. Il nonno, che aveva sentito
i due litigare, corse a vedere cosa era successo
e scoprì il parricidio. Scioccato, maledì il
giovane, che aveva osato uccidere la sua
stessa carne, colui che gli aveva trasmesso. Co
me per le altre versioni lo legò, lo frustò e
gli mise in spalla il sacco con dentro suo padre,
condannandolo a vagare per sempre inseguito dal
suo cane che lo avrebbe tormentato ogni volta
che si sarebbe fermato. Gli unici momenti
di pace che avrebbe avuto sarebbero stati
quelli in cui avrebbe fischiettato la scala
musicale.
Comunque si racconti la storia di El Silbon,
sono molti in Colombia e Venezuela a credere
nella sua esistenza e c’è addirittura che
afferma di averlo visto nei boschi durante
i periodi di siccità.
El Silbon si siederebbe per alcuni istanti
sui tronchi caduti degli alberi e ucciderebbe
i drogati e gli ubriachi che incontrerebbe,
colpevoli come lui di aver vissuto una vita
dissoluta facendo soffrire la propria famiglia.
Aspirerebbe la carne e il sangue dall’ombelico
e metterebbe le ossa nel suo sacco assieme ai
resti di suo padre. Viene descritto come un
gigante alto oltre 4 m che emette un sibilo
agghiacciante e fruscii (quando non fischietta),
è vestito di stracci, è molto magro e pallido.
Porterebbe un cappello e ovviamente un sacco
sulle spalle.
È convinzione di molti che i suoi fischi
siano ingannevoli: se si sente una melodia
nelle vicinanze non ci sarebbe alcun pericolo
perché in realtà è lontano, ma più il suono è
distante e più sarebbe. Alcuni pensano che sentire
il suo fischio sia un presagio di morte, ma che
può esse scongiurata se dopo si sentirebbe
il latrato di un cane.
Si dice anche che in certe notti il Silbon
appaia nei pressi di una casa, dove poserebbe
il sacco e si metterebbe a contare le ossa
una per una; se una o più persone si fermerebbe
od osservarlo e ad ascoltarlo non succederà
nulla, ma se si scapperebbe all’alba un membro
della famiglia morirà.
La leggenda Silbon sembra essere nata nelle
pianure di Guanarito, in Venezuela, per poi
spostarsi verso le pianure di Barinas e Cojedes
e infine spargersi a macchia d’olio in tutto il
Sudamerica. Da qualche parte lo spettro di un
ragazzo vaga per effetto di una maledizione per
aver tradito la propria famiglia… Certo che se
davvero esistesse e se ucciderebbe tutti quelli
che fanno del male ai propri cari il suo sacco
sarebbe davvero enorme!
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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