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Vi aspetta un viaggio nella Cultura, nella Filosofia, nella Poesia, nella Sociologia, nel Gossip......by Phil :-)
venerdì 3 marzo 2023
MISTERO:LA LETTERA DEL DIAVOLO- IL PARANORMALE
TRATTO DA IL PARANORMALE.COM
Sono passati due millenni da quando
il cristianesimo ha fatto la comparsa
nella nostra società e, nonostante la
presa della Chiesa sul popolo sia molto
diminuita, ancora oggi nella nostra vita
quotidiana siamo soliti parlare di Dio e
del Diavolo. Oggi la scienza sta prendendo
sempre più piede fornendo spiegazioni e
dimostrazioni di fenomeni che una volta
attribuivamo a “forze sovrannaturali”,
ma la credenza che “il male” sia originato
dal Diavolo è ancora radicata in gran parte
della popolazione.
Ma esiste il Diavolo? Esiste qualcuno
o qualcosa che tenta le persone o che
influisce sugli eventi quotidiani di ognuno
di noi?
Ognuno di noi ha le sue idee, ma in passato
la pressione del Clero era talmente forte
sulla gente che il Diavolo era una figura
non solo presente nei loro pensieri, ma
addirittura presente fisicamente tra
il popolo: dire “fisicamente” in effetti
è eccessivo, ma si tendeva ad accusare
persone, oggetti, animali e eventi
atmosferici di essere il Diavolo incarnato
e di agire sotto altre forme per tentare
o far del male alla brava gente.
Questo è un esempio italiano di una
credenza che nei secoli è giunta fino
a noi e che ancora fa discutere gli
studiosi: una lettera scritta dal
Diavolo per traviare l’anima pura
di una suora.
Per quanto in Sicilia questa storia
sia sempre stata viva e chiacchierata,
a suscitare l’interesse del resto
della nazione furono scrittori illustri
come Andrea Camilleri, che negli anni ’60
spinsero la Domenica del Corriere a bandire
un concorso per tradurre un’epistola datata
1676. Tanti esperti ci hanno provato, ma
nessuno è mai riuscito a capire cosa
ci fosse scritto perché i caratteri
usati non erano in un’unica lingua,
ma presentavano simboli di diversi
alfabeti di allora.
A scrivere la lettera fu suor Maria
Crocifissa della Concezione (al tempo
si chiamava Isabella Tomasi), una suora
benedettina del convento di clausura di
Palma di Montechiaro, in provincia di
Agrigento. Prese il nome di “lettera del
Diavolo” perché fu lei stessa ad affermare
di essere stata tentata dal Maligno, che
le aveva chiesto di firmarla.
Ma andiamo con ordine. Era l’11 agosto
1676 quando suor Maria fu trovata a terra
nella sua cella “con mezza faccia sinistra
imbrattata di nero inchiostro, il respiro
affannoso, il calamaio sulle ginocchia e una
lettera in mano scritta con un alfabeto
incomprensibile”.
La donna era priva di sensi, ma si
riprese poco dopo. Quella lettera però
divenne presto il centro di un mistero
molto fitto perché era scritta in un
linguaggio incomprensibile e conteneva
14 righe scritte in un alfabeto tra
il greco classico e il cirillico, ma
i cui caratteri, messi in quella sequenza,
non creavano nessuna parola conosciuta
se non un “ohimé”.
Isabella disse di averla scritta su ordine
del Demonio in persona e che solo a lei
era permesso comprenderne il testo. Disse
che quella parola “ohimè” era l’unica che
lei aveva scritto di sua volontà e che
per il resto era stata costretta a
riportare quello che lui le aveva dettato.
Al tempo le parole della donna furono
prese per verità assoluta e in breve tempo
si sparse la voce che quella lettera fosse
un messaggio da parte del Demonio per Dio
affinché non interferisse nelle vicende degli
uomini; quando suor Maria ne intuì lo scopo
provò ad opporsi, ma quella sua resistenza fu
punita e lei fu tramortita. Non morì
grazie all’intercessione di Dio stesso.
