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mercoledì 8 febbraio 2023

BIOGRAFIA DI SANTI:Santa Giuseppina Bakhita Una schiava innamorata di Gesù

TRATTO DAL SITO "CHIESADIMILANO" La vita di Santa Giuseppina Bakhita è avventurosa come un film. Era una bambina africana di sette anni, nata intorno al 1869 in un piccolo villaggio del Sudan occidentale, quando fu rapita dai mercanti di schiavi. In quell’occasione si spaventò così tanto che dimenticò il suo nome e quello dei suoi famigliari. I rapitori la chiamarono Bakhita, che in arabo significa "fortunata". Fu venduta più volte dai mercanti di schiavi e quindi cambiò frequentemente il padrone. La vita degli schiavi era terribile a quei tempi, piena di umiliazioni e di sofferenze fisiche. Ad esempio, mentre era a servizio di un generale turco, le furono tatuati con un rasoio e poi cosparsi di sale più di cento disegni sul petto, sulla pancia e sul braccio destro! Bakhita pianse e soffrì moltissimo, non solo per se stessa, ma anche per i suoi compagni di schiavitù. A Karthoum, cioè nella capitale del Sudan, fu infine comperata da un console italiano e nella sua casa lavorò come domestica: nella famiglia di un cristiano Bakhita finalmente non era più una schiava! Nel 1884 però scoppiò una guerra e il console dovette scappare insieme ad un amico, che si chiamava Augusto Michieli. Quest’ultimo prese con sé Bakhita e la portò in Italia, nella sua casa, dove lei diventò la baby sitter della figlia Mimmina. Dopo tre anni i coniugi Michieli si trasferirono in Africa e affidarono la figlia e Bakhita a un istituto di suore: lì la ragazza conobbe il Signore attraverso il catechismo e Lui la consolò e asciugò le lacrime che erano rimaste dentro di lei dai tempi della sua schiavitù. Quando la signora Michieli ritornò dall'Africa, Bakhita le disse che voleva restare con le suore: ormai si era innamorata di Gesù! La signora non la voleva lasciare, ma Bakhita fu irremovibile e nel 1890 ricevette i sacramenti dell'iniziazione cristiana: volle chiamarsi Giuseppina Margherita Fortunata. Gesù però l’amava tanto e la voleva tutta per sé: fu così che Bakhita diventò una suora. Fece la cuciniera, la sagrestana, la portinaia e, durante la Prima guerra mondiale, svolse il compito di aiuto infermiera. Tra il 1937 e il 1939 visse a Vimercate, un paese della nostra diocesi. Morì nel 1947 dopo una malattia lunga e dolorosa, durante la quale non le mancò mai la consolazione di Gesù: la sua presenza rendeva più leggera ogni sofferenza!

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