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mercoledì 2 luglio 2025
ITINERARI NAPOLETANI:Complesso Monumentale dell'Annunziata Ruota degli Esposti e Salone delle Colonne.
TRATTO DA COMUNE DI NAPOLI-
Nasce nel XIV secolo per volontà della regina Sancia d’Aragona,
moglie di Roberto d’Angiò, insieme all'annessa chiesa,
come istituzione assistenziale per la cura dell'infanzia
abbandonata.
Ricostruita una prima volta nel XVI secolo in forme
rinascimentali e nel XVIII secolo, dopo un incendio,
da Luigi e Carlo Vanvitelli.
Attraverso il raffinato portale marmoreo, realizzato
nel Cinquecento dall'artista lombardo Tommaso Malvito
e dal figlio Giovan Tommaso con i battenti lignei intagliati
da Pietro Belverte e da Giovanni da Nola nel XVI secolo
e che presenta nella lunetta interna un affresco
Raffigurante l’Annunciazione attribuito a Belisario Corenzio,
si accede al monumentale cortile della Casa e alla "Ruota" lignea.
I bambini abbandonati venivano introdotti in una specie di
tamburo di legno di forma cilindrica e raccolti all'interno
da balie pronte ad intervenire ad ogni chiamata.
All'esterno, al di sopra della ruota, vi era un
puttino di marmo con la scritta:
"O padre e madre che qui ne gettate /
Alle vostre limosine siamo raccomandati".
Gli ospiti dell'istituzione venivano chiamati "figli della Madonna",
"figli d'a Nunziata" o "esposti" e godevano di particolari privilegi.
Alcuni venivano trovati con al collo un foglio
di carta con il nome dei genitori, o portavano con
sé qualche pezzo di oro o di argento; altri non
avevano nessun segno.
Tutto quello che indossavano e qualsiasi segno
particolare veniva annotato in un libro, in
modo da rendere più facile un eventuale riconoscimento
da parte dei genitori.
La Ruota, con il suo triste fascino, era una delle
più note d'Italia e non venne più utilizzata dal 22 giugno 1875.
Dal cortile monumentale, in cui è presente una fontana ottocentesca,
sulla sinistra si sale negli ambienti della Biblioteca Medica,
già sede delle lezioni universitarie di pediatria, e del
Salone delle Colonne, in cui si svolgeva una volta all’anno
il Rito del Fazzoletto, un evento durante il quale
le giovani ospiti della struttura in età da marito
decidevano se accettare in matrimonio i pretendenti
i quali lanciavano loro un fazzoletto.
Alle spalle del Salone delle Colonne vi è una
cappella interna detta delle suore, attualmente
non visitabile,
che originariamente custodiva la “Madonna delle Scarpette”,
ora nella vicina chiesa.
Alla destra del cortile monumentale, pur se
attualmente non agibile, si accede al Succorpo
vanvitelliano.
Originariamente cripta della chiesa, fu allestito
da parte del Vanvitelli, su ispirazione
dell’edilizia paleocristiana, per lo svolgimento
delle funzioni religiose durante i lavori
di ristrutturazione della stessa.
Con pianta circolare, presenta sei nicchie
definite da otto coppie di colonne tuscaniche,
nelle quali furono poste alcune delle sculture
sopravvissute all’incendio della chiesa
cinquecentesca.
Il Succorpo è in asse con la soprastante cupola
della Basilica dell’Annunziata Maggiore.
Quest’ultima, seppur non gestita dall’Amministrazione
Comunale, fu originariamente realizzata nel XIII secolo
dagli Angioini ma completamente ricostruita a partire
dal 1513 e quasi completamente distrutta da un
incendio nel 1757.
Della chiesa originale sopravvivono la Cappella Carafa
e la sacrestia, impreziosita da affreschi di Belisario
Corenzio e arredi lignei intagliati di Salvatore Caccavallo
e Girolamo D’Auria.
I lavori di ristrutturazione vennero affidati a Luigi Vanvitelli,
benché completati da suo figlio Carlo.
L’impianto a croce latina con navata unica e sei
cappelle laterali, presenta 44 colonne corinzie ed è
caratterizzato dall’imponente cupola che raggiunge
i 67 metri d’altezza.
La Basilica dell’Annunziata Maggiore è considerata
una delle più belle creazioni vanvitelliane.
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