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mercoledì 23 luglio 2025
ITINERARI NAPOLETANI:LE CATACOMBE DI SAN GENNARO
TRATTO DA èCAMPANIA
Sviluppatesi nel II secolo d.C., rappresentano
il più importante monumento del Cristianesimo a Napoli
Chiunque si trovi, anche solo di passaggio,
nel “paese del sole”, per conoscere le radici
e l’anima della città, deve scendere nelle ombre
del suo sottosuolo. Esse sono situate nel Quartiere
Sanità, più comunemente chiamato dai napoletani,
La Sanità. Un quartiere popolare ricco di storia
e di fascino, che vive da diversi anni, un
importante processo di valorizzazione grazie
ai ragazzi della Cooperativa La Paranza, che
dal 2006 contribuisce al rilancio dell’immagine
della città, attraverso la riscoperta del patrimonio
artistico e culturale. L’ingresso delle Catacombe
di San Gennaro è collocato attualmente nei pressi
della chiesa dell’Incoronata a Capodimonte.
Per raccontarvi qualcosa di più, bisogna
fare un passo indietro.
La storia
Le catacombe cominciarono a svilupparsi
nel II secolo d.C., quando una famiglia gentilizia
si fece seppellire in questa cavità, donando
gli spazi alla comunità cristiana. Nel IV secolo,
vi furono depositate le spoglie di Sant’Agrippino,
considerato il primo patrono di Napoli, nella
basilica ipogea a lui dedicata. La catacomba
inferiore si è sviluppata attorno alla basilica
del santo. Ancora oggi viene conservata una sedia
vescovile ricavata nella roccia e nella basilica
viene celebrata messa. Successivamente, per opera
del vescovo Giovanni I, vennero traslate in un
cubicolo della catacomba inferiore, le spoglie
di San Gennaro e la catacomba divenne così il centro
di culto del martire e con il tempo le catacombe
ne assunsero il nome. Fra il 762 ed il 764, le
catacombe furono rifugio del vescovo Paolo I,
a causa delle lotte iconoclaste. Nell’831 il
principe longobardo Sicone I, si impossessò
dei resti mortali di San Gennaro durante
l’assedio della città e li portò con se a
Benevento. Dopo il trafugamento delle reliquie
del santo, le catacombe caddero in abbandono e
decadenza, fino a quando, il cardinale arcivescovo
di Napoli Corrado Ursi nel 1969, le fece risistemare
inaugurando il nuovo accesso (quello attuale).
Venne avviata una nuova campagna di scavi diretti
da Aldo Caserta e Umberto Maria Fasola, membri
della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra,
e in quella occasione, si scoprirono la Cripta dei
Vescovi e la Tomba di San Gennaro.
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