Nei documenti ufficiali del tempo che
riconobbero suor Maria “venerabile” c’era
infatti scritto che quello era il premio per
“l’esito della lotta contro innumerabili spiriti
maligni decisi a utilizzare suor Maria Crocifissa
come un misero corsiero”.
La donna, che morì a 45 anni nel 1690, era
solita affermare che il Diavolo le aveva
dettato altri due messaggi, ma che lei si
rifiutò di trascrivere e per questo fu colpita.
La cosa curiosa è che le informazioni riportate
sulla lettera non vennero rese pubbliche
(o forse sono andate perdute nel tempo)
e che lei stesse era solita dire:
«Non mi domandate di questo per carità,
che non posso in verun modo dirlo, e
nemmeno occorre dirlo io, che verrà
tempo che il tutto udirete e vedrete»
Nei secoli successivi gli studiosi si
sono impegnati invano nel tentativo di
decifrare quelle 14 righe, ma in apparenza
la lingua usata non era nessuna di quelle
conosciute. La lettera è stata recentemente
decifrata da un gruppo di scienziati del
Ludum Science Center di Catania tramite
un algoritmo scaricato dal deep web che
viene utilizzato dall’intelligence turca
per decrittare i messaggi segreti dell’Isis.
Daniele Abate, direttore del Ludum Science
Center, ha così commentato:
«Abbiamo inserito nel programma l’alfabeto
greco, quello latino, quello runico e quello
degli yazidi, il popolo considerato adoratore
del diavolo che abitò il Sinjar iracheno
prima della comparsa dell’Islam, tutti
alfabeti che suor Maria Crocifissa poteva
avere visto o conosciuto. Abbiamo impiegato
quattro mesi prima di giungere a quella che
sembra una sequenza logiaca, almeno per
la maggior parte della lettera.»
Cosa c’è scritto su questa misteriosa
missiva? La traduzione ha portato a questo:
«Di simboli che io che clausa livegio
so fonte una disgrazia forse ormai certo
styge xytliyi vuode poiché io cristo zoroastro
seguono le vie antiche o sarte cucite dagli
uomini ohimè ristorami servire nessuno questo
è sistema zavorra sono le tre un dio che sento
liberare i mortali xi sono per questo sempre».
Come vedete, la lettera scritta in questo
modo ha poco senso e probabilmente c’è
ancora qualcosa di nascosto tra le righe;
si riesce comunque a leggere riferimenti
alla lotta ancestrale tra il bene e il male,
tra Dio e il Diavolo. C’è che afferma che
il messaggio principale sia:
«Dio non esiste, la trinità è un falso,
ci sono solo io!»
Ma è davvero così? È davvero una lettera
dettata dal Diavolo in persona ad una suora
di clausura?
Gli studiosi oggi tendono a pensare che
Isabella Tomasi soffrisse di un disturbo
bipolare dovuto allo stress della vita
monastica e alla rigidità delle regole del
tempo. Lo dimostrerebbe il fatto che
nonostante si sia riusciti a dare un senso
al 70% della lettera la restante parte
sia ancora incomprensibile.
Abate ha anche affermato che quando il
loro lavoro di traduzione è stato reso
pubblico è stato contattato da numerosi
leader di sette sataniche convinti che il
suo team abbia tenuto nascosto il vero messaggio
sotto imposizione della Chiesa che temerebbe
la sua pericolosità.
Per ora la lettera del Diavolo è ancora un
mistero, ma si è a buon punto sul svelarlo.
Si dice che quella in possesso del monastero
sarebbe una copia, mentre l’originale si trova
esposta nella torre della Cattedrale di Agrigento.
Un’altra copia è presente presso la
Biblioteca Lucchesiana di Agrigento.
FONTE: Misteri dal Mondo –
Credere Per Vedere
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