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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
giovedì 3 novembre 2022
MISTERI:MAGIA-FLORENCE NEWTON E IL BACIO DELLA MORTE.
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Ogni volta che qualcuno parla della
caccia alle streghe o di processi alle
streghe, quella persona (ma credo che in
molti la pensiamo così) afferma che “quasi
tutti” quelli che vennero uccisi dalla
Chiesa perché streghe o stregoni erano
innocenti. Quasi tutti… perché non
diciamo tutti?
La caccia alle streghe, come sappiamo,
fu usata come pretesto da persone
influenti, persone avide, vicini invidiosi
o consorti gelosi per liberarsi di persone
scomode e al tempo bastava l’accusa di
due persone (facili da trovare o da pagare)
per fare iniziare un processo che finiva
quasi sempre nella condanna di un
innocente. Allora perché non diciamo
che tutti erano innocenti? Crediamo
in fondo che la stregoneria sia esistita
(ed esista)?
Alcuni diranno che sì, la magia nera
ancora oggi influisce su luoghi e
persone; altri sono più scettici, ma
nonostante questo sospettano che ci
sia qualcosa di sconosciuto e misterioso
che avvolge le nostre vite. Per quanto
riguarda le vicende di stregoneria che
io ho trattato finora ho sempre lasciato
intendere che la morte dell’accusato o
degli accusati avvenne per errore o
per ignoranza, ma per questo caso non
posso elargire giudizio così a cuor
leggero. Certo, sto per parlarvi di
fatti avvenuti oltre 350 anni fa,
quindi la storia può benissimo essere
stata modificata, traviata o aggiustata
ad arte nei secoli, ma così come oggi
vieni scritta nei libri in effetti fa
riflettere e quanto meno il dubbio lo
instaura.
Secondo gli archivi storici la vicenda
ebbe inizio nel 1661 quando a Youghal,
una città portuale nella contea di Cork
(Irlanda), scoppiò un focolaio di febbre
che colpì quasi metà degli abitanti. In
un periodo già critico per la dura
oppressione della Chiesa, per le epidemie
che mietevano vittime continuamente, per
le carestie e la paura degli invasori è
facile immagine come il minimo evento
anomalo causasse un’isteria di massa.
La mattina di Natale di quell’anno una
vecchia accattona si presentò alla porta
di John Pyne, un uomo d’affari che tutti
sapevano essere molto ricco, per chiedere
un tozzo di pane. L’anziana donna era
anch’ella conosciuta da tutti: si chiamava
Florence Newton e, al contrario di Pyne,
se la cavava piuttosto male e da parecchio
tempo.
Ad aprire la porta di casa fu Mary
Longdon, la cameriera dei Pyne, una
donna piuttosto burbere e risoluta
che cacciò in malo modo l’accattona
per tornare a pulire casa. Qualche
giorno dopo Mary andò al pozzo a
lavare i panni per il suo padrone e
lì incontrò nuovamente Florence, che
come a solito mendicava un po’ di
ibo per strada. Mentre la cameriera
lavava la biancheria Florence le si
avvicinò, la baciò su una guancia,
e con il sorriso sulle labbra le disse
che non mangiava da molto tempo, ma ch
e non le serbava rancore e che voleva
che Mary fosse sua amica. Nuovamente
Mary Longdon, vedendo che la altre
lavandaie la guardavano schifate,
prese le distanze e con un gesto burbero
la scacciò. L’anziana la fissò con rabbia
e poi se ne andò borbottando parole
incomprensibili.
La cosa sarebbe finita lì se non fosse
che quel “bacio rubato” iniziò ad avere
strani effetti su Mary. Il suo primo
risveglio, la mattina dopo, fu a dir poco
scioccante: la donna durante il processo
he disse essere Goody Newton (comare Newton).
La donna si sentì impossibilitata nel
derava. Mary rifiutò dicendo che riponeva
la sua fede in Dio e le due figure sparirono
nuovamente.
Non c’è male come inizio, non trovate? Sì,
ma parliamo di dichiarazioni di una donna
che aveva avuto un diverbio con un’altra,
che era scomoda, che era noiosa e che
soprattutto le aveva fatto fare una brutta
figura con le amiche… Torniamo al discorso
iniziale: un modo efficace per liberarsi
di una persona scomoda era accusarla di
stregoneria… Il fatto è che la storia
continua e da allora i testimoni di ciò
che accadde furono parecchi.
Qui vi riporto in sintesi i documenti
scritti al tempo e ancora custoditi nel
museo storico di Kinsale.
