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mercoledì 19 marzo 2025
Le zeppole di San Giuseppe Il dolce dedicato ai papà- storia
tratto da Lamadia comunicazione
Ma chi ha inventato le zeppole?
Come per tutti i dolci che hanno fatto la
storia della pasticceria anche la nascita
delle zeppole è avvolta da diverse leggende
e si fa ricondurre la loro creazione ad
antichissime tradizioni.
Pare, difatti, che le origini di questa
leccornia siano da ricercare nel 500 a.C.,
quando a Roma si celebravano le Liberalia,
ovvero le feste organizzate dai romani per
omaggiare Bacco e Sileno, le divinità
dispensatrici del vino e del grano.
Durante queste feste, che si celebravano
nel giorno del 17 marzo, si bevevano
fiumi di vino e si gustavano profumate
frittelle di frumento, fritte in abbondante
strutto bollente.
Secondo altre fonti pare che le origini
delle zeppole siano da ricercare nei riti
di purificazione agraria che si tenevano
nei paesi del Sud il giorno del 19 marzo:
per festeggiare la fine dell’inverno e
l’entrata della primavera si accendevano dei
falò e si festeggiava mangiando delle
frittelle dalla forma di serpentello
arrotolato su se stesso (da qui la forma
caratteristica di ciambella e probabilmente
il nome zeppola, facendolo derivare dal
termine “serpula”, ovvero serpente) e
ricoperte di miele.
Una leggenda cristiana, invece, fa risalire
la nascita delle zeppole alla fuga della sacra
famiglia in Egitto. Secondo tale leggenda,
difatti, pare che San Giuseppe per mantenere
Maria e Gesù dovette affiancare al mestiere
di falegname anche quello di friggitore ambulante,
vendendo frittelle dolci per strada.
Da qui sembrerebbero nati il collegamento
della zeppola con la festa in onore del
santo e la tradizione degli zeppolari di
strada a Napoli, che fino ai tempi del primo
Pintauro erano soliti imbastire piccoli
banchetti davanti alle loro botteghe, dove
friggevano e servivano le zeppole ai passanti,
direttamente in strada.
A conferma di ciò Goethe, in visita a Napoli
verso la fine del 1700, scriveva: “Oggi era
anche la festa di S. Giuseppe, patrono di
tutti i frittaroli cioè venditori di pasta
fritta… Sulle soglie delle case grandi padelle
erano poste sui focolari improvvisati. Un garzone
lavorava la pasta, un altro la manipolava e ne
faceva ciambelle che gettava nell’olio bollente,
un terzo, vicino alla padella, ritraeva con un
piccolo spiedo, le ciambelle che man mano
erano cotte e, con un altro spiedo, le passava
a un quarto garzone che le offriva ai passanti…”.
Ma la storia della zeppola di San Giuseppe ha
inizio ufficialmente nel 1837, quando il gastronomo
napoletano Ippolito Cavalcanti, Duca di Buonvicino,
inserì in un suo trattato di cucina la prima ricetta
ufficiale in lingua napoletana, anche se pare che
la prima ricetta delle attuali zeppole napoletane
sia opera del famoso Pintauro, già leggendario
“ideatore” della sfogliatella napoletana.
Rivisitando le antiche frittelle romane e prendendo
spunto dai consigli del Cavalcanti il bravo Pintauro
creò le attuali zeppole arricchendo l’impasto di uova,
strutto e aromi, procedendo poi con la caratteristica
doppia frittura (dapprima nell’olio e poi nello strutto)
e farcendola con una ricca e gustosa crema pasticcera
sormontata da una succosa amarena.
In tempi moderni, vuoi per l’attenzione alla linea
o per la ricerca di una cucina più salutare e leggera,
nei banchi di pasticceria, così come nei vari blog di
cucina e nei libri di ricette, troviamo, al fianco
delle classiche zeppole fritte, le più leggere
zeppole al forno. Ma come afferma un decano della
pasticceria artigianale napoletana, Mario Scaturchio,
“la vera zeppola di San Giuseppe è solo fritta!”.
E non solo! Secondo il famoso pasticciere napoletano
le zeppole devono essere fritte esclusivamente nello
strutto.
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