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mercoledì 8 maggio 2024
Biografia:Peppino Impastato
TRATTO DA BIOGRAFIE
Giuseppe Impastato, detto Peppino,
nasce il 5 gennaio del 1948 a Cinisi, in
provincia di Palermo, da una famiglia mafiosa:
il cognato di suo padre, per esempio, è il
boss Cesare Manzella (coinvolto nel traffico
di droga e che sarà ucciso negli anni Sessanta
in un agguato).
Anche il padre di Giuseppe è coinvolto
nella criminalità (durante il periodo
fascista era stato spedito al confino),
e proprio per questo i due rompono presto:
Giuseppe, quindi, ancora ragazzo viene
cacciato di casa.
Mentre frequenta il liceo classico di
Partinico, nel 1965 aderisce al Psiup
(Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria)
e fonda il giornalino "L'idea socialista":
su questa pubblicazione racconta, tra l'altro,
la Marcia della protesta e della pace voluta
da Danilo Dolci nel 1967.
"L'idea socialista", tuttavia, viene
sequestrato dopo pochi numeri; successivamente
Peppino Impastato lascia il Psiup, in seguito
allo scioglimento della Federazione Giovanile,
e inizia a collaborare come dirigente con
i gruppi comunisti locali, occupandosi -
tra l'altro - delle battaglie dei disoccupati,
degli edili e soprattutto dei contadini, che
si vedono privati dei loro terreni per
favorire la realizzazione della terza pista
dell'aeroporto di Palermo proprio a Cinisi.
Sul finire degli anni '60
Nel 1968 prende parte alle prime occupazioni
e alle lotte studentesche, ma senza una
concreta convinzione, e in seguito aderisce
alla Lega, gruppo marxista - leninista.
All'inizio degli anni Settanta gli viene
proposto di trasferirsi al Cantiere Navale
a Palermo, ma rifiuta; per qualche tempo
consuma alcol in maniera eccessiva, ma torna
in sé nella primavera del 1972. In quel momento
aderisce alla proposta del gruppo del "Manifesto",
desideroso di godere di garanzie istituzionali,
ma la sconfitta elettorale lo getta nuovamente
nello sconforto.
Nell'autunno dello stesso anno Peppino
Impastato aderisce al Circolo Ottobre di
Palermo, contribuendovi in maniera attiva,
e poco dopo si avvicina a "Lotta Continua":
dopo avere conosciuto Mauro Rostagno, prende
parte alla maggior parte delle riunioni dei
quadri dell'organizzazione.
Radio, musica, cultura e la denuncia della mafia
Nel 1975 Impastato fonda Musica E Cultura, grupp
o che si occupa di teatro, musica, cineforum e
dibattiti culturali, diventando nel giro di breve
tempo un punto di riferimento molto importante per
i ragazzi di Cinisi: vi trovano spazio, tra l'altro,
il Collettivo Antinucleare e il Collettivo Femminista.
Pochi mesi dopo, Giuseppe dà vita a Radio Aut,
una radio libera autofinanziata attraverso la
quale egli denuncia gli affari e i delitti dei
mafiosi del posto, di Cinisi e Terrasini (che
tramite il controllo dell'aeroporto ricoprono
un ruolo molto importante nell'ambito degli scambi
di droga e dei traffici internazionali di sostanze
stupefacenti), e in particolare del capomafia Gaetano
Badalamenti: la trasmissione più seguita si chiama
"Onda pazza", impreziosita da uno stile satirico
che prende in giro politici e malaffare.
La politica in prima persona
Nel 1978 Peppino Impastato decide di candidarsi
alle elezioni comunali del suo paese nella lista
di Democrazia Proletaria; poco prima delle elezioni,
si occupa dell'esposizione di una mostra fotografica
che documenta la devastazione del territorio locale
messa in atto da gruppi mafiosi e speculatori.
L'assassinio
A soli trent'anni, nella notte tra l'8 e il 9 maggio
di quell'anno, Giuseppe Impastato viene assassinato:
il suo corpo viene martoriato da una carica di tritolo
collocata lungo i binari della ferrovia di Cinisi,
che congiunge Palermo a Trapani. Con il suo cadavere,
però, viene inscenato un attentato, in modo tale da
fare apparire Peppino Impastato come un attentatore
suicida, ma ciò non basta a compromettere la reputazione
e l'immagine di Impastato, che infatti pochi giorni
dopo, in occasione delle votazioni, viene
simbolicamente eletto al Consiglio comunale.
Benché la morte di Giuseppe a livello nazionale
passi quasi inosservata a causa della concomitanza
con il ritrovamento del corpo senza vita di Aldo
Moro a Roma, successivamente l'impegno di sua madre
Felicia e di suo fratello Giovanni farà sì che
l'inchiesta sul suo decesso (inizialmente archiviato
con una certa fretta come suicidio) venga riaperta:
nel 1984 l'Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo
riconoscerà l'origine mafiosa dell'omicidio.
All'inizio degli anni Duemila, per l'omicidio di
Giuseppe Impastato, Vito Palazzolo viene condannato
a trent'anni di reclusione, mentre Gaetano Badalamenti
viene condannato all'ergastolo.
La memoria
Alla vita di Peppino Impastato è dedicato il film
"I cento passi" di Marco Tullio Giordana, con Luigi
Lo Cascio nel ruolo di Giuseppe. Il film ricostruisce
l'attivismo di Peppino; "cento passi" sono di fatto
la distanza che separava casa sua da quella
del boss Tano Badalamenti.
È nato nella terra dei vespri e degli aranci,
tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare,
la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di
certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non
se un ideale ti porterà dolore. (Modena City Ramblers)
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