Il tribunale che si occupò del caso di
Florence Newton ascoltò diversi testimoni,
amici di Mary Longdon, ma anche medici,
luminari, studiosi e persone dell’aristocrazia
della città: vennero riportati strani
fenomeni di poltergeist in casa della donna,
un episodio di levitazione e diversi
atti di violenza nei suoi confronti da
parte di un’entità maligna. Il primo
caso di interesse avvenne il giorno
stesso in cui la donna si svegliò ed
ebbe quella visione: verso metà mattinata
iniziò a vomitare, spilli, chiodi,
pezzi di lana e paglia; il medico che
venne chiamato a controllare la donna
affermò che la trovò in stato di
delirio e con una segno viola sulla
guancia simile ad un morso, proprio
dove era stata baciata da Florence.
Alcuni giorni dopo la donna, sempre
nei pressi del pozzo dove andava a lavare
i panni, fu colpita da diverse pietre
piovute dal cielo e riportò lesioni su
testa, braccia e schiena. Pare circa tre
mesi la donna, anche davanti agli occhi
dei cittadini, veniva strattonata da una
forza invisibile, graffiata e colpita.
Sentendo nominare troppo spesso il suo
nome Florece decise bene di rifugiarsi
in una zona periferica del paese, in una
vecchia casa abbandonata nei pressi di
un bosco nel quale poteva scappare
facilmente in caso di pericolo.
Gli anziani della comunità si precipitarono
a casa Pyne per apporre sigilli alle
porte e sprangare le finestre ed impedire
all’influsso maligno di penetrare in casa:
la gente si era già convinta che
quegli eventi erano imputabili da
una strega e un gruppo di ben pensanti
iniziò una vera e propria battuta di
caccia per acciuffare Florence Newton
e portarla davanti ad un tribunale.
Mentre la gente cercava l’anziana
senzatetto nei boschi e nei vicoli
della cittadina, Mary fu vista levitare
fino al soffitto, al punto che il prete
ordinò che fosse legata con catene al
letto e sottoposta ad un rito di
benedizione.
Il 24 marzo 1661 Lord Myre, il sindaco
di Youghal, fece imprigionare in via
preliminare la Newton. Oltre a Florence
Newton vennero accusate altre due donne
del posto, Goody Halfpenny e Goody Dod.
La notizia si diffuse a macchia d’olio
e si iniziò a parlare di una congrega di
streghe, di sabba nei boschi e riti
malvagi al chiaro di luna.
Il caso fu ritenuto talmente importante
che a presiederlo intervenne addirittura
il procuratore generale, Sir William Ashton,
che prima ancora di interrogare l’accusata
sentì decine di versioni dei cittadini che
avevano assistito al patire di Mary Longdon.
Fuori dal palazzo di giustizia si affollò
gran parte del paese e ognuno aveva qualcosa
da dire a riguardo della “strega” Florence.
La prova più evidente comunque l’aveva
Mary in volto: la sua guancia si era
infettata e si era lacerata mostrando
la carne e l’interno della bocca. Ma
per dimostrare che Florence e le sue
discepole erano streghe bisognava
procedere secondo i dettami dell’inquisizione,
con test e verifiche approfondite.
In realtà basto solo la minaccia di
attuare l’orribile prova dell’acqua che
Florence si prese tutta la colpa e
scagionò le altre due donne (la prova
dell’acqua consisteva nell’appendere
al collo dell’accusato una tavola con
mergerlo nell’acqua di un lago per
diversi minuti: se affondava era
dimostrata la sua innocenza, se l’acqua
lo respingeva e galleggiava da solo
era colpevole): di fronte al sindaco
e di fronte alla minaccia di annegare,
Florence Newton disse che era l’unica
strega di Youghal.
La prova decisiva fu ritenuta l’incapacità
la donna tralasciò le parole “e rimetti
a noi i nostri debiti“.
Quella mancanza convinse i giudici a
farle incarcerare in attesa della
decisione della pena di morte. Forse
il suo patire e i trattamenti disumani
davanti a tutti gli abitanti della
cittadina commossero il carceriere
che cercò di insegnarle la formula
corretta della preghiera nella speranza
che la donna riuscisse a ribaltare
la sentenza di condanna. in segno
di gratitudine Florence attraverso
le sbarre della sua cella gli baciò
la mano e dopo pochi giorni l’uomo
morì di polmonite, a quanto pare
maledicendo la Newton sul letto
di morte.
Gli altri carcerieri affermarono di
aver sentito rumori spettrali provenire
dalla cella di Florence ed ella,
quando le fu comunicata la sentenza
di morte, volle forse spaventare giudici
e astanti confessando che il demonio
era venuto a farle visita sotto forma
di levriero nella sua cella. Ammise
davanti a tutti anche di aver gettato
il malocchio su Mary Longdon, ma
negò di essere una strega.
I documenti giunti al giorno d’oggi
non ci dicono come si concluse il
processo, ma è praticamente certo che
Florence Newton fu giustiziata. Ad ogni
modo viene riportato che tempo dopo
Mary Longdon sembrò guarì dalla malattia
che aveva sfigurato il suo viso e
non fu più al centro di nessun
fenomeno strano.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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